La Giornata Mondiale dell’Ambiente, recentemente celebrata sul tema della biodiversità (5 giugno 2020), è stata l’occasione ufficiale per confermare, secondo il comunicato formalizzato dal Presidente del Parlamento europeo Sassoli, che “Siamo sull’orlo di un disastro climatico. Anche nei tempi drammatici in cui viviamo, le enormi sfide ambientali che affrontiamo devono essere al centro della nostra azione politica. Non possiamo tornare indietro sugli obiettivi e le ambizioni del Green Deal dell’Ue”, riflessione dunque che si colloca nella stessa linea di sintonia col Presidente del consiglio europeo Charles Michel che ribadisce l’intendimento europeo di creare “una società premurosa che si prenda cura delle persone e dell’ambiente”. La priorità dunque è rendere l’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. Pochi giorni prima dell’evento del 5 giugno, presso il Consiglio dell’Unione europea, in video-conferenza(alla presenza di Giuseppe Conte e dello stesso David Sassoli), sono stati presentati i tre report dedicati alla situazione ambientale in Europa ed in Italia, tra cui l’Annuario dei dati ambientali dell’ISPRA del 2019 che fotografa lo stato dell’ambiente in Italia, il Rapporto ambientale di Sistema, realizzato dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), ed il SOER 2020 (State of the Environment Report), ossia il sesto annuario dei dati ambientali pubblicati dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA) per il raggiungimento degli obiettivi strategici del 2020 e del 2030, e di più lungo termine (2050). Soer costituisce la più completa valutazione sullo stato e le prospettive dell’Ambiente in riferimento all’Europa. Il quadro illustra dunque una situazione tutt’altro che rassicurante per flora e fauna, minacciate da inquinamento e specie aliene. Solo il 48% dei fiumi ed il 20% dei laghi vengono registrati in discreto stato. Positivi invece i dati sulle nostre aree protette, mentre le temperature crescono in Italia più di altri Paesi del mondo (dal 2018 è stato registrato un aumento medio di +1,71° contro +0,98°globale). In diminuzione risultano invece i gas serra (+1,71° nel 2018 contro +0,98°globale). Anche la temperatura dei mari italiani, infine, è salita: +1.08°C, segnando l’aumento più alto dopo quello del 2015, rispetto al periodo 1961-1990. Nel corso del dibattito in video-collegamento, sul rapporto Soer 2020, è stata ribadita da ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca ambientale), e dal presidente Stefano Laporta, l’importanza di trasformare il vecchio modello di Europa a favore di politiche più fattive di contrasto al riscaldamento globale, incrementando le energie rinnovabili, tutelando le biodiversità e favorendo e sviluppando l’economia circolare. E, a sostegno di tali obiettivi ambientali, si è riaffermata la necessità di implementare la Ricerca, ed in particolar modo la Ricerca pubblica nazionale, al fine di condurla entro una “logica di sistema e di condivisione al servizio del sistema Paese”. Per centrare dunque gli obiettivi fissati, il Presidente Sassoli ha sottolineato l’importanza di un rilancio degli investimenti per un cambiamento dei rapporti sociali ed economici, e la necessità di investire sulla qualità del modello sociale al fine di progettare una “nuova Europa più verde, più digitale, proiettata al futuro, e più equa”. L’inquinamento, la perdita delle biodiversità, il collasso dei servizi eco-sistemici, l’inquinamento, i cambiamenti climatici rappresentano delle sfide che possono quantunque favorire uno sviluppo diverso -prosegue l’Intervento- e al tempo stesso più conveniente. Nella consapevolezza del bisogno di un’azione urgente di tutta l’Unione, per affrontare il cambiamento climatico, Sassoli evidenzia l’urgenza di raggiungere, con l’azione collettiva europea, una “leadership mondiale morale” al fine di realizzare un Continente capofila nella battaglia del futuro per le “emissioni zero”. Tali cambiamenti -aggiunge Sassoli- devono coinvolgere l’intera società nel suo complesso. E per riuscire nella transizione verde, l’Europa non deve lasciare indietro nessuno dunque, ma deve necessariamente tener conto della dimensione sociale e della lotta contro le diseguaglianze. “Le sfide ambientali  -prosegue- posso essere superate solo se si pone al centro dell’azione politica una riduzione delle disuguaglianze”. Lavorare per una società più equa è possibile (spiegandolo alle nostre istituzioni ed ai Governi), viceversa una società disuguale, con ampie fasce della società che vivono in condizioni di povertà, alimenta la crisi ecologica.

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Luisa Nieddu
Giornalista pubblicista (Ph.D), ha collaborato con la pagina culturale dell’Osservatore Romano, in qualità di corrispondente da Parigi per gli eventi culturali e le esposizioni. Per Media Duemila/Osservatorio TuttiMedia si è occupata di Arte digitale, e attualmente di sostenibilità ambientale e transizione ecologica.