Isa Maggi

“Le donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente. Hanno sempre dovuto portare due pesi, quello privato e quello sociale. Le donne sono la colonna vertebrale delle società.”
Le parole di Rita Levi Montalcini rendono perfettamente le difficoltà che una donna affronta nel cammino che porta alla propria affermazione, per questo le donne hanno imparato ad unirsi e a combattere insieme per raggiungere obiettivi comuni, il più difficile dei quali è la parità sul luogo di lavoro.
Il coordinamento permanente degli Stati Generali delle donne è un esempio di questa collaborazione costruttiva e necessaria. Il progetto inizia nel 2013 e si concretizza il 14 Dicembre 2014, in questa data Isa Maggi apre a Roma, presso il Parlamento europeo, un confronto su temi di varia natura tra i quali la cultura e il lavoro.
Questi movimenti arricchiscono non solo chi partecipa ma l’intera società con dibattito su tematiche di interesse comune e mostrano come le donne riescono sempre a fare la differenza in ambito lavorativo e sociale.
In occasione del progetto Donna & Innovazione, abbiamo chiesto alla fondatrice Isa Maggi di raccontarci il contributo degli Stati Generali delle donne e quale sia stata la scintilla che ha generato questo fuoco.

Stati Generali delle donne: come è nata questa idea e quali sono state le strategie di coinvolgimento che l’hanno portata al successo?

L’idea è nata nell’estate del 2014 durante un viaggio in Danimarca. Era evidente la necessità di collegare le donne attraverso quel filo comune rappresentato dalla drammatica assenza di lavoro soprattutto in Italia. È partito tutto il 5 dicembre di quell’anno, nella sede romana del Parlamento Europeo, con il Patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico. Poi nel 2015 il gender tour in tutte le regioni e alla fine dell’anno la Conferenza mondiale delle donne, durante l’Expo a Milano, con una partecipazione di 981 delegate provenienti da 35 Paesi che insieme hanno costruito e siglato la “Carta delle Donne del mondo”, parte della famosa Carta di Milano.
L’elemento più qualificante? La chiamata dal basso delle donne e la rapida diffusione del movimento in ogni regione italiana.

Hub Stati Generali delle donne e Isa Maggi: quali gli strumenti preferiti per farsi ascoltare?

I social sono stati da subito lo strumento più utile per diffondere il nostro appello. In particolare, Facebook è lo strumento più utilizzato,, il preferito dalle referenti regionali che hanno aperto un proprio gruppo di Stati Generali delle donne. Inoltre, con il tempo abbiamo elaborato anche un mailing di referenti della comunicazione che ci permettono una buona condivisione dei documenti e delle idee prodotte. Nonostante tutto ad oggi non abbiamo raggiunto una capillare diffusione a fronte del lavoro svolto a causa della scarsa presenza in TV.

Quali sono i progetti realizzati ai quali tiene di più e che hanno rappresentato per lei importanti traguardi?

Tra i progetti più significativi mi piacerebbe raccontarvi #Madeinwomanmadeinitaly, il Premio “ Donne che ce l’hanno fatta” e il progetto “La trama delle donne”.

Parlando di #Madeinwomanmadeinitaly, ritengo che le donne imprenditrici rappresentano una risorsa straordinaria per l’Italia, hanno contribuito e continuano a contribuire in misura notevole al made in Italy. Rilanciare l’Italia attraverso le donne significa smuovere e dare valore alla parte creativa del Paese.
Il 25 e il 26 giugno 2014 a Milano abbiamo iniziato il racconto e la presentazione delle imprese femminili italiane a “Feeding the Future, Creating Momentum” nell’ambito delle attività svolte in Italia da Bic Italia net, la rete italiana degli incubatori, espressione di Ebn, la rete europea dei Business Innovation Center. Lo abbiamo poi raccontato anche in Basilicata per dare valore alle donne lucane. Durante gli incontri regionali abbiamo presentato le prime 50 imprese femminili con il logo #madeinwomanmadeinitaly per promuovere il lavoro e le imprese femminili.
Il logo introduce buone pratiche di attività imprenditoriali femminili in termini di costruzione di filiere, di “reti”, di promozione del “bello e del “buono”, tipicamente italiani, di ricerca, di innovazione, di creatività. Si tratta di un vero e proprio “cambiamento culturale” all’interno di una nuova economia al femminile, paritaria, basata sui valori e sulla sostenibilità.
Un’economia strutturata sui bisogni e sui saperi delle donne che darà la possibilità di avere un “impatto a livello di decision-making: a partire dal modo in cui gli investimenti vengono effettuati, dalla gestione delle risorse nazionali e delle politiche pubbliche, fino ad arrivare ai partenariati con le istituzioni internazionali”. Per creare valore intorno alle imprese femminili e al Made in Italy è fondamentale una visione di insieme che collochi sui mercati internazionali non una singola impresa ma l’intera Impresa-Italia e le sue filiere.
Grazie al web ogni impresa femminile, di ogni settore e dimensione, può far conoscere i propri prodotti, anche di nicchia, oltre i confini nazionali raggiungendo nuovi mercati e nuovi clienti in tutto il mondo.
Ecco il fondamento del nuovo sito che stiamo organizzando, una nuova opportunità che si apre per le eccellenze femminili italiane.
Una finestra aperta sul mondo per farsi conoscere, per fare rete, per creare opportunità di lavoro.
Le attuali imprese femminili hanno resistito alla crisi e sono aumentate di numero. Anche se di dimensioni più contenute sono caratterizzate da una maggiore creatività e da una forte determinazione e in futuro possono svilupparsi e realizzare risultati importanti.

Un secondo progetto di cui vorrei parlarvi è “Donne che ce l’hanno fatta”, un importante riconoscimento dedicato a donne intraprendenti, decise e piene di iniziativa. Donne che resistono, che sono riuscite a sopravvivere alla crisi e a raggiungere posizioni apicali nelle loro carriere. “Donne che ce l’hanno fatta” racconta le loro esperienze professionali e di vita in un confronto di generazioni. Racconti diversi ma con un filo comune: il credere in sé stesse, l’entusiasmo a continuare, l’apprendimento continuo per rimettere in gioco non solo il proprio sapere, ma anche la propria vita. Il Premio è una iniziativa in collaborazione con Sportello Donna e Fondazione Gaia, avviato per la prima volta presso l’Università di Pavia il 4 marzo 2014. È stato realizzato in parecchie città italiane e ha l’obiettivo di far riconoscere il valore di molte donne. L’ultima edizione si è svolta all’interno della Conferenza degli Stati Generali delle donne a Matera.

Infine, vi parlo della performance artistica collettiva “La trama delle donne” che ha l’obiettivo di coinvolgere tutte le donne facendole esprimere con il loro saper fare quotidiano, tanto normale da poter sembrare banale, ma tanto potente da esercitare l’imprinting su ciascuno. “La trama delle donne” vede come protagoniste le donne che da sempre hanno tessuto una tela dove sono custoditi i miti fondanti della nostra civiltà.

Abbiamo parlato delle donne in tutte le loro sfaccettature. Parliamo ora delle millennials: si sentono coinvolte negli obiettivi degli Stati Generali? E cosa consiglierebbe a una giovane donna “innovativa” che vuole affermarsi nel complesso mondo di oggi?

Proprio durante la Conferenza mondiale delle donne del 2015 è nato il gruppo delle Young, attivo a fasi alterne, in particolare durante i grandi eventi che organizziamo. Alle giovani donne consigliamo e condividiamo percorsi di Stem +A: una sfida della cultura digitale, intesa come consapevolezza di cosa l’innovazione digitale rappresenti e di come essa possa essere opportunità in tutti i settori STEM, ma anche per i settori economici, sociali e culturali in cui ci si trovi ad operare, una prospettiva su cui formare le nuove generazioni. È quindi necessario indagare e investire per una visione “olistica” della Digital Culture, per scrivere tutti insieme una “via italiana” delle STEM +A, coerente ed anticipatrice della discussione in Europa per quanto riguarda l’istruzione, la formazione, la parità di genere.

Grazie a questo prezioso intervento ricordiamo che il percorso per il raggiungimento dei diritti civili e politici delle donne è stato lungo e faticoso ed è tuttora in corso. La storia, però, ci insegna che esso è stato possibile grazie all’associazionismo femminile.
Le donne hanno dimostrato che le battaglie si vincono insieme, la lotta è nulla se individuale.
Questa importantissima via maestra è stata seguita da Isa Maggi che ci ha raccontato un esempio straordinario di associazionismo femminile: “Gli Stati Generali delle donne”, una possibilità concreta per le donne di oggi e di domani di dire la propria e influenzare positivamente la società nella quale vivono.

 

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Cristina Macauda
Classe 1991. Da due anni Marketing Specialist presso Prénatal Retail Group, si occupa di comunicazione e marketing nel mondo dell’infanzia. Inizia e conclude la sua formazione presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, conseguendo le lauree in Linguaggi dei Media e in Comunicazione per l’impresa, decide di affinare le sue competenze frequentando un Master in Marketing Management. Da sempre affascinata dalla creatività e dal marketing, ama misurarsi con ambienti lavorativi in continua evoluzione.