… l’informazione si trasfigura nella comunicazione e questa si avvia a pervadere tutto il nostro già cominciato futuro. E attraverso questo complesso passaggio, primo impegno dovrà essere, sì, quello di padroneggiare il medium ma soprattutto di garantire la qualità, la verità, la libertà del messaggio.  Giovanni Giovannini ’90

Giovanni Giovannini ha iniziato a riflettere negli anni ’80 su: “A cinquemila anni dalla prima forma di scrittura, a cinquecento dall’invenzione gutenberghiana della stampa, siamo ad un’altra svolta nella storia del comunicare tra uomini, e cioè del vivere insieme tra uomini. Quale sarà il sistema globale dei mass media alla fine di questo millennio, non sappiamo con chiarezza: sappiamo che sarà profondamente diverso da quello di oggi, nelle case, nei posti di lavoro, nelle scuole, negli ospedali, nei campi, ovunque”.

Era quasi ossessionato da questa onda di cambiamento che sentiva arrivare: “Questo fenomeno di trasformazione profonda non si presta a far del futuribile o peggio della fantascienza. … Stupisce solo che si tardi tanto in Italia a rendersene conto. … Il ritardo culturale italiano nei confronti di Paesi a noi vicini e a noi simili come la Francia, la Svizzera o la Germania, l’Inghilterra o l’Olanda, il Belgio e la Finlandia (lasciamo stare i difficilmente comparabili Stati Uniti o il mitico Giappone) è più grande che in qualsiasi altro campo: e si tratta di un settore che tutti giudicano decisivo per le sorti di un Paese progredito. Non parliamo di quelle élite di scienziati e tecnici che come al solito in Italia sono tanto poco conosciuti quanto alla pari dei migliori del mondo: parliamo della gente colta, parliamo della classe dirigente economica e politica che discute spesso e bene di futuro del petrolio e del nucleare, dell’auto o della siderurgia, ma ha idee ancora piuttosto vaghe in tema d’informatica in genere, di telematica in particolare”.

L’Osservatorio TuttiMedia, associazione che ha creato nel 1996 rappresenta l’unione di menti che tengono a cuore il futuro del Paese. Ogni anno con il premio Nostalgia di Futuro ricorda Givanni Giovannini, e propone riflessioni non procrastinabili, quest’anno più che una riflessione  l’evento “Reset con Covid: Informazione Ambiente  Pregiudizi Pandemia”  è una sveglia che ancora una volta può essere riassunta con uno suo scritto:  “La trasformazione sempre più veloce e profonda nel modo di comunicare, e quindi di vivere, tra gli uomini, non è più tema da addetti ai lavori: è, deve essere oggetto di conoscenza, attenzione, riflessione da parte di tutti a cominciare da chi abbia una qualche responsabilità nella nostra società, nel nostro Paese (che anche, e forse soprattutto, in questo settore giuoca il suo futuro)”.

Nel 1983 creò una scuola per giornalisti moderni e disse: “Forse, più che per altri motivi di preparazione teorica e pratica nell’intero tumultuoso campo dei mass media, i responsabili della Luiss hanno apprezzato in chi vi parla la passione con la quale sono andato sostenendo la drammatica urgenza di una Scuola per giornalisti in un paese del tutto ignaro – perfino, e sia pure con le solite eccezioni, nella sua leadership economica e culturale – del fatto che il mondo sta per entrare, è già entrato in una nuova era caratterizzata dall’esplosione (dall’ “implosione” direbbe McLuhan) dell’informazione e della comunicazione”.

Ed ancor più impressionate leggere questa dichiarazione degli anni 90: “doveva apparire chiaro a tutti che proprio l’aggiornamento tecnologico nella produzione di quotidiani e periodici rompeva schemi secolari di isolamento del medium “carta stampata”, portava a coesistenze e concorrenze, a collegamenti e sinergismi con gli altri new media elettronici che stanno facendo irruzione sullo scenario dell’informazione. Ogni volta che si parla o si scrive di questi temi, si è presi dalla fastidiosa sensazione di essere scambiati per cultori di fantascienza. La sensazione di fastidio nasce dalla coscienza che le cose dette non sono per nulla fantasiose, ma al contrario, una realtà imminente con la quale bisognerà fare i conti, conti per di più molto duri”.

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Maria Pia Rossignaud
Giornalista curiosa, la divulgazione scientifica è nel suo DNA. Le tecnologie applicate al mondo dei media, e non solo, sono la sua passione. L'innovazione sociale, di pensiero, di metodo e di business il suo campo di ricerca. II presidente Sergio Mattarella la ha insignita dell'onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. Vice Presidente dell’Osservatorio TuttiMedia, associazione culturale creata nel 1996, unica in Europa perché aziende anche in concorrenza siedono allo stesso tavolo per costruire il futuro con equilibrio e senza prevaricazioni. Direttrice della prima rivista di cultura digitale Media Duemila (fondata nel 1983 da Giovanni Giovannini storico presidente FIEG) anticipa i cambiamenti per aiutare ad evitare i fallimenti, sempre in agguato laddove regna l'ignoranza. Insignita dal presidente Mattarella dell'onorificenza di "Cavaliere al Merito della repubblica Italiana. Fa parte del gruppo di esperti CNU Agcom. E' fra i 25 esperti di digitale scelti dalla Rappresentanza Italiana della Commissione Europea. La sua ultima pubblicazione: Oltre Orwell il gemello digitale anima la discussione culturale sul doppio digitale che dalla macchina passa all'uomo. Già responsabile corsi di formazione del Digital Lab @fieg, partecipa al GTWN (Global Telecom Women's Network) con articoli sulla rivista Mobile Century e sui libri dell'associazione. Per Ars Electronica (uno dei premi più prestigiosi nel campo dell'arte digitale) ha scritto nel catalogo "POSTCITY". Già docente universitaria alla Sapienza e alla LUISS.