L’elettricità è il carburante che permette a Google di soddisfare le esigenze di miliardi di utenti, in tutto il mondo e senza sosta. La novità è che l’azienda di Mountain View  ha deciso di arrivare a emissioni zero nel 2030: Google apre la strada a un futuro senza emissioni di CO2.

I primi passi risalgono al 2007, anno in cui raggiunge la neutralità di CO2, stabilendo uno standard che molti hanno poi adottato come primo passo per compensare le loro emissioni operative. “Un decennio  dopo, grazie ai nuovi strumenti a nostra disposizione, abbiamo compiuto un altro balzo in avanti diventando la prima grande azienda a coprire il 100% del proprio consumo annuo di energia elettrica con fonti rinnovabili.- si legge nel comunicato diffuso -. Oggi Google è il più grande acquirente aziendale di energia pulita al mondo; nel complesso, abbiamo portato più di 5,5 gigawatt di energia eolica e solare a comunità che vanno da Astoria, nel Dakota del Sud, a Tainan, in Taiwan.

Ora, sulla base di quanto abbiamo appreso e contribuito a realizzare, siamo entusiasti di annunciare che stiamo entrando nella fase finale e più ambiziosa del nostro percorso energetico: entro il 2030, Google intende utilizzare ovunque e in ogni momento energia senza emissioni di CO2″.

Rinnovabili e energia sono ancora un binomio difficile perché se non soffia il vento o non splende il sole è difficile fra quadrare il cerchio. Ma Google  sfida punta a dimostrare che un futuro senza carbonio non solo è possibile ma  realizzabile abbastanza velocemente in modo da prevenire gli impatti più pericolosi del cambiamento climatico.

Ancora nel documento diffuso si legge: “Non prendiamo questo impegno alla leggera: persino nel 2018, quando per la prima volta abbiamo condiviso in un documento di discussione la nostra aspirazione a non produrre in nessun momento emissioni di CO2. Abbiamo  continuato a compiere rapidi progressi nel campo dell’energia elettrica pulita e nel sistema energetico globale è in corso un cambiamento radicale. Per la prima volta, siamo sicuri di essere in grado di servire al più presto i nostri utenti con modalità che non comportino emissioni di CO2″.

Nel documento di discussione del 2018,  Google  ha stabilito linee guida per misurare le prestazioni senza emissioni di CO2 nei suoi data center, ha esplorato esempi di strutture specifiche e ha  lavorato  a una visione  utile a ottenere energia senza emissioni di CO2 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Per prima cosa l’azienda ha esaminato l’approvvigionamento energetico nei singoli data center di Google ed ha provveduto a diffondere “mappe termiche dell’anidride carbonica” che permettono di visualizzare facilmente l’energia senza emissioni di CO2 nelle  sue strutture in ogni ora (8760 in totale) in un anno. Un risultato notevole se paragonato al fatto che ancora oggi quando accendiamo un interruttore della luce non abbiamo modo di sapere qual è il mix di tecnologie che produce l’elettricità usata o quanta CO2 viene emessa di conseguenza.

Nel 2010, Google ha firmato il suo primo contratto di acquisto di energia (PPA, Power Purchase Agreement) per l’energia elettrica proveniente da un parco eolico dell’Iowa, contribuendo a diffondere uno strumento che da allora è diventato un punto di riferimento per le aziende che acquistano energia rinnovabile.  In Cile, nel 2020  ha acquistato elettricità sia da un nuovo parco eolico da 90 MW sia da un nuovo impianto solare da 35 MW.  Poiché il sole in genere splende in momenti diversi rispetto al soffiare del vento, i due progetti si completano a vicenda.  In Nevada, collabora con il  potenziale fornitore di energia elettrica, NV Energy, per creare uno dei più grandi progetti di accumulo solare (solar-plus-storage) mai realizzati.

Google e DeepMind hanno sviluppato un sistema di machine learning che prevede la produzione di energia da parchi eolici con 36 ore di anticipo. Poiché le fonti di energia che possono essere programmate (che possono cioè fornire una determinata quantità di energia elettrica in un determinato momento) sono spesso le più importanti per le reti, l’algoritmo predittivo ha incrementato il valore dell’energia prodotta dai progetti eolici di Google negli Stati Uniti centro-occidentali fino al 20%. La speranza è che questo tipo di approccio possa rafforzare l’applicazione commerciale dell’energia eolica e incentivare l’adozione di energia senza emissioni di CO2 in tutto il mondo.

La nuova piattaforma di calcolo “carbon-intelligent” permette di spostare alcune attività non urgenti dei data center di Google nei momenti in cui le fonti di energia a basse emissioni di CO2, come quella eolica e solare, sono più abbondanti sulle reti locali. Dato che il calcolo carbon-intelligent non richiede un nuovo hardware e riduce i costi energetici, la soluzione dovrebbe trovare ampie applicazioni in diversi settori.

Google ha svolto un ruolo fondamentale nel lancio di due coalizioni incentrate sull’espansione dell’accesso all’energia pulita: la Renewable Energy Buyers Alliance negli Stati Uniti e la Re-Source Platform in Europa.

Lavorare insieme per sviluppare un’economia senza emissioni CO2

 

 

 

 

Un tempo sarebbe stato difficile immaginare un mondo alimentato interamente da energia prodotta senza emissioni di CO2, ma ora   non è più così. Google vanta miliardi di utenti in tutto il mondo e l’anno scorso ha utilizzato più elettricità dello stato delle  Hawaii. Poter mirare a un’energia senza emissioni di CO2 nelle  operazioni entro il 2030 è rappresentativo dei progressi compiuti nel campo dell’energia pulita. È ora giunto il momento della decarbonizzazione delle reti elettriche di tutto il pianeta.

Partendo dai data center e passando ai campus degli uffici,  Google punta a portare energia pulita nelle sue operazioni, eliminando così le emissioni e accelerando una transizione energetica globale. “Vogliamo lavorare con chi si occupa di tecnologia, prende decisioni politiche o è responsabile di un servizio pubblico, ma anche semplicemente con chi ha una buona idea, per reinventare il modo in cui il mondo produce e utilizza l’elettricità – si legge nel comunicato -. La nostra visione definitiva è un futuro in cui tutti possano accedere a un’energia senza emissioni di CO2 a prezzi accessibili e in ogni momento. Realizzare questa visione il prima possibile è fondamentale per fronteggiare il cambiamento climatico. Allo stesso tempo, la transizione a un’energia senza emissioni di CO2 si tradurrà in centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro e ridurrà drasticamente l’impatto sulla salute derivante dall’inquinamento atmosferico in comunità che per troppo tempo hanno sopportato il peso dell’economia dei combustibili fossili. Ma attenzione: se costruire un sistema energetico che non include combustibili fossili rappresenta un’ardua sfida, è anche un’opportunità epica e un’occasione unica nella storia per rimodellare completamente e in meglio i sistemi energetici mondiali.  Il pianeta non può più aspettare”.

 

 

 

 

 

 

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Maria Pia Rossignaud
Giornalista curiosa, la divulgazione scientifica è nel suo DNA. Le tecnologie applicate al mondo dei media, e non solo, sono la sua passione. L'innovazione sociale, di pensiero, di metodo e di business il suo campo di ricerca. II presidente Sergio Mattarella la ha insignita dell'onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. Vice Presidente dell’Osservatorio TuttiMedia, associazione culturale creata nel 1996, unica in Europa perché aziende anche in concorrenza siedono allo stesso tavolo per costruire il futuro con equilibrio e senza prevaricazioni. Direttrice della prima rivista di cultura digitale Media Duemila (fondata nel 1983 da Giovanni Giovannini storico presidente FIEG) anticipa i cambiamenti per aiutare ad evitare i fallimenti, sempre in agguato laddove regna l'ignoranza. Insignita dal presidente Mattarella dell'onorificenza di "Cavaliere al Merito della repubblica Italiana. Fa parte del gruppo di esperti CNU Agcom. E' fra i 25 esperti di digitale scelti dalla Rappresentanza Italiana della Commissione Europea. La sua ultima pubblicazione: Oltre Orwell il gemello digitale anima la discussione culturale sul doppio digitale che dalla macchina passa all'uomo. Già responsabile corsi di formazione del Digital Lab @fieg, partecipa al GTWN (Global Telecom Women's Network) con articoli sulla rivista Mobile Century e sui libri dell'associazione. Per Ars Electronica (uno dei premi più prestigiosi nel campo dell'arte digitale) ha scritto nel catalogo "POSTCITY". Già docente universitaria alla Sapienza e alla LUISS.