Il vero e il falso sono sempre all’ordine del giorno per editori, giornalisti, influencers e pubblico. Spesso i blablabla sovrastano i documenti razionali. Spesso emozioni e istinti primitivi hanno successo pur non avendo ragioni. Il gregge umano se ne fa un’immunità inconsapevole e tanti singoli seguono patriarchi o matriarche per comodità, opportunismo, fedeltà ai propri vicini di vita. Le vere rivoluzioni culturali sono difficili; lo sviluppo della coscienza è più lento dello sviluppo tecnologico; lo sviluppo delle istituzioni giuridiche è ancora più tardo. Nonostante la globalizzazione in atto e i pericoli comuni che gli abitanti della Terra affrontano, come la pandemia sanitaria e i disastri ecologici, le disuguaglianze sociali e culturali sono talmente profonde che poche generazioni non basteranno a colmare il divario. La selva è ancora oscura.
181 – STELLE INUTILI
L’extraterrestre si affaccia quotidianamente nella civiltà odierna. Perlopiù assume forme superstiziose che fanno dubitare dell’intelligenza umana o forse sono frutto di deformazioni psichiche. Come è possibile credere che le costellazioni, fatte di stelle tra loro lontane e disomogenee, possano influenzare i pianeti e i comportamenti umani? Lo zodiaco poteva sembrare una fascia di cielo compatta agli occhi di aspiranti stregoni di 2000 anni fa. Oggi gli strumenti ci permettono di osservare e registrare le interazioni delle forze naturali tra Terra, Luna e Sole e poco altro. Eppure i mass media, compresi quelli che fanno o che ambiscono a fare servizio pubblico, giocano sulla credulità popolare per proporre opinioni e consigli di sedicenti astrologi e maghi. Vaniloqui di psicologia spicciola, placebo per placare tormenti di cuore, sorrisi di pianeti propizi e smorfie di congiunzioni sfavorevoli. Mah!
182 – QUALE SOPRANNATURALE
Non si può trattare in una pillola il tema della religione al giorno d’oggi. Tuttavia, in relazione al problema del vero e del falso, il fenomeno del soprannaturale in un Paese leader della tecnologia come gli Stati Uniti d’America ha qualcosa di grottesco. Difficile contare precisamente i credenti e i praticanti religiosi: l’ultimo sondaggio Gallup (2016) stima che il 18% della popolazione sia composto da atei/agnostici/irreligiosi, il 27% aderisca alla Chiesa cattolica romana, il 49% a varie chiese ‘protestanti’ che si rifanno a libere interpretazioni delle scritture. Di chiese (o sette) ce ne sono almeno una settantina con seguito di oltre 60.000 adepti, leader, riti, business e comportamenti sociali variamente differenziati, con forte coesione interna dei partecipanti. Il ventaglio delle credenze e dei comportamenti, sostenuto da propri organi di stampa, radio, tv, web e raccolte di fondi privati, rende comunque perplesso chi volesse cercare un’unica verità soprannaturale senza imbonitori. Per un approfondimento: Wikipedia-Religioni negli Stati Uniti d’America.
183 – LINGUAGGI
Nelle conversazioni private il linguaggio è disinvolto, spesso colorato con … esclamazioni forti. E’ l’intimità che ci permette (fin troppo) evasioni di bon ton. In pubblico ci vuole il ’politicamente corretto’. Le parole che definiscono etnie, genere sessuale, professione, ma anche certe azioni, funzioni e sentimenti oggi dovrebbero essere utilizzate secondo un rigoroso vocabolario etico. Per esempio: ‘negro’ e ‘terrone’ sono socialmente scorrette. Così pure sono bandite le battute suprematiste (che pure hanno fatto tanto ridere in passato) che mettono in evidenza pregiudizi su certe categorie: ebrei, cinesi, carabinieri, immigrati, handicappati. Se in letteratura (e in cinematografia) le licenze sono riferibili ad una realtà fantastica, nelle pagine di informazione stampate o virtuali e negli audiovisivi di intrattenimento (radio, tv) sarebbe opportuno un po’ di contegno. Rispetto altrui che non si ritrova in alcuni protagonisti del video, che esternano vere frasi indecenti e insulti, o si nascondono dietro una falsa satira, né in alcuni politici, come si è visto perfino in Parlamento. E anche con vocaboli corretti il linguaggio può essere violento; chiunque vada su un pulpito deve esserne responsabile.
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Paolo Lutteri
Paolo Lutteri, di Milano, si occupa di comunicazione e marketing dal 1976. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Milano e Diplomato all’Istituto Universitario di Lingue di Pechino. Giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine dei Giornalisti e all’Unione Giornalisti Italiani Scientifici. Ha lavorato con il quotidiano Il Giorno, con le società Spe, Sport Comunicazione e Alfa Romeo; con il Gruppo Rai dal 1989 si è occupato di marketing, sport, nuovi media e relazioni internazionali. Ha tenuto corsi presso le Università degli Studi di Milano e Bicocca, le Università di Roma Sapienza e Tor Vergata. Attualmente studia e scrive articoli sull’innovazione culturale e tecnologica, fa parte del Comitato di Direzione della rivista Media Duemila, è socio onorario dell’Osservatorio TuttiMedia, membro d’onore dell’EGTA-Associazione Europea Concessionarie tv e radio, membro del Consiglio direttivo dell’Associazione Eurovisioni, socio e direttore del Centro Documentazione e Formazione della Fondazione Salvetti. e-mail: paolo.lutteri@libero.it