L’opera della criminologa forense, psicologa giuridica, mediatrice familiare Dottoressa Maria Pia Turiello “La famiglia: un porto sicuro o una prigione?”realizzato in collaborazione con SD&C accende la luce sull’ambiente dove vengono perpetrate la quasi totalità (circa l’80%) delle violenze sulle donne: la famiglia.
Tragica attualità che è emersa durante il confinamento dovuto al Covid19, dove le convivenze in ambienti familiari non sani e violenti sono state, purtroppo, forzate.
“L’isolamento, la convivenza forzata,l’impossibilità di sottrarsi materialmente alle violenze uscendo di casa e l’instabilità del periodo hanno reso le donne e i loro figli ancora più esposti alla violenza domestica – sottolinea Maria Pia Turriello -. Un triste primato, quello italiano, che ha visto durante il 2020 i casi triplicati di femminicidio, uno ogni due/tre giorni, accresciuto anche dall’impennata della disoccupazione femminile durante la pandemia”. Ho imparato molto durante la presentazione del libro, alla quale hanno partecipato, fra gli altri, Maria Rizzotto, Senatrice della Repubblica Italiana, Vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, e l’avvocato penalista e Cavaliere della Repubblica per la lotta alla violenza sulla donna Irma Conti.
Il rapporto tra abuso e famiglia è stato al centro di tutta la presentazione attraverso lo studio degli ambienti, dell’età, delle culture e della contestualizzazione delle singole vittime.