La transizione sostenibile dalla DAD alla DAAAD: la riqualificazione della Didattica Accademica Avanzata e dell’Aggiornamento a Distanza

Testimonianza di Graziella Tonfoni raccolta dalla Redazione di Media Duemila

Nel corso di una presentazione ufficiale avvenuta recentemente (25.10.2021) presso l’archivio storico privato deposito didattico didascalico della Dott.ssa Graziella Tonfoni collocato al centro storico di Bologna, alla presenza degli Assessori alle Politiche Educative-Semplificazione Amministrativa e del Personale- Bilancio del Comune di Ozzano dell’ Emilia, l’autrice ha avuto modo di illustrare le caratteristiche di un progetto realistico, che ha come principale obiettivo quello di rendere possibile,  la riqualificazione del concetto stesso di didattica a distanza, dad, che attualmente, nell’immaginario collettivo venutosi a determinare, durante il periodo drammatico  della pandemia, è stato sottoposto a più interpretazioni riduttive, connotazioni emotive.

Non dimentichiamo che fu la stessa Tonfoni a promuovere una prassi di didattica accademica supportata a distanza, ove le lezioni frontali erano contemporaneamente corredate da piattaforme online, per favorire la collaborazione fra studenti ed esperti dei vari settori, in un percorso di formazione permanente, che continua anche fuori dall’aula. Fu un iter didattico informativo, successivamente affiancato da un carteggio costante con i colleghi e colleghe, inteso personalizzare l’ apprendimento rispetto alle esigenze dei vari docenti, studenti, corsi, seminari, programmi, quando era lei stessa Ricercatrice e Docente presso l’ Alma Mater Studiorum Università di Bologna (1983-2015).

Oggi lei ci propone il rilancio di una prassi di formazione avanzata, di aggiornamento per gli operatori della pubblica amministrazione, una didattica interdisciplinare distanziata nel tempo e dislocata negli spazi, con un portafoglio di opzioni informative, sviluppato da lei negli ultimi cinque anni, proprio sulla base della attenzione alle fasi più critiche al rilevamento delle tratte deteriorate, dei saperi che si vanno perdendo.

Afferma Tonfoni che le più antiche e prestigiose sedi e atenei Italiani, che da anni operano a distanza, presenti sul territorio nazionale, devono riappropriarsi di quel ruolo di vedette e fari del sapere consolidato, di punti di riferimento stabile, che hanno avuto in passato, e che, per l’ampliamento delle offerte formative ormai presenti ovunque, rischiano di perdere la loro fisionomia, di vedere diminuito progressivamente il loro ruolo specifico e impatto nei vari territori.

Per esempio-sostiene Tonfoni- possono proprio le università a distanza, di tradizione e qualità, riscoprire e fare riemergere nicchie di sapere di comprovata eccellenza, di verificata stabilità, rispolverando pratiche e metodologie, che rischiano di andare perdute.

Propone ai colleghi di proseguire con quei percorsi ideativi, che già lei stessa aveva avviato. Invita a promuovere sul piano nazionale, nelle singole amministrazioni e sedi formative, una didattica avanzata a distanza per accademici, per responsabili di area, per funzionari, che intendano dotarsi di strumenti interdisciplinari, di competenze indispensabili nella realtà complessa attuale.

Un noto studioso di letterature comparate europee, ha definito la sua recente attività di manualistica dal 2016 in poi  come il ridimensionamento tridimensionale di un sogno, rilevando “come la narrazione rapida di Graziella Tonfoni, che racconta, ricorrendo anche a rime in brevi tratte di poesia, il senso preciso,  illustra con rigore, il significato autentico, di alcune ricerche accidentalmente interrotte, i cui presupposti e metodi restano tuttora decisamente validi, paia risentire di una diffusa nota costante di nostalgia da opera incompiuta […]

A causa di impreviste vicende, eventi anomali da attribuirsi alla enorme quantità di proposte provenienti da ogni direzione, in una fittezza di richieste ed esigenze di ogni tipo, che rendono difficile fare notare l’ importanza di progetti di lungo termine, la stessa autrice ha dovuto optare per un percorso decisamente ridimensionato rispetto alle originarie programmazioni prefigurate e delineate.

L’ intenzione era infatti quella di avviare un centro di ricerche interdisciplinari per la risoluzione di problemi complessi, ma un evento sfavorevole, imprevedibile, ha determinato una improvvisa cancellazione, attraverso una brusca sottrazione, avvenuta in forma dirottamento inaspettato degli stanziamenti di fondi indispensabili, che lei aveva puntualmente predisposto.

A fronte di tagli di notevole spessore, l’autrice ha deciso di ricompattare il materiale originariamente da lei organizzato per un rilevante macro-progetto, ricomponendolo, rielaborandolo, ricompattandolo in una sintesi, adattandone lo spessore per un ridotto intervento culturale, un micro-progetto esemplare e virtuale, teso promuovere la lettura scientifica e la rilettura in chiave letteraria di traiettorie particolarmente rilevanti selezionate ed estratte dalle sue pagine del biennio 2020-2021.

In una realtà difficile, caratterizzata dal rallentamento globale, mentre si sta progettando la riduzione delle tradizionali fonti di erogazione della conoscenza verificata, seppur tuttora in assenza di fonti alternative sufficientemente sviluppate, la scienziata indica come unica soluzione possibile, un percorso di innovazione intesa come recupero del tanto buon senso perduto, o accantonato, con la rilettura di testi dimenticati, per fare riscoprire la bellezza intrinseca di certi modelli teorici disattesi, considerati obsoleti.

Procede richiamando alla memoria, in poetica assonanza con l’opera sempre infinita di Marcel Proust, di cui ricorre proprio nel 2022 il centenario dalla scomparsa. Indicando e indicizzando le opere dei fondatori, di interi settori disciplinari, ne enumera quelle testimonianze, che oggi rischiano di non essere neppure disponibili, quindi non riconoscibili alle nuove generazioni di studiosi. I personaggi, le situazioni scientifiche, da lei riproposte, riflettono vissuti intensi, che procedono sul filo della memoria, tratteggiati ne appaiono i contorni e i contesti, rielaborati nel corso di intere filiere di liquide e-mail.

Si procede così alla riscoperta di una scienza perduta, coniando nuovi tasselli di sapere stabilizzato, facendo circolare uno per uno concetti solidi, che possono essere considerati elementi attendibili, riletti come parte di quella ricerca pregiata e preziosa, gioielli del ragionamento analogico, derivati da una prassi precisa, un tempo assai apprezzata, poi dismessa.

[…] Se dovessimo proporre un nuovo termine, per definire questo lavoro che oscilla fra letteratura, narrativa, saggistica e scienza -commenta lo studioso di letterature comparative europee- potremmo semplicemente  riadattare una parola esistente riconfigurandola morfologicamente. Conclude precisando che “[…] siamo di fronte ad una vera e propria “obsol-e-scienza” i cui principi e fondamenti sono sempre validi, seppur oggi ignoti o ignorati dalle giovani generazioni di studiosi. L’autrice, ambasciatrice della lettura dell’anno 2021, con i suoi più recenti tre volumi, invita a riconoscerli presentandoli, sistematicamente anche in e-mail personalizzate, con riferimenti bibliografici, sempre validi, che risuonano fra le sue pagine sia online che cartacee […]

Forse sono proprio queste le nuove note, le direzioni innovative, per la  riqualificazione di una offerta formativa efficace, stemperata nella didattica accademica avanzata a distanza.

DAAAD con una profonda nostalgia di quel futuro, che Media Duemila di oggi, conservando intera, integra, intatta, anche tutta la dimensione cartacea precedente della rivista di ieri, ovvero degli anni della fondazione e della direzione di Giovanni Giovannini, sa e riesce con lungimiranza e saggezza a garantire ai suoi lettori.

 

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