La morte di Sergio Lepri, scomparso a 102 anni stamane a Roma, priva generazioni di giornalisti dell’ANSA del loro Direttore e tutti i giornalisti italiani di un Maestro e di un punto di riferimento: Lepri, un paladino dell’obiettività, direttore dell’ANSA per trent’anni dal 1961 al 1990, aveva 102 anni e, almeno fino al compimento del secolo, era rimasto attivo e continuava a coltivare, sul suo sito, https://www.sergiolepri.it/, il suo ultimo lavoro, 1943 Cronache di un anno https://www.sergiolepri.it/1943-cronachediunanno/.

Sergio Lepri mi assunse all’ANSA il 1o gennaio 1980, nell’ufficio di corrispondenza di Bruxelles che, alla fine del 1979, era rimasto, per diverse ragioni, sguarnito. Il nostro primo incontro avvenne a Parigi: mi diede appuntamento all’Hotel Florence, un alberghetto scevro di ogni lusso, vicinissimo all’Ufficio dell’ANSA in Rue Tronchet nei pressi della Madeleine.

E fu Sergio Lepri, due anni dopo, a innescare il mio sodalizio con Media Duemila, vecchio di ormai quasi 40 anni, e con il fondatore della rivista, Giovanni Giovannini, all’epoca presidente della Fieg e dell’ANSA. A cavallo tra il 1982 e l’ ’83, mi telefonò dicendomi che il presidente Giovannini gli aveva chiesto un giovane collega cui fare riferimento a Bruxelles per una sua nuova iniziativa editoriale e mi chiese se poteva fargli il mio nome. Risposi, ovviamente, in modo affermativo, aggiungendo scherzosamente che, per dire sì al presidente, mi serviva l’autorizzazione del direttore, senza la quale i cronisti dell’ANSA non potevano avviare collaborazioni.

L’aneddotica fiorita intorno a Sergio Lepri è tutta basata su elementi reali: dal “non le chiedo come la pensa, ma non me lo faccia capire da quel che scrive”, nel segno dell’obiettività del giornalista d’agenzia, ai dispacci cerchiati a penna rossa inviati ai giornalisti per segnalare loro errori e incongruenze; dalla capacità di cogliere le notizie e di valutare le persone alla straordinaria vitalità che gli consentì di giocare a tennis e di scarpinare in montagna ben oltre gli ottant’anni. Avendo sempre i mantra della professione ben chiari in mente: le notizie dell’ANSA dovevano essere affidabili e verificate, obiettive e complete, tempestive e ben scritte.

L’ANSA ha affidato il ricordo del suo storico direttore a Elisabetta Stefanelli, del cui articolo riprendiamo ampi stralci: “Lepri ha iniziato la sua avventura nel giornalismo dirigendo a Firenze, fra il 1943 e il 1944, il giornale clandestino del Partito liberale. ‘Fare un giornale e distribuirlo allora significava rischiare la vita’, raccontava in occasione dei suoi 100 anni, ricordando gli anni della Resistenza come ‘un periodo formativo per una parte della mia generazione’. Poi l’esperienza al Giornale del Mattino a Firenze, dopo la quale lui, laico, fu portavoce di Amintore Fanfani, democristiano, come presidente del Consiglio, prima di approdare all’ANSA”.

“Nato a Firenze il 24 settembre 1919, dopo l’ingresso nella Resistenza con l’adesione al Partito d’azione e poi al Partito liberale e la direzione de L’opinione, nel 1945 era redattore del quotidiano La Nazione del popolo, organo del Comitato toscano di liberazione nazionale, e poi redattore capo del fiorentino Giornale del mattino, vicino a Fanfani, per il quale fu inviato speciale negli Stati Uniti e nell’Unione Sovietica e poi corrispondente da Parigi”.

“Dal 1961 al 1990 è stato il direttore responsabile dell’ANSA, sempre disponibile coi suoi redattori, ma insieme granitico nella sua integrità. Che aveva come presupposto dividere i fatti dalle opinioni. ‘Il privilegio di un serio giornalismo – diceva – è di non schierarsi. Io sono arrivato al giornalismo alla fine della guerra. Giovani come me decisero di fare il giornalista perché era uno strumento … di conoscenza, di democrazia e di libertà’”.

“La sua seconda inesauribile vena è stata quella dell’insegnamento, che ha praticato con l’energia e l’ottimismo. Dal 1988 al 2004 ha insegnato ‘linguaggio dell’informazione’ alla Luiss. Ha scritto numerosi libri, molti dei quali ad impronta didattica hanno formato varie generazioni di giornalisti. Autore di uno storico manuale, Lepri ha sempre sostenuto che ‘giornalisti si diventa’, pur di avere ‘curiosità di conoscere e capacità di analisi critica’ … Lepri, dall’alto del suo secolo superato, s’è sempre fregiato anche del titolo di innovatore: dalla sua intuizione è nato ad esempio il Dea, il primo archivio digitale delle notizie ANSA, il primo in Europa. ‘Erano gli Anni Settanta e milioni di notizie si accumulavano come carta negli scaffali: ora sta tutto su un telefonino … E’ cambiato tutto … E’ cambiata l’informazione – diceva in occasione dei suoi 100 anni – perché sono cambiati gli strumenti. Le nuove tecnologie sono state un grande modo per migliorare l’informazione”.

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Giampiero Gramaglia
Giornalista, collabora con vari media (periodici, quotidiani, siti, radio, tv), dopo avere lavorato per trent'anni all'ANSA, di cui è stato direttore dal 2006 al 2009. Dirige i corsi e le testate della scuola di giornalismo di Urbino e tiene corsi di giornalismo alla Sapienza.