La guerra in Ucraina pare entrata in una nuova fase: dopo la controffensiva di Kiev, che ha portato alla riconquista di parte del territorio occupato, e la risposta di Mosca, con le annessioni di regioni non interamente controllate e una serie di attacchi aerei, con missili e con droni, su infrastrutture soprattutto energetiche, le notizie dal fronte si sono fatte quasi improvvisamente più rade, mentre c’è un grande fermento diplomatico. Iniziative che possono preludere a un negoziato, ma anche scambi di accuse che possono preparare un’ulteriore escalation. Il conflitto, ormai nel nono mese, resta imprevedibile nei suoi sviluppi.
La Russia non boccia l’idea del presidente francese Emmanuel Macron di includere Papa Francesco e gli Stati Uniti in colloqui per avviare a soluzione la crisi, cominciando con un cessate-il-fuoco.
Lunedì, a Roma, Macron ha suggerito al pontefice di telefonare al presidente russo Vladimir Putin, al patriarca ortodosso russo Kirill e al presidente statunitense Joe Biden, per “innescare un processo di pace” in Ucraina.
Ma, intanto, Mosca agita l’accusa a Kiev di prepararsi a usare una ‘bomba sporca’: ne parlano, probabilmente, i responsabili della difesa di Usa e Russia, Lloyd Austin e Sergej Shoigu, che si sentono due volte 48 ore, dopo non averlo fatto per mesi; e se ne parla al Consiglio di Sicurezza dell’Onu dove i russi esortano il segretario generale Antonio Guterres a fare il possibile per “evitare questo atroce crimine”. “Considereremo l’uso di bombe sporche da parte del regime di Kiev come un atto di terrorismo nucleare”, scrive l’ambasciatore di Mosca all’Onu Vassily Nebenzia.
L’Occidente è scettico: teme che il Cremlino stia costruendo un caso per rendere legittimo il ricorso da parte sua all’atomica tattica e avverte che, se così fosse, “ci saranno conseguenze”. Il Pentagono sostiene che le accuse di Mosca a Kiev “sono palesemente false”.
A mischiare le carte dei coinvolgimenti internazionali, ci sono pure le vicende dei droni, che l’Iran nega d’avere venduto alla Russia, ma che sono protagonisti degli attacchi alle infrastrutture ucraine, e il deterioramento dei rapporti tra Stati Uniti e Arabia Saudita, dopo che l’Opec ha deciso di ridurre la produzione di petrolio, facendo lievitare il costo dell’energia negli Usa.
Il presidente israeliano Isaac Herzog, in visita a Washington, porta a Biden “le prove reali dell’uso dei droni iraniani in Ucraina”, con le foto “di droni kamikaze preparati per un’esercitazione militare in Iran nel dicembre 2021” e di droni dello stesso abbattuti in Ucraina. Teheran, dal canto suo, è pronta a colloqui con Kiev per provare che i droni russi non sono suoi e chiama l’Ue a testimone.