bard

Ho iniziato lo studio dell’evoluzione di Internet negli ultimi 40 anni partendo dalla parola molteplicità. Molteplicità fa pensare immediatamente a una cosa che noi abbiamo tutti, il potere fenomenale che viene dalla molteplicità delle risorse a disposizione. Questo potere si moltiplica in modo fenomenale per arrivare alle cose che conosciamo oggi come ChatGPT, IA ecc. Abbiamo accesso a una memoria collettiva che non si poteva neanche immaginare 40 anni fa, che è a disposizione di tutti e sfruttata da tutti. A partire dalla moltiplicazione fenomenale dei parametri da scegliere tra le cose che vogliamo sapere. La seconda parola è leggerezza: con IA, Machine learning e motori di ricerca abbiamo in tasca il mondo intero. Il futuro della comunicazione deve vertere sulla domanda più che sulle risposte. Saper fare domande è indispensabile perché non dobbiamo cedere molto di noi ai motori di ricerca o di pensiero come ho definito le IA generative. Infatti quando apri la pagina web di Bard immediatamente ti viene ricordato di non inserire informazioni sensibili nella chat. Mi limito a chiedere chi sono ed a parte alcuni errori di curriculum (non ho studiato all’Università Cattolica di Lovanio) il compitino Bard lo ha fatto benino. A Maria Pia Rossignaud da qualche anno di troppo e molte indicazioni sugli studi scorrette salvo il Master alla Luiss che in ogni ricerca è riportato correttamente. Ma questi sono compitini facili.

Ritorniamo al mio ragionamento che ci porta alla terza parola: visibilità. Con i selfie esternaliziamo noi stessi, ma oggi se non siamo in bard, GPT esistiamo? Il passaggio da atomo a bit è completo?. La rivista Media Duemila, di cui sono direttore scientifico, quest’anno compie 40 anni ed è sorprendente vedere come ha anticipato già molti dei temi dell’oggi. I titoli dei primi dieci numeri sono un anticipo del futuro che si andava delineando, oggi dove siamo arrivati? Oggi passiamo dalla regola del linguaggio, la regola di Italo Calvino, alla regola dell’algoritmo, stiamo cambiando il nostro sistema operativo celebrale, nostro brainframe, lo dico da qualche tempo, potrebbe essere arrivato il momento della svolta. Vediamo se è il caso dell’Intelligenza Artificiale generativa…

 

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Derrick de Kerckhove
Direttore scientifico di Media Duemila e Osservatorio TuttiMedia. Visiting professor al Politecnico di Milano. Ha diretto dal 1983 al 2008 il McLuhan Program in Culture & Technology dell'Università di Toronto. È autore di "La pelle della cultura e dell'intelligenza connessa" ("The Skin of Culture and Connected Intelligence"). Già docente presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell'Università degli Studi di Napoli Federico II dove è stato titolare degli insegnamenti di "Sociologia della cultura digitale" e di "Marketing e nuovi media".