La disinformazione passa dal web e l’intelligenza artificiale potrebbe alimentarla. Per questo la Commissione europea chiede alle piattaforme che hanno aderito al Codice di condotta Ue sulla disinformazione — tra cui Microsoft, Google, Meta, YouTube, TikTok e LinkedIn — di creare un «bollino» per identificare i contenuti generati da intelligenza artificiale.
I rapporti con Twitter, invece, sono tesi dopo che Elon Musk ha deciso di lasciare il Codice di condotta Ue «scegliendo la strada più difficile, quella dello scontro», ha spiegato ieri la vicepresidente della Commissione Ue Vera Jourova: «La Commissione ne prende atto — ha proseguito — il Codice è volontario, ma abbandonandolo Twitter ha attirato molta attenzione e le sue azioni e il rispetto delle regole Ue saranno controllate con urgenza e vigore».
Jourova ha tenuto un punto stampa al termine della riunione con la task-force del Codice di condotta Ue, nel quale ha spiegato che «con il bollino vogliamo che le piattaforme indichino i contenuti prodotti dall’intelligenza artificiale in un modo che consenta al normale utente, che può essere distratto da diversi contenuti, di vedere con chiarezza che non si tratta di un testo o un contenuto visivo creato da persone reali, ma che è un robot che parla». Per la Commissione le piattaforme che possono potenzialmente diffondere la disinformazione prodotta dall’intelligenza artificiale «dovrebbero sviluppare tecnologie per riconoscere tali contenuti e segnalarli come tali agli utenti attraverso un bollino». Inoltre secondo Jourova le piattaforme online firmatarie del Codice «che integrano sistemi di intelligenza artificiale generativa nei loro servizi, come Bing Chat per Microsoft e Bard per Google, dovrebbero sviluppare le necessarie salvaguardie per impedire l’utilizzo di questi sistemi da parte da chi vuole fare del male». I firmatari del Codice sono saliti a 44, ha detto ieri Jourova: piattaforme web, rappresentanti dell’industria pubblicitaria e della società civile. Dal 25 agosto, le piattaforme con più di 45 milioni di utenti attivi nell’Ue saranno soggette alla legge sui servizi digitali (Dsa) che prevede «l’uso di un contrassegno chiaramente visibile» per garantire che «un’immagine, un contenuto audio o video generato o manipolato sia riconoscibile». Ma la Commissione vuole che il bollino sia introdotto «immediatamente». L’Ue sta anche negoziando nuove regole sull’IA ma se il testo dovesse essere adottato entro fine anno, entrerebbe in vigore «non prima della fine del 2025», ha spiegato il commissario Ue Thierry Breton.