Animali senza guinzaglio
Cara Cassandra,
Le cronache sono ricche di incontri ravvicinati, magari involontari, tra persone e animali strani. C’è chi trova un lupo sulla porta di casa, chi un pitone in giardino, chi una foca sulla tavola di surf, chi un cinghiale sul marciapiede. Lasciando da parte chi va a caccia per passione, tutti abbiamo avuto a che fare con ragni e zanzare, vespe, non rari i pescecani, almeno in senso figurato. Cani ringhiosi e gatti stizzosi non si contano. Domestici o selvaggi il confronto tra noi e loro ha ancora qualcosa di mitologico, da esorcizzare. Non per caso ci sono anche corrispondenze caratteriali tra umani e bestie. Ti consiglio di rileggere le favole di Esopo e Fedro, ancor oggi molto sapienziali e didattiche, nonostante che i bambini adesso preferiscano i super-eroi.
Intanto mi soffermo su tre animali formidabili nei nostri tempi. Il primo è l’orso. Non quello del Trentino o dell’Abruzzo, ma quello della Borsa, che schiaccia i titoli in giù. L’andamento ribassista del mercato danneggia gli investitori e aizza gli speculatori. Le unghiate lasciano il segno sull’economia.
Nei boschi finanziari c’è anche il toro, che infiamma le quotazioni, scatena il rialzo dei prezzi e la corsa all’oro. Tutti vogliono comprare e la speranza di guadagno aiuta la crescita dei valori. L’ottimismo aiuta le speculazioni.
Il terzo animale è il cigno nero, così raro da far supporre che non esista. E’ un evento straordinario di fortissimo impatto, improvviso, imprevedibile, spiazzante, impressionante, anche micidiale. Sconvolge le ipotesi, altera il corso regolare della storia non solo della finanza ma anche dello sviluppo scientifico. I commenti ‘col senno di poi’ e ‘l’avevo immaginato’ diventano frasi ormai inutili. Due esempi: il crollo di Wall Street del 29.10.1929 e l’attacco alle Torri di New York dell’11.9.2001. I modelli predittivi non ne tenevano debito conto. Tra i cigni neri elencati dagli specialisti c’è anche la diffusione digitale del web e dell’intelligenza robotica. Non è proprio imprevedibile, ma forse sono ancora inimmaginabili i risultati. Li vorremmo tutti positivi e non catastrofici. Di questo è bene tenerne conto e tentare approfondimenti.
Poiché non abbiamo speranza che cali dal cielo una divinità extraterrestre a indicarci la strada, non ci resta che studiare e rimboccarci le maniche, tutti insieme, raccontare da bravi giornalisti che cosa c’è dietro le quinte del palcoscenico sociale e scientifico, fare previsioni e preparare soluzioni intelligenti. Computer superdotati e algoritmi ragionevoli pare non manchino. Condividere i risultati sarà più difficile, ma dobbiamo provarci, finché comparirà una colomba bianca con un ramoscello d’ulivo nel becco.
Ciao cara, un abbraccio e buona estate, sul lago, con i cigni bianchi!
Paolo
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Paolo Lutteri
Paolo Lutteri, di Milano, si occupa di comunicazione e marketing dal 1976. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Milano e Diplomato all’Istituto Universitario di Lingue di Pechino. Giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine dei Giornalisti e all’Unione Giornalisti Italiani Scientifici. Ha lavorato con il quotidiano Il Giorno, con le società Spe, Sport Comunicazione e Alfa Romeo; con il Gruppo Rai dal 1989 si è occupato di marketing, sport, nuovi media e relazioni internazionali. Ha tenuto corsi presso le Università degli Studi di Milano e Bicocca, le Università di Roma Sapienza e Tor Vergata. Attualmente studia e scrive articoli sull’innovazione culturale e tecnologica, fa parte del Comitato di Direzione della rivista Media Duemila, è socio onorario dell’Osservatorio TuttiMedia, membro d’onore dell’EGTA-Associazione Europea Concessionarie tv e radio, membro del Consiglio direttivo dell’Associazione Eurovisioni, socio e direttore del Centro Documentazione e Formazione della Fondazione Salvetti. e-mail: paolo.lutteri@libero.it