Confronto Guido Scorza (Componente Garante Privacy) e Derrick de Kerckhove (McLuhan Program e TuttiMedia)

Guido Scorza (Componente Garante Privacy) e Derrick de Kerckhove (già direttore McLuhan Program di Toronto e direttore scientifico dell’Osservatorio TuttiMedia), si confrontano sull’Innovazione nell’era dell’IAG: ricadute sui diritti, privacy, competenze in questo stravolgente contesto inimmaginabile fino a pochi mesi fa. Derrick de Kerckhove accende la luce sulle criticità e afferma: “Introduciamo le nostre opere di ingegno in una macchina che le mastica e ne restituisce pezzi ridistribuiti in nuovi contesti. Siamo proiettati in una nuova condizione linguistica dovuta all’esplosione dell’Intelligenza Artificiale Generativa, le ricadute su privacy e copyright sono numerose.  Propongo di riflettere sulla necessità di distinzione fra input e output, cosa si mette dentro e cosa esce fuori dalla macchina”.

Guido Scorza aggiunge che “se nella creazione è insita un’impronta unica e originale dell’autore, dovremmo considerare la possibilità che l’opera dell’ingegno sia un dato personale. Alla stregua del nome e cognome. Se così fosse, in realtà avremmo uno strumento di governo potentissimo del fenomeno, perché ogni autore potrebbe dire: senza il mio consenso l’opera non può diventare cibo per l’algoritmo”.

Scorza e de Kerckhove sono, entrambi, d’accordo sul fatto che si potrebbe immaginare di consegnare al singolo il diritto di decidere se, e a quali condizioni, partecipare a questo grande strumento collettivo che produrrà effetti straordinari, ma difficilmente restituirà ricchezza in maniera equa.

Scorza sottolinea la necessità di trovare una soluzione sia nella privacy, sia nel copyright ed anche di cercare soluzioni per permettere la distinzione tra prodotto generato dalla macchina e creato dall’uomo: “Forse la strada è immaginare un unico sistema automatizzato da consegnare al singolo – sottolinea Scorza”.

Roberto Viola (Direttore DG Connect EU – intervistato nell’articolo: “No alla regressione di diritti nell’era digitale”) parla di Watermark, una sorta di filigrana elettronica, costituita da un insieme di informazioni poste all’interno di un file, visibili o nascoste, in modo che questo sia liberamente accessibile, ma contrassegnato in maniera permanente, in modo da distinguere quello che è stato creato da un essere umano e quello prodotto dell’IAG.

“Il Watermark potrebbe essere lo strumento che consente l’esercizio di diritti diversi – precisa Scorza. Non sono certo che il copyright basti perché l’algoritmo permette una novità: l’uso di un’opera non umana per finalità diverse da quelle per cui un uomo l’ha creata. L’EU sostiene che l’opera generata dall’algoritmo deve essere dichiarata come tale, ma non si esprime sul fatto che l’algoritmo utilizza le opere altrui. Faccio un esempio pratico, ognuno di noi dovrebbe avere la libertà di negare l’utilizzo di un qualcosa che contiene parte di sé stesso. Chiarisco che non sono a favore di diritti per le opere algoritmiche perché salterebbe tutto il sistema regolatorio. La distinzione è ben chiara: l’opera dell’algoritmo è generata, quella dell’uomo è creata. Esiste una linea di confine in quanto ciò che genera l’algoritmo è innovativo, non creativo”.

Per de Kerckhove, la privacy si riferisce e rappresenta uno spazio mentale in cui si sviluppa il libero pensiero articolato secondo le capacità uniche del pensatore (contenuto, flessibilità, elasticità della mente nutrita): “Le capacità mentali rischiano di restringersi a causa dei contenuti troppo spesso delegati a database esterni, e si indeboliscono a causa della dipendenza dall’IA che fornisce raccomandazioni su tutto – precisa -. Se le funzioni cognitive dominanti lasciano la mente, il laboratorio cognitivo, interno all’uomo, diventerà sempre più ristretto, rigido e dipendente dalla macchina. Senza privacy non c’è molta responsabilità né resistenza al controllo esterno. La privacy non riguarda solo il diritto di essere lasciati in pace se e quando necessario, ma garantisce anche, in ultima analisi, la capacità di pensare. Siamo giunti al momento in cui la giurisprudenza ha bisogno di una riflessione lungimirante sulla privacy e sul diritto d’autore”.

Scorza ribatte: “Siamo al salto quantico, non basta più applicare le regole che esistono. Quanto è successo è inimmaginabile e ci mette di fronte a nuovi diritti, che se moltiplicati perdono di forza. Sono il garante di un diritto che ha più di cento anni di storia, eppure la sua importanza è percepita da pochi. Se si riavviano tavoli internazionali per parlare di nuovi diritti utili al governo dell’IA, quanto tempo servirà per arrivare ad individuarli? Il tempo oggi è tiranno, questa è l’unica cosa certa, ecco perché punto su due priorità: trasparenza e autodeterminazione”.

de Kerckhove provoca dicendo che “per non avviare l’era della cannibalizzazione di massa dovremmo forse immaginare che quanto esce dall’IA Generativa dovrebbe essere considerato come pubblico dominio, così come l’uso normale (cioè non formale) del linguaggio orale”.

E Guido Scorza conclude ribadendo che “non dobbiamo dimenticare che quanto generato dall’IA ha un valore commerciale, fungibile, competitivo, rispetto a quello dell’ingegno umano: “Ad esempio, la puntata di South Park generata artificialmente ha un valore commerciale analogo a quella generata dagli umani – sottolinea -. I due prodotti sono sullo stesso mercato. Allo stesso tempo non si potranno distinguere fra le opere diffuse su Spotify, quelle generate e quelle create. Oggi non consideriamo questo un problema perché la percentuale del generato è molto modesta. Ma domani la situazione potrebbe capovolgersi. La Sony scomparirà? I doppiatori italiani non esisteranno più? Arriveremo ad una polarizzazione dell’industria culturale senza precedenti”.

 

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Maria Pia Rossignaud
Giornalista curiosa, la divulgazione scientifica è nel suo DNA. Le tecnologie applicate al mondo dei media, e non solo, sono la sua passione. L'innovazione sociale, di pensiero, di metodo e di business il suo campo di ricerca. II presidente Sergio Mattarella la ha insignita dell'onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. Vice Presidente dell’Osservatorio TuttiMedia, associazione culturale creata nel 1996, unica in Europa perché aziende anche in concorrenza siedono allo stesso tavolo per costruire il futuro con equilibrio e senza prevaricazioni. Direttrice della prima rivista di cultura digitale Media Duemila (fondata nel 1983 da Giovanni Giovannini storico presidente FIEG) anticipa i cambiamenti per aiutare ad evitare i fallimenti, sempre in agguato laddove regna l'ignoranza. Insignita dal presidente Mattarella dell'onorificenza di "Cavaliere al Merito della repubblica Italiana. Fa parte del gruppo di esperti CNU Agcom. E' fra i 25 esperti di digitale scelti dalla Rappresentanza Italiana della Commissione Europea. La sua ultima pubblicazione: Oltre Orwell il gemello digitale anima la discussione culturale sul doppio digitale che dalla macchina passa all'uomo. Già responsabile corsi di formazione del Digital Lab @fieg, partecipa al GTWN (Global Telecom Women's Network) con articoli sulla rivista Mobile Century e sui libri dell'associazione. Per Ars Electronica (uno dei premi più prestigiosi nel campo dell'arte digitale) ha scritto nel catalogo "POSTCITY". Già docente universitaria alla Sapienza e alla LUISS.