Lettera aperta di Paolo Lutteri – 2 novembre 2023
Cara Claudia,
mi chiedi che cosa penso del futuro delle fiction tv. L’avvenire è così ricco di ipotesi frastagliate da non poter essere prefigurato con probabilità certe. Incombono guerre, catastrofi climatiche, sanguinolenti crimini tribali. Che sia un sogno di menti pessimiste, incalzate da uno stress di competitività e paura?
I sogni rilassanti si avverano nelle storie audiovisive, recite false e perciò non pericolose, in quei racconti semistorici del west americano, come nelle narrazioni di Yellowstone, oppure nelle serie poliziesche di Ncis, Fbi, Swat, Chicago PD, Succession, accanto a quelle europee di Cormon Strike o Dark, la Casa di Carta o un redivivo Lupin. Meno affascinanti quelle scandinave, con pochi sorrisi. Non solo crimini: abbiamo in Italia anche i pizzichi sentimentali di Lolita Lobosco, Imma Tataranni, Schiavone e Pizzo Falcone, giallo-fiction con famiglia…, l’elenco sarebbe lungo. Gomorra e Suburra già più acidi. Altri più mielosi.
Se ne deduce che, nonostante internet, le serie televisive di fiction, lunghe o brevi, fanno sempre costume e interpretano non solo i comportamenti tipici della società dove gli amori e i delitti raccolgono le più comuni attenzioni ma anche i brividi dei futuribili del mondo, come West World, Black Mirror, Person of Interest, MrRobot … anche qui un ricco menù di fantascienza e distopia, free, pay e replay.
Affabulati dalla spettacolo semi-cinematografico, possiamo spiare nell’intimità di una comunità, di un ufficio commerciale, di una centrale cybernetica, nella mente di un’innamorata o nei deliri di un pazzo suprematista. Lo spettacolo si appoggia ad una creazione letteraria immaginaria, ma sotto sotto c’è sempre qualcosa di verosimile, di ‘catturato’ da una realtà problematica. Un appeal per la fidelizzazione e per le audiences degli adulti (ovvero per la pubblicità ai ‘responsabili acquisti’), un apprezzamento per la recitazione degli attori, per l’originalità degli sceneggiatori. Intrighi e suspense sono elementi fondamentali così come i risvolti sexy.
Attori e attrici son più celebri dei loro ideatori. I romanzi in carta fan meno mercato delle loro versioni audiovisive. Nelle famiglie gli indici di lettura dei libri calano drasticamente. Si vendono forse più libri che in passato (in Italia poco più di 100 milioni all’anno = due a testa in media!) ma si leggono di meno. Le avventure audiovisive in tv fanno i loro milioncini di ascolto ogni sera, anziani o giovani che siano.
Tirando le fila, la televisione resta una costante attrazione per la popolazione: 20 milioni di individui ogni prima serata, con punte oltre i 25 se c’è il calcio o un grande evento di intrattenimento.
Concludendo: siamo perlopiù teledipendenti, ci differenziamo dai gusti e dalle passioni per i busti in primo piano, per le preferenze politiche o calcistiche, ma la poltrona davanti alla tv non ci manca mai. E’ una fonte di intrattenimento ma anche di cultura, di informazione e di formazione, voluta o subita, coscientemente o inconsapevolmente. La fiction tv è un medium-influencer di opinione globale, come ben sanno gli americani, che ne hanno la leadership dai tempi di RinTinTin e del dottor Kildare, di Beautiful e Dallas (c’è chi se li ricorda).La generazione dei telefonini, del web permanente, degli sms a raffica è certamente più giovane, più moderna, più spensierata, più effimera. Sa tutto, ma non si gode uno spettacolo dall’inizio alla fine!
Cara Claudia, le fiction avranno un domani, seguile, cattùrati le emozioni più forti e sogna quelle più belle! Un bacio
Paolo