Lettera aperta di Paolo Lutteri – 9 novembre 2023
Cara Anna,
per la tua tesi ti segnalo qualche spigolatura sui programmi delle televisioni in Italia. Lascio da parte quanto viene mandato in onda, ma prodotto all’estero (film, documentari, serie), quanto attiene direttamente ai servizi di informazione (telegiornali, speciali, inchieste) e quanto invece va-e-viene per vie quasi naturali all’estero (sport, musica, eventi). I grandi programmi di intrattenimento sono confezionati in Italia, ma molto spesso hanno la struttura originale in format acquisiti prevalentemente dall’esterno, non prodotti dagli editori italiani. Si tratta quindi di produzioni adattate, con brillanti sceneggiatori, registi e attori italiani. La creatività va quindi condivisa. Personalmente non penso che la base ‘straniera’ sia un’intrusione negativa, anzi la considero un elemento di globalizzazione positiva per integrare culture di diversa origine. Ti faccio una breve rassegna, non esauriente.
Nelle reti della Rai abbiamo ‘Tale e quale show’, come adattamento italiano del talent show ‘Tu cara me suena’, format spagnolo di Endemol. Anche ‘Ballando con le stelle’ è un adattamento italiano del talent show britannico ‘Strictly Come Dancing’. Nel settore dei games-show, ‘Affari tuoi’ è basato sul format olandese ‘Deal or No Deal’, prodotto da Endemol. ‘ll cantante mascherato’ è la versione italiana del talent show canoro americano-tedesco ‘The Masked Singer’, a sua volta ispirato a ‘Bongmyeon ga-wang’, format sudcoreano della MBC. ‘The Voice’ è un talent show originario dei Paesi Bassi, ‘The Voice of Holland’. Caso particolare per le comedies è ‘Un posto al sole’, in onda dal 1996, prodotta da Rai Fiction, Fremantle e Centro di produzione Rai di Napoli, ideata da Wayne Doyle con metodo di produzione industriale basato sul format australiano ‘Neighbours’.
Sulle reti Mediaset ‘L’isola dei famosi’ è la versione italiana del reality show ‘Celebrity Survivor’, di origine svedese come ‘Expedition Robinson’, ma sviluppato da un team di autori per la Gran Bretagna. ‘Il Grande Fratello’, prodotto da Endemol Shine Italy, è basato sul format olandese ‘Big Brother’. ‘Caduta Libera’, prodotto in Italia da Endemol, arriva da ‘Still Standing’ ovvero ‘La’uf al HaMillion’, game-show di origine israeliana, prodotto da Armoza.
Sulle reti Sky ‘X Factor’ è la versione italiana del talent show musicale di origine britannica ‘The X Factor’. ‘MasterChef Italia’ è la versione del talent show culinario omonimo inglese ‘MasterChef’. ‘Alessandro Borghese – 4 Ristoranti’ è basato sul format tedesco ‘Mein Lokal, Dein Lokal’Âin onda sul canale Kabel eins. ‘Pechino Express’ è un reality show italiano, adattato del format belga-olandese ‘Peking Express‘.
Sulle reti di Warner (Discovery) ‘Il contadino cerca moglie’  è l’edizione italiana del reality di successo internazionale ‘Farmer Wants a Wife’, prodotto da Fremantle Media Italia per Fox Networks Group Italy; il format è nato nel Regno Unito. ‘Don’t Forget the Lyrics!’, game show, è il secondo adattamento italiano dell’omonimo format statunitense in onda su Fox (il primo era andato in onda su Mediaset con il titolo di ‘Canta e vinci’ con Amadeus e Checco Zalone). ‘Bake off Italia – Dolci in forno’ è considerato un fenomeno televisivo internazionale, creato da Love Production e inizialmente trasmesso sulla BBC come ‘The Great British Bake Off‘.
Forse il record di diffusione e successo è quello di ‘Got Talent’, creato dal produttore televisivo britannico Simon Cowell e di proprietà della Syco Entertainment, che è stato utilizzato in circa 60 Paesi. Oggi in Italia è solo in streaming su Disney+.
Per contro, anche l’Italia esporta in diversi Paesi nel mondo qualche format di buon successo: ‘C’è Posta per Te’Âe ‘Amici’, ideati e condotti da Maria De Filippi. Della Rai, oltre alle celebri fiction del ‘Commissario Montalbano’ e ‘Don Matteo’ ci sono altri programmi ideati in Italia e apprezzati, come ‘Chi l’ha visto?’ e ‘I fatti vostri’, venduti per il mercato anglofono della televisione.
La tua tesi raccoglierà sicuramente più dati e più approfondimenti critici. Ti segnalo anche il recente Rapporto APA (www.apaonline.it/news/apa-presenta-il-5-rapporto-sulla-produzione-audiovisiva-nazionale/), nel quale emerge la crescita degli adattamenti da format internazionali sia in termini di titoli (+11%) che in termini di ore (+39%), grazie in particolare ai generi Talent, Reality, Dating e Factual. Film e fiction di origine americana ed europea crescono in egual misura (il 45% della programmazione). La nostra quota di produzione nazionale è pari al 18%. Nel Regno Unito la quota è pari al 32%, agevolata anche dalla lingua e da un mercato amplissimo, e al 28% in Francia, dove vige uno stringente sistema di quota nazionale.
Buon studio e buon lavoro, mia cara.
Paolo
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Paolo Lutteri
Paolo Lutteri, di Milano, si occupa di comunicazione e marketing dal 1976. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Milano e Diplomato all’Istituto Universitario di Lingue di Pechino. Giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine dei Giornalisti e all’Unione Giornalisti Italiani Scientifici. Ha lavorato con il quotidiano Il Giorno, con le società Spe, Sport Comunicazione e Alfa Romeo; con il Gruppo Rai dal 1989 si è occupato di marketing, sport, nuovi media e relazioni internazionali. Ha tenuto corsi presso le Università degli Studi di Milano e Bicocca, le Università di Roma Sapienza e Tor Vergata. Attualmente studia e scrive articoli sull’innovazione culturale e tecnologica, fa parte del Comitato di Direzione della rivista Media Duemila, è socio onorario dell’Osservatorio TuttiMedia, membro d’onore dell’EGTA-Associazione Europea Concessionarie tv e radio, membro del Consiglio direttivo dell’Associazione Eurovisioni, socio e direttore del Centro Documentazione e Formazione della Fondazione Salvetti. e-mail: paolo.lutteri@libero.it