di MICHELE MEZZA
Mentre Madame Reading presenta a Bruxelles la direttiva europea sul diritto all’Oblio, che prescrive la necessità di consentire ad ogni utente della Rete la possibilità di cancellare dati e tracce della sua attività, Google anticipa il colpo, presentando i nuovi tools per la tutela del profilo degli utenti.
Sono 12 nuovi applicazioni, che saranno progressivamente estese ad ognuno dei cinquanta prodotti del motore di Mountain View, e che permetteranno ad ogni utente di “governare” le scie che si lasciano sul Web. Antony House, il responsabile privacy di Google, presentando a Roma la nuova cassetta degli attrezzi, ha spiegato che l’obbiettivo di Google è proprio quello di consegnare ad ogni suo utente le redini del proprio cavallo. Concretamente i dispositivi prevedono di controllare cosa il motore di ricerca ha accumulato sul proprio profilo, visualizzando, con una funzione chiamata Google Dashboard, le informazioni raccolte sulla propria attività in servizi quali Blogger, Calendar, Documenti, Gmail, Picasa e Profili. Oppure, è possibile da oggi modificare le informazioni utilizzate da Google per visualizzare dopo ogni nostra query annunci pubblicitari personalizzati.
In sostanza sembra proprio che a Mountain View abbiano deciso di aprire tutti i cassetti. Ma, abbiamo chiesto ad Antony House, non è possibile che coinvolgendo ogni utente nel definire il proprio profilo, e dunque nel circostanziare le proprie preferenze, si arriva a rendere la pubblicità che si propone allo stesso utente, più condivisa, dunque più preziosa per l’inserzionista? Più sinteticamente, la scelta di Google non prelude ad una nuova strategia che prevede di adottare, quasi di assumere, ogni utente del motore di ricerca come consulente di se stesso, come costruttore del proprio profilo, per alzare il valore di gradimento della pubblicità che comunque gli si inoltrerà? Potrebbe essere una conseguenza, ci è stato risposto, diplomaticamente.
Michele Mezza
giornalista Rai