La scuola è il futuro dell’Italia? A 20 vent’anni dal primo rapporto Eurispes si cercano risposte e purtroppo sembra che nessun miglioramento ci sia stato in questo contesto.
Due le donne che hanno redatto il rapporto Susy Montante direttore e Raffaella Saso vice direttore Eurispes.
Il Presidente dell’Eurispes Gian Maria Fara in verità non è ottimista e dice di essere rimasto deluso da quanto emerso: “perché oggi parliamo di accoltellamento di professori e violenze all’interno delle scuole quasi quotidianamente. Oggi il sistema dell’istruzione sembra essere pieno di cose incompiute – dice – molte riforme sono sopravvissute solo pochi giorni alle forze politiche che le avevano create. Abbiamo bisogno di prospettive e risorse.” Infatti l’Italia investe solo il 4% nell’istruzione e questo rappresenta il nostro paradosso.
Una nuova opportunità viene dal PNR ed il presidente Eurispes precisa che la missione del rapporto “è riportare al centro dell’attenzione scientificamente il problema della scuola e dell’educazione”.
La parola per spiegare nel dettaglio questo secondo rapporto va a Mario Caligiuri, Direttore dell’Osservatorio dell’Eurispes sulle Politiche educative, che dice di voler contestualizzare il rapporto e i documenti scientifici che puntualmente da 35 fanno il punto su quello che accade nella nostra società e sono da supporto alle scelte delle decisioni pubbliche. La introduzione completa del professor Caligiuri al “2 Rapporto dell’Eurispes su Scuola e Università” dal titolo: “Perché l’educazione è la causa delle cause. Per una pedagogia della Nazione” si può leggere qui.
“Il tema dell’educazione non è uno tra i tanti – precisa Caligiuri -. Il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz dice che la società negli ultimi due secoli è progredita in base alla sua capacità di apprendimento. E’ il momento di porre al centro del dibattito istituzionale politico e culturale del nostro paese il tema dell’educare, che ha poco appeal all’interno del nostro paese”.
Per quanto riguarda la violenza che emerge incontrollabile nella scuola, Caligiuri invita a capire usando come strumento il rapporto Eurispes, che viene diffuso a cento anni dalla riforma Gentile, di cui si parla poco. Propone di riflettere sul fatto che oggi nei paesi in via di sviluppo esiste, ancora, la correlazione tra aumento dell’istruzione e aumento della ricchezza, mentre la correlazione non esiste più nei paesi capitalistici avanzati. Ecco perché Caligiuri dice che porre al centro del dibattito l’educazione rappresenta un’autentica necessità sociale perché il dramma dell’ignoranza deriva dal fatto che l’intelligenza a livello globale sta diminuendo e “le cause sono da attribuire all’uso eccessivo dei social, dei videogiochi, nella diminuzione della qualità dell’istruzione a livello globale e per il tempo sempre più limitato che viene impiegato nella lettura”.
“L’ignoranza sta crescendo – sottolinea Caligiuri – e mentre nel passato era determinata dalla carenza di informazioni oggi è determinata dall’eccesso di informazione. Il 68′ c’è stato dovunque, ma in un solo paese si è chiesto e ottenuto la promozione politica agli esami di gruppo. Dalla fine degli anni 90′ la facilitazione dei percorsi hanno interessato scuole e università, ciò ha portato una divaricazione ancora maggiore tra figli delle famiglie ricche e figli delle famiglie povere. Le disuguaglianze sociali sono aumentate.”
La conclusione forte arriva sulla società digitale. “Nessuno sa tra vent’anni quale sarà la situazione sociale nel mondo, quindi insegniamo senza sapere a cosa servirà – conclude Caligiuri -. Il futuro sarà della dimensione ibridata e non voglio che le future generazioni facciamo la fine dei pesci, che, come diceva Marshall Mcluhan, non sanno assolutamente nulla dell’acqua. Dobbiamo confrontarci con l’intelligenza artificiale, e a questo proposito ricordo quanto affermato dal direttore generale dell’agenzia per la sicurezza nazionale Bruno Frattasi che ha proposto di produrre degli algoritmi educativi per promuovere la cultura italiana e il pensiero critico”.