L’esercito ucraino avrebbe cercato di “arruolare” un giornalista nel tentativo di intimidirlo: la magistratura ha già aperto un’inchiesta, e potrebbero essere avviati a breve altri fascicoli d’indagine richiesti dalle autorità militari e politiche. Il caso è quello del giornalista Yevhen Shulhat, reporter del quotidiano investigativo ucraino Slidstvo.info. Il 1 aprile scorso Shulhat è stato fermato da due soldati in un centro commerciale di Kiev, che gli hanno intimato di presentarsi a una stazione di polizia militare. I militari erano dipendenti dell’ufficio di registrazione e arruolamento militare di Solomyanka e la “convocazione” rappresenterebbe il primo passo verso l’arruolamento nell’esercito. Shulhat ha rifiutato di recarsi alla stazione.
L’episodio è stato immortalato da alcune telecamere della videosorveglianza del centro commerciale. Slidstvo.info ha così scoperto che le istruzioni ai dipendenti dell’ufficio di registrazione e arruolamento militare sarebbero state impartite da un dipendente della Sbu, il Servizio di sicurezza ucraino. A capo del Dipartimento di sicurezza informatica della Sbu c’è il generale Illya Vitiuk. Pochi giorni dopo il caso del centro commerciale, Slidstvo.info ha pubblicato un’inchiesta sulle proprietà immobiliari della moglie e della madre del generale ucraino proprio a firma di Yevhen Shulhat.
Vitiuk era già a conoscenza dell’inchiesta giornalistica in corso e che stava per essere pubblicata. Il generale era stato contattato da Slidstvo.info per un commento, così come lo stesso Sbu, che aveva ricevuto una richiesta ufficiale con elenco di domande dettagliate sulle proprietà dei familiari del capo della sicurezza informatica. Secondo le ipotesi della magistratura ucraina, di Reporter Senza Frontiere e della comunità Mediarukh, l’episodio del centro commerciale potrebbe rappresentare un grave caso di “ostruzione del lavoro giornalistico” e “abuso di autorità da parte di un funzionario”. Vitiuk è stato sospeso dal suo incarico il 9 aprile mentre il capo della stazione di polizia militare nel distretto di Solomyanka a Kiev è stato degradato.
Ma cosa ha raccontato Shulhat nel suo articolo? Il reporter ha raccolto prove e lanciato gravi accuse contro Vitiuk. Il giornalista ha indagato sulla ricchezza della moglie e della madre del responsabile della cyber intelligence ucraina scoprendo beni immobili per un valore di oltre 650mila dollari. Sei giorni prima dell’invasione russa, Yulia Vitiuk, moglie del generale, avrebbe registrato una ditta individuale e proprio durante l’attacco avrebbe acquistato un appartamento di pregio nel centro di Kiev. La ditta si occuperebbe di “diritto”, ma non sono disponibili informazioni pubbliche sui suoi clienti o sui servizi che fornisce. La madre del generale, Natalia Vitiuk, di professione medico, possederebbe invece beni immobili per 330mila dollari.
“Il caso del centro commerciale – ha detto Giovanna Cavelier, responsabile del desk Europa orientale e Asia centrale di Rsf – costituisce un grave tentativo di intimidazione, volto a dissuadere i giornalisti dal pubblicare inchieste, sotto minaccia dell’arruolamento. I media investigativi ucraini svolgono un ruolo essenziale nel Paese, sia per quanto riguarda i crimini di guerra che per la lotta alla corruzione. Sebbene l’apertura di un’indagine da parte della magistratura ucraina sia un primo passo, Rsf chiede che venga condotta in modo indipendente, approfondito e trasparente, al fine di identificare i responsabili e garantire che questo tipo di minaccia non si ripeta”.
La vicenda ha suscitato molte reazioni negli ambienti militari, politici e mediatici. Diverse organizzazioni e media ucraini hanno invitato il presidente Volodymyr Zelenskyy (che il 25 marzo scorso aveva promosso Vitiuk a generale di brigata), il ministero della Difesa e l’Sbu ad avviare un procedimento penale contro i mandanti dell’arruolamento mirato. Anche il generale Oleksandr Syrskyi, comandante in capo delle forze armate ucraine, ha chiesto un’indagine, e Yaroslav Yurchyshyn, capo della commissione parlamentare ucraina per la libertà di espressione, ha detto che sta seguendo la questione da vicino.