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Una nuova sigla CAIO (responsabile dell’Intelligenza Artificiale delle aziende) ne abbiamo proprio bisogno? Ne parlo in questo nuovo contesto italiano nato  dal primo passo fatto in Consiglio dei Ministri per arrivare ad un disegno di legge in materia di intelligenza artificiale.

Secondo Shelley Palmer, analista del mondo digitale, la società è divisa a metà: una metà dice no, mentre l’altra metà ha buoni argomenti a sostegno di questa nuova figura.

Intanto è un lavoro nuovo, quindi bisogna capire quali sono i ruoli del responsabile dell’Intelligenza Artificiale in azienda. Secondo Palmer prima di tutto il CAIO garantisce che le strategie di IA siano allineate con gli obiettivi aziendali generali, e che siano  implementate in modo efficiente ed etico. “Questo ruolo fornisce una leadership mirata, promuove una cultura dell’innovazione e gestisce le sfide uniche dell’implementazione dell’IA, come le considerazioni etiche, la governance dei dati e l’integrazione tra le varie unità aziendali – dice Palmer nel suo blog”.

Che l’IA stia diventando un fattore critico di vantaggio competitivo è un dato di fatto e quindi un CAIO può garantire che le iniziative di IA ricevano l’attenzione strategica e le risorse necessarie, posizionando l’azienda per un’innovazione e una crescita di successo in un mercato guidato dall’IA. Il tutto sembra in linea con il disegno di legge italiano sull’IA in via di attuazione.

Chi dice no vuole lasciare che le responsabilità dell’AI siano gestite dai leader tecnologici già in azienda come il Chief Technology Officer (CTO), il Chief Information Officer (CIO) o il Chief Data Officer (CDO). “C’è poi la paura che la nuova figura aziendale tenda all’isolamento e non proponga l’integrazione fra i vari reparti. E poi c’è l’aumento dei costi – precisa Palmer”.

La domanda é:  le sfide dell’IA devono essere gestite  da un dirigente dedicato, in grado di promuovere le iniziative di IA ai massimi livelli, o  devono essere integrate nella più ampia struttura di gestione tecnologica già esistente?.

Possiamo chiederlo a ChatGPT?

L’articolo integrale si può leggere qui.

Immagine: ChatGPT for Teams with the prompt “Use DALL-E to create a cover image for this blog post. Aspect radio 16×9.”

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Maria Pia Rossignaud
Giornalista curiosa, la divulgazione scientifica è nel suo DNA. Le tecnologie applicate al mondo dei media, e non solo, sono la sua passione. L'innovazione sociale, di pensiero, di metodo e di business il suo campo di ricerca. II presidente Sergio Mattarella la ha insignita dell'onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. Vice Presidente dell’Osservatorio TuttiMedia, associazione culturale creata nel 1996, unica in Europa perché aziende anche in concorrenza siedono allo stesso tavolo per costruire il futuro con equilibrio e senza prevaricazioni. Direttrice della prima rivista di cultura digitale Media Duemila (fondata nel 1983 da Giovanni Giovannini storico presidente FIEG) anticipa i cambiamenti per aiutare ad evitare i fallimenti, sempre in agguato laddove regna l'ignoranza. Insignita dal presidente Mattarella dell'onorificenza di "Cavaliere al Merito della repubblica Italiana. Fa parte del gruppo di esperti CNU Agcom. E' fra i 25 esperti di digitale scelti dalla Rappresentanza Italiana della Commissione Europea. La sua ultima pubblicazione: Oltre Orwell il gemello digitale anima la discussione culturale sul doppio digitale che dalla macchina passa all'uomo. Già responsabile corsi di formazione del Digital Lab @fieg, partecipa al GTWN (Global Telecom Women's Network) con articoli sulla rivista Mobile Century e sui libri dell'associazione. Per Ars Electronica (uno dei premi più prestigiosi nel campo dell'arte digitale) ha scritto nel catalogo "POSTCITY". Già docente universitaria alla Sapienza e alla LUISS.