L’Unione europea moltiplica le iniziative per incoraggiare gli europei ad andare on line e per ridurre il “digital divide” generazionale ed economico; e non disdegna il contributo dei giganti del settore. È stata proprio la commissaria titolare del dossier della Società dell’Informazione, l’olandese Neelie Kroes, ad appoggiare e ad inaugurare la campagna su scala europea Get Online, organizzata da Telecentre Europe, sponsorizzata dalla Commissione di Bruxelles e sostenuta finanziariamente dalla Microsoft, nell’ambito del suo programma “Unilimited Potential Community Technology Skills Program”.
Telecentre Europe è un’organizzazione costituita per favorire l’inclusione digitale: mobilitando leader politici, amministratori pubblici, comunità e persone, mira a fornire accesso alle tecnologie e capacità di utilizzarle a coloro che altrimenti ne sarebbero tagliati fuori. Il presidente Gabi Barna spiega così l’iniziativa: “Con il 30% di europei che non hanno mai usato Internet, è vitale che noi affrontiamo la situazione. C’è ancora troppa gente che non sa o ha paura di ‘andare su Internet’: dobbiamo individuarli, raggiungerli, aiutarli, perché altrimenti queste persone rischiano di rimanere socialmente indietro man mano che Internet si rafforza come parte integrante della nostra società e che le capacità di utilizzarlo diventano strumenti indispensabili”.
La Kroes ha spinto il bottone che conta quanti europei sono on line momento per momento. Obiettivo della campagna, rafforzare la cosiddetta “e-inclusion”, cioè incoraggiare gli europei che non sono ancora connessi in modo stabile o almeno frequente (circa 200 milioni di persone, ben oltre il 40% dei cittadini dell’Unione) ad avvicinarsi a Internet e alle tecnologie dell’informazione. Nel quadro della campagna, una serie di appuntamenti sono stati organizzati in telecentri nei Paesi Ue: fra l’altro, lezioni d’accesso a Internet, laboratori d’informazione e sessioni dimostrative, tutti momenti destinati a raggiungere ed a coinvolgere coloro che rischiano più degli altri di essere socialmente ed economicamente marginalizzati dalle “e-exclusion”, cioè in particolare le mamme che tornano sul mercato del lavoro dopo avere allevato uno o più figli, le persone non giovani che perdono il lavoro, i disoccupati – specie quelli di lunga durata -, gli handicappati e, ovviamente, gli anziani.
Giampiero Gramaglia
DirettoreAgence Europe