Reporter Senza Frontiere (Rsf) ha presentato la sua terza denuncia alla Corte Penale Internazionale per crimini di guerra israeliani contro giornalisti, chiedendo questa volta al pubblico ministero di indagare sui crimini commessi contro almeno nove reporter palestinesi tra il 15 dicembre e il 20 maggio. Nonché, più in generale, sugli oltre cento giornalisti che le Forze di Difesa Israeliane (Idf) hanno ucciso dal 7 ottobre a Gaza.

Presentata il 24 maggio, tre giorni prima del nono anniversario della risoluzione 2222 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla protezione dei giornalisti in tempo di guerra, l’ultima denuncia di Rsf arriva pochi giorni dopo che il procuratore della Corte penale internazionale ha emesso le sue prime richieste di mandati di arresto in relazione al conflitto di Gaza.

Rsf ha presentato la denuncia alla Corte penale internazionale dell’Aia perché il numero di giornalisti uccisi a Gaza dall’Idf continua a crescere dopo aver superato la soglia dei cento. La denuncia, che segue quelle depositate il 31 ottobre e il 22 dicembre, descrive nel dettaglio otto nuovi casi di giornalisti palestinesi uccisi tra il 20 dicembre e il 20 maggio, nonché il caso di un giornalista ferito. Tutti i giornalisti coinvolti sono stati uccisi (o feriti) nel corso del loro lavoro.

“Abbiamo ragionevoli motivi per ritenere che alcuni di questi giornalisti siano stati uccisi deliberatamente e che gli altri siano stati vittime di attacchi deliberati dell’Idf contro i civili. – ha spiegato Antoine Bernard, direttore per la difesa e l’assistenza di Rsf – L’impunità mette in pericolo i giornalisti non solo in Palestina ma anche in tutto il mondo. Coloro che uccidono i giornalisti stanno attaccando il diritto del pubblico all’informazione, che è ancora più essenziale in tempi di conflitto”.

I giornalisti oggetto della denuncia includono Mustapha Thuraya e Hamza al-Dahdouh, due reporter freelance che lavoravano per Al Jazeera a Rafah quando sono stati uccisi da un attacco mirato di droni israeliani contro il loro veicolo il 7 gennaio. Negli atti anche Hazem Rajab, un terzo giornalista rimasto ferito nell’attacco. L’Idf ha rilasciato una dichiarazione il 10 gennaio sostenendo che un aereo israeliano “diretto dalle truppe ha preso di mira gli operatori di un drone, rappresentando una minaccia per i nostri soldati”, riferendosi a un drone utilizzato da Thuraya.

Le riprese video registrate dal drone di Thuraya e pubblicate dal Washington Post indicavano tuttavia solo un uso giornalistico e nulla di natura militare. La denuncia cita anche i casi del giornalista del sito web Hadaf News Ahmed Badir, ucciso da un attacco aereo all’ingresso dell’ospedale Shuhada al-Aqsa a Deir al-Balah il 10 gennaio; Yasser Mamdouh, corrispondente della Kan’an News Agency, ucciso vicino all’ospedale Al-Nasser a Khan Yunis l’11 febbraio; Ayat Khadoura, un video blogger indipendente ucciso da un attacco israeliano nella sua casa il 20 novembre poco dopo aver pubblicato un video; Yazan Emad Al-Zwaidi, cameraman del canale di notizie della Tv satellitare egiziana Al Ghad, ucciso il 14 gennaio quando un attacco israeliano ha colpito il gruppo di civili con cui si trovava a Beit Hanoun; Ahmed Fatima, giornalista del canale televisivo Al Qahera News, ucciso durante un bombardamento a Khan Yunis il 13 novembre; e Rami Bdeir, un reporter del quotidiano palestinese New Press, ucciso durante un bombardamento israeliano a Khan Yunis il 15 dicembre.

 

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Francesco Ferrigno
Giornalista, esperto di comunicazione, copywriter. Laureato in Scienze della Comunicazione e successivamente specializzato in digital journalism e content marketing. Collabora con diversi quotidiani, portali web e agenzie di comunicazione, tra cui Media 2000, Antimafia 2000, iGv Network, Il Mattino.