Rob de matt
Cara Luigina,
sei una professoressa colta, non devo descriverti quant’è ingarbugliata la matassa delle relazioni internazionali. Oltre a quanto appare sui media ci sono gli intrecci segreti, le operazioni di copertura, i ricatti occultati … già lo sai. L’opinione pubblica è succube di quanto raccontano i governi e solo pochi giornalisti esploratori riescono a sbirciare negli armadi con gli scheletri. Eccoti qualche pensiero ad alta voce sulle contraddizioni dilaganti.
Mentre il capitalismo/liberismo/consumismo americano, col governo e con le bigtech, sta cercando di tenere sotto controllo i mercati (pur non avendo una pace interna), altri Paesi o Movimenti perseguono percorsi economici e politici alternativi. Il primo competitor degli Usa è la Cina di Xi Jinping: governo autocratico, ma analoga propensione a sostenere produzione e mercati di consumo. Il secondo competitor è il mondo islamico, anche se sfaccettato: ricco come l’Arabia o povero come l’Afghanistan, l’Islam cerca una supremazia religiosa, incoraggiando una fede fanatica o comperando gli asset più importanti del mondo occidentale. Un competitor ancora un po’ silente, ingrippato tra induismo e islam, è l’India, straripante di popolazione, con enormi disuguaglianze sociali che busseranno presto alle porte del resto del mondo. Con le bombe atomiche nei capannoni c’è la Russia: Putin, erede delle purghe sovietiche e della vittoria su Hitler, legge Dostojevski, si sente aggredito dalla Nato, rivuole un largo impero territoriale, teme la globalizzazione Usa. Il piccolo Israele è un prepotente stato colonialista e pare proprio che Netanyahu, capo del Popolo Eletto, voglia vendicativamente eliminare la Palestina.
Si parla di terrorismo, massacri, genocidio, nuovi olocausti. Le accuse di nazismo rimbalzano da una parte all’altra anche nelle manifestazioni di piazza. Dov’è la ragione?
I poteri forti Usa vorrebbero essere i saggi che gestiscono gli equilibri del mondo. Premetto che, se in Europa non c’è una dittatura nazista, dobbiamo ringraziare l’impegno e il sacrificio anche degli americani oltre che onorare il martirio delle vittime civili innocenti. Ma gli stermini di nativi indiani, degli schiavi neri e i morti per effetti collaterali dei bombardamenti (compreso Hiroshima e Nagasaki) negli attacchi a Iraq, Siria, Afghanistan, Vietnam (solo per parlare di alcuni), sono state iniziative tutte appropriate e legittime?
Si è capito che oggi gli Usa vorrebbero fermare Israele, ma intanto gli passano bombe e armamenti, vorrebbero fermare gli aiuti all’Ucraina, ma come Nato rispondono bellicosamente all’aggressione russa. L’Europa si dibatte, divisa sui concetti di libertà, indipendenza, autonomia, filoatlantismo. Democrazia in fibrillazione.
Poteri caparbi ce ne sono altri, grandi e piccoli in tutti i continenti, o intrufolati nel colonialismo geopolitico mondiale o semplicemente nella supremazia territoriale sul vicinato. Forse l’epoca degli imperialismi non è finita, i mercati e i consumi fanno gola e temo che le innovazioni tecnologiche militari possano far deflagrare un conflitto ancora più pericoloso per tutti.
Cara Luigina, in conclusione vorrei farti notare che se gli Usa tengono come dio il dollaro e l’accumulo di ricchezza, l’Islam punta su Allah e sul petrolio, Netanyahu mantiene l’esempio storico del suo dio degli eserciti, perfino Putin (con Kyril) sostiene una guerra santa di slavofilia. Insomma c’è un bel po’ di gente che sostiene “Dio è con noi” (“Gott mit uns”, come qualcuno aveva scritto sul cinturone nel 1939), attribuendo all’entità soprannaturale disegni autoreferenziali e contradditori.
Tu, meneghina, benevolmente diresti: “Rob de matt”.
Ciao Luigina, non credere mai a tutto. Un abbraccio
Paolo
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Paolo Lutteri
Paolo Lutteri, di Milano, si occupa di comunicazione e marketing dal 1976. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Milano e Diplomato all’Istituto Universitario di Lingue di Pechino. Giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine dei Giornalisti e all’Unione Giornalisti Italiani Scientifici. Ha lavorato con il quotidiano Il Giorno, con le società Spe, Sport Comunicazione e Alfa Romeo; con il Gruppo Rai dal 1989 si è occupato di marketing, sport, nuovi media e relazioni internazionali. Ha tenuto corsi presso le Università degli Studi di Milano e Bicocca, le Università di Roma Sapienza e Tor Vergata. Attualmente studia e scrive articoli sull’innovazione culturale e tecnologica, fa parte del Comitato di Direzione della rivista Media Duemila, è socio onorario dell’Osservatorio TuttiMedia, membro d’onore dell’EGTA-Associazione Europea Concessionarie tv e radio, membro del Consiglio direttivo dell’Associazione Eurovisioni, socio e direttore del Centro Documentazione e Formazione della Fondazione Salvetti. e-mail: paolo.lutteri@libero.it