Lettera aperta di Paolo Lutteri –11 luglio 2024
Cara Marina,
vorrei semplificare alcuni concetti, anche se è difficile riassumerli in poche righe. In questi giorni i mass media ci hanno raccontato eventi importanti (trascuro qui la cronaca nera e i disastri meteo) oltre agli aggiornamenti sulla Palestina e sull’Ucraina: contesa Biden-Trump, nomine al vertice Unione Europea, elezioni in Francia e Regno Unito, Campionati Europei di Calcio. Ecco, in questa manifestazione sportiva, di larga e intensa audience, senza fare statistiche o tabelle di merito, tutti hanno notato che molte squadre hanno schierato giocatori di radice extra-europea. Africani di origine familiare ormai nostri concittadini, con le loro abitudini originali (qualcuno a partire dalle acconciature caratteristiche), atleti che corrono come il vento, dribblano come Messi. Lavoratori sportivi ben retribuiti, efficaci e spettacolari. Non faccio nomi per evitare di dimenticare qualcuno, ma anche i nomi sarebbero un indizio di peculiarità intellettuale. Rappresentano una popolazione multietnica delle loro Nazioni europee.
In sostanza, l’inclusione c’era, finalmente di successo e su un palcoscenico globale. C’è voluto il calcio per farla entrare nei media.
Adesso in Italia, anche se in ritardo, tocca includere il resto degli immigrati, anche se non diventeranno tutti famosi, ma almeno lavoratori integrati. Partiamo da quelli che arrivano clandestini, se non affogano per strada. Dobbiamo parlare e insistere sui nostri media di come dar loro una formazione e un lavoro. Un lavoro organizzato. La loro vita è la nostra vita, aiuterà la vita di tutti.
Giornali e tv hanno aspettato un incidente tragico per occuparsi dei campi di lavoro forzato nell’agricoltura, nell’edilizia e nei servizi. Vite da baraccati per sempre, senza diritti, senza nome e igiene. Braccianti e operai pagati in nero, sfruttati e ricattati da caporali, imprenditori e operatori economici. C’è da vergognarsi di comprare i pomodori al supermercato.
Cara Marina, dove sono gli ispettori del lavoro, gli assistenti sociali, le Polizie Locali, la Guardia di Finanza, i Sindaci, i Governatori? Al Governo fanno scaramucce sul premierato, le nomine nelle aziende di stato, le schermaglie tra correnti, le armi per questi o per quelli, i consumi di élite. Grandi sorrisi in tv e interviste assistite in caccia di consensi. Dietro le quinte migliaia di persone indigenti, al limite della sussistenza e senza voce.
Mi auguro che gli editori, che si vantano anche se commerciali di fare servizio pubblico, e i giornalisti, che dovrebbero essere mediatori di cultura e paladini di verità, siano di stimolo alle autorità competenti per occuparsi anche di questi argomenti, oltre che dello sport, dei lazzi della cronaca rosa e dell’intrattenimento leggero. La civiltà umana lo chiede, senza confini e senza discriminazioni di partiti. Altrimenti sarà una vergogna storica, come quella degli schiavisti dei secoli scorsi.
Va bene discutere di intelligenza artificiale, di meraviglie della tecnologia e di giornalismo digitale, ma se intanto i diritti umani fondamentali sono trascurati?
Datti da fare, Marina, subito.
Paolo