L’edizione 2011 di Didamatica, il convegno nazionale sulle tecnologie per la didattica che si è tenuto a Torino dal 4 al 6 maggio scorsi, si è chiusa con risultati che AICA definisce eccellenti.
“Abbiamo avuto oltre 500 iscritti al convegno e abbiamo selezionato ben 200 lavori, che sono stati presentati in vario modo nel corso delle 5 sessioni plenarie, degli 11 workshop e delle 22 sessioni scientifiche che si sono svolte nei tre giorni. Questa partecipazione massiccia testimonia che finalmente si è compreso – soprattutto da parte dei giovani docenti – che l’informatica è uno strumento chiave per l’insegnamento di tutte le discipline, perché è il meraviglioso laboratorio per simulare tutte le esperienze, come la definì Enrico Fermi” spiega Giulio Occhini, Direttore di AICA.
Molti dei lavori presentati hanno messo in evidenza il bisogno fondamentale di insegnare in modo sistematico i concetti di base dell’informatica e dei suoi strumenti. “Il fatto che gli studenti oggi utilizzino quotidianamente il Web, gli smartphone e siano costantemente connessi non significa affatto che essi sappiano davvero servirsene in modo corretto, e soprattutto in modo sicuro” commenta Occhini.
Infine, un terzo aspetto da mettere in evidenza su questa edizione di Didamatica è legato al mondo dell’IT professionale. L’informatica che si utilizza nella didattica si basa sui sistemi messi a disposizione dagli specialisti informatici: in molti casi, le difficoltà ad utilizzare l’informatica a scuola nascono proprio dal fatto che i sistemi sono stati creati senza tenere conto realmente di chi li usa e per quale scopo, e quindi non sono in grado di rispondere alle esigenze di docenza e di apprendimento. “La necessità di occuparsi anche dell’ambito professionale dell’informatica a scuola è emersa chiaramente nel convegno” afferma Occhini.
Riavvicinare i sistemi alle esigenze di chi li utilizza è un elemento chiave perché si possano sfruttare pienamente le opportunità della didattica digitale, e può portare anche vantaggi dal punto di vista economico. “Anche alla scuola si possono applicare i risultati della ricerca sul Costo dell’Ignoranza informatica nella Pubblica Amministrazione Locale, che abbiamo appena presentato: a causare perdita di tempo (e quindi di produttività, che ha un valore economico importante) è per un terzo l’ignoranza degli utenti, ma per due terzi l’indisponibilità o inadeguatezza dei sistemi IT”.