Cara Giovanna,
mi fai domande pungenti! Anche tu cerchi le ragioni del mondo, lo sviluppo della conoscenza, i trend dell’innovazione sostenibile e proteggi l’avvenire della famiglia. In effetti io penso che l’attualità locale sia importante per il nostro vivere quotidiano, ma solo una visione globale, internazionale, ci permette di guardare al futuro. Gli argomenti più significativi per la società mondiale oggi sono le risorse naturali, le risorse sociali, e le guerre. Nelle risorse naturali ci sta il problema del cibo e dell’acqua, del clima e dell’inquinamento. Nelle risorse sociali ci sta il problema del benessere, della salute, dell’istruzione e del lavoro. Nelle guerre ci sta il problema delle sfide ideologiche, religiose e delle voglie suprematiste in geopolitica. Li chiamo problemi perché sono situazioni non risolte, permanentemente in divenire, che creano per tutti angosce e paure.
Con lo sguardo più vicino a noi, almeno in parte, ci sono le gioie delle relazioni familiari, dell’amore, della musica, dello sport, della cultura, dello spettacolo che qualche volta ci fa piangere di commozione. Anche le imprese tecnologiche sono esaltanti, guàrdati i video della Nasa dall’alto dei cieli … Meno male che per molti di noi ‘il giardinetto di casa’ ci permette un po’ di relax e i bambini ci sorridono.
Non troppo distante, tutti abbiamo miserie che ci ispirano ora sdegno, ora compassione, ora solidarietà e impegno sociale. E intanto abbiamo le grandi perplessità sull’amministrazione politica: nello scontento e nella difficoltà di costruire sinergie positive finiamo per scegliere il male minore.
Per tutti incombe la scadenza annunciata dagli scienziati sugli esiti delle policrisi ambientali ed economiche. In passato c’è chi pensava alle catastrofi per il cambio di secolo, poi ci hanno dato speranza fino al 2030. All’Onu dicono che non c’è più tempo, che se la temperatura sale solo più di un grado e mezzo (rispetto al periodo preindustriale) avremo un inquinamento irreversibile. Le lobbies industriali smentiscono per difendere i propri profitti. Certi grandi leader politici non danno retta alle previsioni scientifiche: spostano la scadenza al 2050, al 2070, al 2100, per non dismettere l’utilizzo indispensabile di combustibili fossili. L’Europa nicchia, in Usa il prossimo presidente è addirittura un negazionista. G7, G20, Csto, Sco, Brics, Lega Araba, Unione africana e meeting intercontinentali di varia propaganda economica si avvitano sulle parole, avallando ma senza cavalcare l’evidenza dei rischi e senza prendere decisioni autorevoli. 197 Stati hanno aderito al ‘Piano ONU per il futuro’ dello scorso ottobre, ma poi non mettono a terra piani concreti nei propri territori. Alla Cop29 di Baku (più di 80.000 partecipanti a vario titolo!), 198 Stati hanno convenuto di investire 300 milioni di dollari a protezione del clima, prevederne 1,3 bilioni, salvo poi contestare e prendere posizioni divergenti. Siamo in alto mare, con onde alte e barche fragili. Cara Giovanna, dal binocolo non si vede niente di certo. Il circo Cop, forse turismo di lavoro, rimanda le decisioni al 2025, in Brasile.
Il futuro resta incognito, soprattutto per chi rifiuta di studiarlo. Almeno qui qualcuno fa qualche stima di percorso. Sognatori ansiosi? Son finiti i tempi della speranza senza mettere impegno nella conoscenza e nell’azione. Tirare a campare va bene solo per un weekend, e solo se ci fosse il ‘cessate il fuoco’.
Non sembra ci sia rispetto per le vite future dei nostri discendenti, nonostante le campagne pro-nascite. Non è che gli scienziati si divertano a predire catastrofi … E’ nel mondo animale che la previsione del futuro non è contemplata, escluso le formiche di Esopo, comunque stagionali.
Chiediamo troppo per chi sta in poltrona, se volesse pensare a domani? Non è perché sbarcare su Marte sia criminale, ma perché è criminale uccidere ebrei e palestinesi, ucraini e russi, immigrati in mare o sui fili spinati delle frontiere. E’ criminale anche lasciar morire di fame e di sete, togliere diritti civili alle persone, eliminare giornalisti d’inchiesta scomodi. Il nostro punto di osservazione è bello comodo, tutelato dai poteri di mass media di stato. Purtroppo la visione potenziale è così larga e intrigante da non poter lasciare senza responsabilità chi non vuol vedere.
Coraggio Giovanna, almeno facciamone discutere.
Paolo
Nota e appello di precisione ai colleghi giornalisti.
24.11.2024, Baku, Cop 29: il testo ufficiale inglese cita: “The Baku Finance Goal sets new global target to channel $1.3tn of climate finance to developing countries by 2035 in significant uplift”. La traduzione automatica di Google in italiano indica: ”Il Baku Finance Goal stabilisce un nuovo obiettivo globale per incanalare 1,3 trilioni di dollari di finanziamenti per il clima verso i paesi in via di sviluppo entro il 2035”.
In inglese ‘trillion’ è 10 elevato alla 12, nell’uso italiano della numerazione ‘trilione’ è 10 elevato alla 18https://it.wikipedia.org/wiki/Trilione . Quasi tutti gli articoli sui media italiani hanno copiato la traduzione scorretta. L’errore persiste da tempo in tutte le traduzioni e gli ingegneri degli algoritmi di Google non hanno ancora posto rimedio.
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Paolo Lutteri
Paolo Lutteri, di Milano, si occupa di comunicazione e marketing dal 1976. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Milano e Diplomato all’Istituto Universitario di Lingue di Pechino. Giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine dei Giornalisti e all’Unione Giornalisti Italiani Scientifici. Ha lavorato con il quotidiano Il Giorno, con le società Spe, Sport Comunicazione e Alfa Romeo; con il Gruppo Rai dal 1989 si è occupato di marketing, sport, nuovi media e relazioni internazionali. Ha tenuto corsi presso le Università degli Studi di Milano e Bicocca, le Università di Roma Sapienza e Tor Vergata. Attualmente studia e scrive articoli sull’innovazione culturale e tecnologica, fa parte del Comitato di Direzione della rivista Media Duemila, è socio onorario dell’Osservatorio TuttiMedia, membro d’onore dell’EGTA-Associazione Europea Concessionarie tv e radio, membro del Consiglio direttivo dell’Associazione Eurovisioni, socio e direttore del Centro Documentazione e Formazione della Fondazione Salvetti. e-mail: paolo.lutteri@libero.it