Carlo Corazza (Direttore dell’Ufficio del Parlamento europeo in Italia) ha aperto Nostalgia di Futuro 2024: “La sedicesima edizione di Nostalgia di Futuro è dedicata all’Audience ed alla misurazione. Parliamo, dunque, di un contesto in rapidissima evoluzione tecnologica con l’IA protagonista e, soprattutto eccezionale dal punto di vista geopolitico.
Parlare di Europa significa, anche, considerare tutto ciò che sta succedendo intorno a noi: il 9 giugno scorso abbiamo votato in un periodo difficilissimo, dovuto all’attacco della Russia a uno stato indipendente. Il libro “Autocrazia S.p.A.” scritto da Anne Applebaum, descrive la contrapposizione sempre più netta tra regimi autoritari e democrazie liberali, un testo da leggere.
I regimi autoritari hanno tutto l’interesse ad essere solidali tra loro, anche a scapito della dignità delle persone, che noi in quanto democrazie liberali difendiamo, anche e soprattutto, attraverso la libertà e l’indipendenza dei media. I giornalisti e i media di qualità sono le prime sentinelle a tutela della nostra libertà, quindi, è importante assicurare una competizione equa nel mondo dei media.
In passato la mancanza di regole ha portato allo scandalo di Cambridge Analytica, ed anche alla diffusione di disinformazione con impatto su alcune elezioni, la Brexit ne è esempio. La disinformazione molto violenta, in questo caso, ha condizionato, soprattutto, i giovani. Purtroppo, questi fenomeni sono diventati molto frequenti.
La vicepresidente del Parlamento europeo, che ha difeso la correttezza dell’informazione sulla questione Russia-Ucraina, è stata vittima di attacchi molto violenti. È la guerra ibrida. I rapporti sulla guerra dell’informazione dicono che Russia, Cina, Iran, Corea del Nord, cercano di confondere le opinioni, di polarizzare, di minare alla radice le democrazie liberali che diffondono informazione corretta fondata sulla libera scelta dei cittadini.
Il Parlamento europeo ha reagito a partire, proprio, dallo scandalo Cambridge Analytica, in quel momento ero portavoce di Antonio Tajani presidente del Parlamento europeo, infatti prendemmo la decisione di convocare Zuckerberg, che si scusò pubblicamente. Questo è stato il momento di svolta, perché da allora si è lavorato al completamento delle regole: nel 2018 arriva la tutela della privacy; nel 2019 la direttiva sul copyright che assicura ai giornalisti una remunerazione equa contro lo strapotere delle piattaforme del web; nel 2020 la riforma della direttiva dei servizi audiovisivi; nel 2022 il Digital Service Act e il Digital Markets Act. Poi alla fine della legislatura l’AI Act e il Media Freedom Act. Quest’ultimo assicura ai giornalisti indipendenza e trasparenza. Il Parlamento europeo continuerà a battersi, non soltanto per un sistema di audience trasparente e per assicurare il pluralismo, ma anche per difendere il lavoro dei giornalisti.
L’ultima osservazione va sul lato oscuro dell’audience, a volte le fake news generano un dibattito tra, per esempio, uno scienziato e qualcuno che propina notizie false capaci di incuriosire il telespettatore: non bisogna cadere in questa trappola.
Tutti i media quando fanno informazione devono ricordarsi che sono anche un servizio per il pubblico e, devono proporre la verità”.