Il pianeta latente, quello che non è ancora ma che sta emergendo e che necessita di nuovi pensieri e di nuovi sguardi è il titolo dell’ultimo libro di Cosimo Accoto (membro del comitato editoriale di Media Duemila), una mente con la quale confrontarsi per “orizzontare e non catastrofare” (parole sue). Questo libro arriva dopo” Il mondo dato (2017)” – Il mondo ex macchina (2019) – Il mondo in sintesi (2022).
Se, come scrive Accoto, l’ultima parola è già stata proferita e non ce ne siamo accorti, dove stiamo andando?
L’Osservatorio TuttiMedia si caratterizza proprio per la sua capacità predittiva, che alcune volte è criticata, che Accoto conferma in alcuni passaggi del libro dove spiega la distinzione fra linguaggio naturale umano, regno dell’ambiguità (voci, parole, scritture, testi, frasi, discorsi, contesti, significati e interpretazioni) e quello della macchina certezza (logica, matematica, algebra, algoritmi, dati, istruzioni, simboli) ricorda il nostro incontro “Dal senso all’algoritmo: evoluzione digitale e crisi dell’epistemologia umana (giugno 2022)”.
Il fatto che la nostra riflessione è stata ripresa e sostanziata da Accoto mi inorgoglisce, ecco perché chiudo con questo paragrafo del libro: “…la fine è già avvenuta l’estensione della parola ai non umani ne decreta anche l’estinzione delle forme che ci sono familiari. Perché d’ora in poi la parola umana sarà e dirà e farà altro. Nella lunga vicenda del dialogo (anche polemico) tra parola e calcolo la parola umana estromessa e marginalizzata è tornata protagonista al centro della scena della storia. Ma si tratta di una vittoria dolorosa prodotta con una ferita narcisistica la cui sofferenza ancora non avvertiamo forte. La dose narcotica di umanesimo consolatorio che ci siamo iniettati per un po’ farà il suo effetto anestetico. Per un po’ non sentiamo dolore. Ma una volta che sarà terminata la sedazione al risveglio ci scopriremo doloranti e realizzeremo di essere altro e altri e cambiati. Noi insieme e dentro alla nuova terraformazione sociotecnica in cui ci troveremo ad abitare e vivere”.
Ne discuteremo con Cosimo Accoto nel 2025 perché “se il passato risulta immutabile il futuro avrebbe la qualità di essere mutabile e di dipendere in questo, per l’appunto, dalle nostre decisioni del presente”.