Entro il 2027 saranno digitalizzate oltre 800mila foto dell’archivio dell’ANSA: lo ha annunciato il Presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, intervenendo il 15 gennaio scorso all’inaugurazione della mostra “Ottanta anni di Storia. Ottanta anni di ANSA” presso il Corner MAXXI di Roma. All’inaugurazione ha presenziato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Il lavoro dei giornalisti d’agenzia è fondamentale per la democrazia”, ha detto guardando e commentando le foto della mostra, accompagnato dal presidente dell’agenzia, Giulio Anselmi e dal direttore Luigi Contu.
Nell’ambito del progetto si inserisce anche il sostegno alla mostra per gli 80 anni della maggiore agenzia di informazione italiana (la quinta del mondo) che è in corso a Roma con ingresso gratuito e che chiuderà il 9 febbraio. L’obiettivo è quello di mettere a disposizione della collettività il patrimonio storico, culturale e sociale che queste immagini rappresentano: ottanta anni di vita, di cronaca, di storia, di fatti che hanno plasmato il mondo e l’Italia dal secondo dopoguerra ad oggi.
Fu il direttore Sergio Lepri – al timone dell’ANSA per quasi trent’anni e scomparso a 102 anni il 20 gennaio 2022 – a volere, nel 1958, che l’agenzia si impegnasse nel settore fotografico (e poi multimediale) anche attraverso accordi con agenzie straniere. Accordi che poi portarono nel 1985 alla creazione dell’EPA (European Pressphoto Agency) da parte della stessa ANSA, insieme all’Anp olandese, alla portoghese Anop (oggi Lusa), alla tedesca Dpa, alla francese Afp, alla spagnola EFE e alla Belga. Fu invece Bruno Caselli, successore di Lepri alla direzione, a porre le condizioni perché l’agenzia fosse presente su Internet con un suo sito, “l’Ansa”.
Le istantanee della mostra al MAXXI documentano momenti rimasti nella memoria collettiva: lo scoop di Rolando Fava, con la sua foto del ritrovamento del cadavere di Aldo Moro a Via Caetani nel bagagliaio della Renault 4 rossa, il presidente Sandro Pertini nella storica partita a carte con Enzo Bearzot con la Coppa del mondo sul tavolino dell’aereo presidenziale al ritorno dalla Spagna nel 1982. E ancora, passando dal bianco e nero al colore, i colpi di piccone al muro di Berlino nella notte del 9 novembre 1989; la Costa Concordia piegata su un fianco al Giglio¸ gli infermieri stremati nelle loro tute bianche nei giorni e mesi della lotta al Covid; l’assalto a Capitol Hill il 6 gennaio 2021 e l’attentato a Donald Trump dell’estate scorsa. Nel pannello dedicato ai sette papi a cavallo di due secoli compare la foto, scattata da Alessandro Di Meo, del fulmine che sembra colpire la cupola di San Pietro, nel giorno delle dimissioni di Benedetto XVI.
“Anche noi – ha detto Gros-Pietro – crediamo nel valore della storia, delle testimonianze custodite negli archivi storici”. Intesa Sanpaolopossiede un archivio storico con una sezione fotografica di grande rilevanza: racconta la storia di alcune delle banche italiane poi confluite nel Gruppo e, con essa, la storia dell’evoluzione del Paese. Nel 2015 la banca ha inoltre acquistato l’Archivio Publifoto, costituito da circa 7 milioni di fotografie, per lo più in bianco e nero, di cronaca, politica, costume, società, cultura, sport, paesaggio e architettura, scattate in Italia e all’estero tra gli anni ’30 e ’90 del Novecento. Sede dell’archivio Publifoto sono le Gallerie d’Italia-Torino, il museo di Intesa Sanpaolo espressamente dedicato alla fotografia.
Cesare Protettì