Questa settimana segnaliamo il nuovo libro di Claudio Martelli: “Il merito, il bisogno e il grande tumulto” (La Nave di Teseo), presentato a Napoli presso il Museo Darwin Dohrn con Dino Falconio, Gaetano Manfredi (Sindaco di Napoli), Clelia Buccico, Massimo Gazzara e Sergio Locoratolo. Ha moderato l’incontro Conchita Sannino.
A oltre quarant’anni dal suo celebre discorso alla conferenza di Rimini del Psi, Claudio Martelli pubblica il libro in cui torna a parlare di lavoro, povertà, mercato, aneddoti e storie: una summa del suo pensiero politico.
Nel 1982, alla conferenza di Rimini dell’allora Partito Socialista Italiano, Claudio Martelli tenne un discorso divenuto celebre, sul lavoro, sulla scuola, sul ruolo della politica in un paese moderno. In quell’occasione Martelli coniò una formula semplice e destinata a grande fortuna: “Il merito e il bisogno”. A Rimini suscitò commozione l’aver fatto emergere e riscattare il mondo del bisogno, il mondo della miseria e del dolore. Ma commosse anche la volontà di fare del nostro un mondo migliore aprendo e non sbarrando la strada alle persone che hanno meriti, capacità, talenti. Oggi, il paesaggio sociale dell’Italia non è sostanzialmente cambiato, le priorità che quel discorso indicava sono ancora attuali e anzi la loro modernità segnala l’assenza o la pochezza delle proposte successive, comprese le paradossali invettive contro “la tirannia del merito” e la cecità di fronte al malcontento all’origine degli attuali populismi. L’espatrio negli ultimi anni di centinaia di migliaia di giovani italiani laureati e diplomati rende la necessità di riconoscere i meriti un’emergenza ancora più attuale di allora. D’altra parte, l’aumento del numero di famiglie italiane precipitate nella povertà assoluta impone l’urgenza di politiche mirate al risentito mondo del bisogno. Premiare il merito e i talenti significa aprire la strada a chi non ha ereditato privilegi o vantaggi dalla lotteria della vita. Significa mettere o rimettere in moto l’ascensore sociale fornendo a chi è sprofondato nell’emarginazione una possibilità e un esempio virtuoso, praticabile, contagioso. Se il libero mercato produce più prosperità di qualunque altro sistema economico, se è vero che gli spiriti del capitalismo generano progressi, progressi anche maggiori li genera l’accesso di masse crescenti all’istruzione, al lavoro e alle professioni. Una società aperta è una società più equa, e una società più giusta è una società più dinamica e più prospera. Una riflessione autorevole sul nostro tempo, maturata da Claudio Martelli attraverso una vita di impegno civile e pubblico, e animata in pari misura dalla forza dell’indignazione e dal dovere della speranza.
Claudio Martelli è un politico, giornalista, conduttore televisivo e autore italiano. Nato a Gessate milanese, ha conseguito una laurea in filosofia presso l’Università degli Studi di Milano dove ha lavorato anche come assistente di cattedra prima di entrare in politica. Amico di Bettino Craxi, ha lasciato la carriera accademica quando quest’ultimo lo ha chiamato a Roma per essere affiancato nella direzione nazionale del Partito Socialista Italiano. È stato inoltre deputato italiano ed europeo. Dopo essere diventato Ministro di grazia e giustizia nel 1999, ha scelto come collaboratore Giovanni Falcone e con lui varato le principali leggi antimafia. Ha promosso inoltre l’integrazione degli immigrati e i diritti dei rifugiati, prima con la legge sull’immigrazione, poi con l’associazione Opera e, dal 2010, con Lookout – la prima web tv multiculturale.
Tra i suoi scritti ricordiamo Il merito e il bisogno (SugarCo, 1987), Ricordati di vivere (Bompiani, 2013), L’antipatico. Bettino Craxi e la grande coalizione (La nave di Teseo, 2020) e Vita e persecuzione di Giovanni Falcone (La nave di Teseo, 2022).