Etica dell’informazione
Le postille di Paolo Lutteri6 febbraio 2025
Il Codice deontologico dei giornalisti/e garantisce la libertà di espressione, nel rispetto della verità sostanziale dei fatti. C’è la nuova edizione, approvata l’11.12.2024, che andrà in vigore dal 1.6.2025 (https://www.odg.it/codice-deontologico-delle-giornaliste-e-dei-giornalisti/59465), e c’è il Manifesto di Piacenza del giornalismo scientifico (https://ugis.it/cms/manifesto-di-piacenza-carta-deontologica-del-giornalismo-scientifico/). Bene, testi da approfondire, da applicare e da rispettare.
Ognuno ha il diritto di esprimere opinioni, anche di fare tifo per chi vuole, ma senza modificare la verità. Meglio se la realtà raccontata è completa, non di parte. Se fosse parziale, potrebbe essere ribaltata. Il favoreggiamento e il conflitto di interessi sono vizi che toccano non solo i politici e gli amministratori pubblici, ma anche chi utilizza i media per accattivarsi simpatie, favori, compensi e notorietà. Sembra che la carriera si faccia oggi con slalom veloci tra i valori e le tendenze di moda. La coerenza non è un requisito diffuso. E’ anche impegnativo fare le interviste in modo critico. Di solito non si imbarazza l’ospite; domande-assist invece che argute, risposte diplomatiche per acquisire meriti e fidelizzazioni.
Il teatro dell’informazione va in scena ogni sera in tv nei talk show, spesso in forma di spettacolo, per catturare più audience ed essere più suadente di un discorso troppo razionale. Del resto, poiché la carta stampata vende poco, ma resta un’etichetta significativa, tanto vale per qualche giornalista farsi vedere in video e prendere qualche gettone extra. Ma il peggio dei talk di ‘informazione’ è quando l’ospite invitato è in realtà un inesperto di scenari economici o sociologici, pur avendo un bel sorriso o belle gambe. Sarebbe meglio che i conduttori di programma e i loro editori organizzassero concorsi di costume. Forse meglio che far recitare come opinionisti gli esperti di frizzi e lazzi. Già i politici non sembrano tanto esperti di gestione delle cose in questo mondo complesso e turbolento… Il ridicolo è che non mancano gli applausi, a comando. Il tragico è che la vis polemica è prepotente rispetto ai fatti. Non c’è bisogno che faccia nomi: basta guardare un po’ di tv con spirito critico, senza chiudere gli occhi.
Paolo Lutteri
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Paolo Lutteri
Paolo Lutteri, di Milano, si occupa di comunicazione e marketing dal 1976. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Milano e Diplomato all’Istituto Universitario di Lingue di Pechino. Giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine dei Giornalisti e all’Unione Giornalisti Italiani Scientifici. Ha lavorato con il quotidiano Il Giorno, con le società Spe, Sport Comunicazione e Alfa Romeo; con il Gruppo Rai dal 1989 si è occupato di marketing, sport, nuovi media e relazioni internazionali. Ha tenuto corsi presso le Università degli Studi di Milano e Bicocca, le Università di Roma Sapienza e Tor Vergata. Attualmente studia e scrive articoli sull’innovazione culturale e tecnologica, fa parte del Comitato di Direzione della rivista Media Duemila, è socio onorario dell’Osservatorio TuttiMedia, membro d’onore dell’EGTA-Associazione Europea Concessionarie tv e radio, membro del Consiglio direttivo dell’Associazione Eurovisioni, socio e direttore del Centro Documentazione e Formazione della Fondazione Salvetti. e-mail: paolo.lutteri@libero.it