È stato presentato in Università Cattolica di Milano il libro L’Italia secondo Auditel. Quarant’anni di ricerca sul pubblico della Tv e dei media (1984-2024).

Pubblicato da il Mulino, il volume ricostruisce per la prima volta, con documenti e testimonianze inedite, la storia della società che misura gli ascolti televisivi in Italia.

Fondata nel 1984 grazie alla volontà di Sergio Zavoli e Biagio Agnes, per Rai, e Silvio Berlusconi, per Fininvest, Auditel celebra i primi 40 anni di attività e si appresta a festeggiarli, il prossimo 29 dicembre, con l’approdo definitivo alla Total Audience, la misurazione degli ascolti su tutti i televisori e tutti i device (SmartTV, Smartphone, Pc, Tablet, Game consolle).

Curato dal professor Massimo Scaglioni, direttore del CeRTA (Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi dell’Università Cattolica di Milano), L’Italia secondo Auditel ricostruisce il rapporto fra televisione e società italiana lungo un doppio binario: la storia della TV, che per la prima volta viene letta e analizzata attraverso i dati d’ascolto, con una prospettiva del tutto inedita anche a livello internazionale; e la storia imprenditoriale di Auditel, che riflette l’evoluzione dell’intero sistema mediale, poiché Auditel è un organismo a controllo incrociato che riunisce tutte le componenti del mercato, ossia i broadcasters, gli investitori pubblicitari, le agenzie di comunicazione e i centri media.

Il libro (ricco di documenti e dati inediti) è stato oggi al centro di una presentazione cui hanno partecipato Lorenzo Sassoli de Bianchi, Presidente di Auditel; Riccardo Brizzi, professore ordinario di Storia Contemporanea all’Università di Bologna, dove dirige il Dipartimento delle Arti; Giacomo Manzoli, professore ordinario di Forme audiovisive della cultura popolare all’Università di Bologna e Presidente della Consulta Universitaria del Cinema (CUC); e Massimo Scaglioni, professore di Economia e Storia dei media all’Università Cattolica di Milano. Ha partecipato anche Gerry Scotti.

A 70 anni dalla sua nascita la televisione, pur attraversando radicali trasformazioni, è ancora al centro di un sistema sociale pensante e cosciente e Auditel nel corso degli ultimi 40 anni ha fatto in modo che la rilevazione degli ascolti rispondesse in pieno alla sua evoluzione e la riflettesse fedelmente, a beneficio non solo degli investitori pubblicitari e degli editori, ma anche di tutti i cittadini. Auditel, inoltre, ci ha permesso e ci permette di cogliere l’enorme ricchezza di informazioni disseminate nella dieta mediatica degli italiani. Abitudini, comportamenti, cambiamenti nella modalità di ascolto, ribaltamenti tecnologici; e non si tratta solo di una narrazione su valutazioni statistiche, tassi di penetrazione e coefficienti di espansione, ma di indispensabili indicazioni sulle trasformazioni in atto nella società e sull’impatto dei media su tendenze, appartenenze e consumi” ha detto Sassoli de Bianchi introducendo la discussione.

Il modo in cui un sistema di misurazione degli ascolti televisivi è stato costituito e si è affermato può sembrare un tema tecnico, noioso, di esclusivo appannaggio degli esperti. Al contrario, il testo polifonico curato da Massimo Scaglioni dimostra che si tratta di una storia avvincente, prismatica, ricca di riflessi ambivalenti, destinata ad avere ricadute politiche enormi per come ha ridefinito non solo il sistema dei media e gli equilibri fra istituzioni, partiti e mondo economico, ma anche la maniera stessa di concepire la democrazia” ha sottolineato Manzoli.

Studiare la storia di Auditel mi ha permesso di raccontare in maniera del tutto originale e inedita la storia degli ultimi quarant’anni del Paese. Perché Auditel è per molti verso lo specchio della televisione degli ultimi quarant’anni; e, a sua volta, la televisione è uno specchio fondamentale per capire la società italiana, le sue profonde trasformazioni, ma anche gli elementi di continuità. Due su tutti: il festival di Sanremo e la durevole popolarità del calcio in TV” ha raccontato Scaglioni.

Nel corso degli ultimi 40 anni Auditel non si è affermata solo come uno strumento fondamentale per rilevare gli ascolti e un impulso decisivo per lo sviluppo del sistema mediale, ma anche come un sensibile termometro delle trasformazioni politiche italiane, accompagnando il crepuscolo della «Repubblica dei partiti» e l’avvio di una stagione politica sempre più dominata dalla media logic” ha spiegato Brizzi.

Articolo precedenteTajani: “Noi italiani proiettati nel Mediterraneo nostra storia e identità”
Articolo successivoA Derrick de Kerckhove il PAM Science Award 2025