di IACONESI e PERSICO

 

Un pc connesso in Rete, un proiettore, un telo, diverse centinaia di sticker distribuite ai presenti, locandine strette e lunghe rigorosamente in bianco e nero disposte simmetricamente alle pareti. La sagoma sottile e leggermente spigolosa di un uomo sospeso nello spazio, curiosa, quasi sognante; alle sue spalle, la mappa del pianeta punteggiata di piccoli cerchi verdi; in basso due grafici che ricordano un futuristico pannello di controllo; al centro, una serie di sfere rosse connesse da sottili bracci. Nell’aria, sonorità diffuse di bit…

 

La mattina del 31 maggio 2011 l’Uomo Elettronico si è manifestato nella hall del Centro Congressi della Sapienza sotto forma di un’installazione. Sullo schermo di proiezione tutto impercettibilmente si muove: i grafici si alterano, le sfere si spostano, la distribuzione dei punti sulla mappa cambia, fin quando una parola – un emozione – appare per scomparire quasi subito riassorbita dalla sagoma. L’Uomo Elettronico è vivo: l’installazione registra, proiettandoli in tempo reale, i segnali della sua esistenza digitale. Sono le interazioni degli utenti con il suo corpo: dati, informazioni catturate dalla Rete a intervalli di circa cinque minuti che si trasformano in rappresentazioni infoestetiche live.

 

4800 contributi da 1037 location distribuite fra 5 continenti (Europa, Asia, Africa, America Sud, America Nord): sono questi i dati della prima settimana di vita dell’Uomo Elettronico, che ne delineano i tratti. Nei giorni immediatamente precedenti la celebrazione del Centenario di McLuhan a Roma, a partire dal 27 maggio una call to action lanciata su mailing list nazionali e internazionali, social network, siti, ha innescato un meccanismo di partecipazione globale, coinvolgendo persone da tutto il mondo nella creazione e disseminazione del corpo dell’Uomo Elettronico. Le istruzioni sono semplici ed efficaci: accedendo ad una piattaforma on line è possibile scegliere un’emozione, registrarla e inviarla, consentendo al sistema di rilevare la propria posizione geografica. Ma non è tutto. Agli utenti è stata fornita un’ulteriore possibilità: stampare un pdf contenente uno sticker con l’icona dell’Uomo Elettronico e un QRCode, ritagliare lo sticker, incollarlo su una qualsiasi superficie pubblica, scattare una foto e inviarla al nostro indirizzo di posta elettronica inserendo a scelta il proprio nome (o nick), biografia e sito di riferimento. Il tutto avrebbe fatto parte dell’installazione e dell’opera. Sorprendendoci, un numero consistente di utenti, abbandonati per un momento tastiera e mouse, ha impugnato forbici e colla per trasformarsi in bricoleur, stickeratori abusivi, veri e propri performer. Grazie a loro, l’Uomo Elettronico è uscito fuori dallo schermo vivendo nelle strade, nelle piazze, negli interstizi metropolitani della città: il QRCode contenuto nello sticker punta infatti all’interfaccia web attraverso la quale è possibile aggiungere la propria emozione e connettersi alla performance, un link dal mondo fisico a quello virtuale e viceversa. Ancora i dati registrati in questa prima settimana di performance sono rivelatori. Sul totale delle connessioni registrate, ben il 25% proviene dagli sticker disseminati in 7 Nazioni su 25 location differenti (tra quelli che hanno effettuato lo scan degli sticker, circa il 78% ha usato iPhone, circa il 21% ha usato Android e l’1% ha usato un altro device); il 45% di utenti ha usato il browser del computer (principalmente Firefox, Safari e Chrome); mentre il 30% il proprio smarphone (iPhone/iPad/Android) direttamente dal Web.

 

Le infoestetiche rappresentate nell’installazione e quelle visibili sul Web sono il racconto in costante evoluzione di questa identità connettiva: sulla mappa possiamo osservarne la distribuzione geografica; un grafico a colonne ci svela la composizione dello stato emozionale; infine un’infoestetica più complessa mostra la covarianza delle emozioni secondo gli indicatori di tempo e spazio.

 

Ad oggi gli stati emotivi più scelti e comunicati dagli utenti all’Uomo Elettronico sono: Interest, Joy, Serenity, Pensiveness, Annoyance, Vigilance.

 

Questo breve resoconto si chiude con due notizie. L’Uomo Elettronico è attualmente ospitato presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione in Via Salaria 113, dove rimarrà come opera permanente: un quadro su tela (70×30 cm) con la sua icona e il QRCode è stato realizzato e donato in via simbolica al professor Mario Morcellini e al presidente dell’Osservatorio TuttiMedia Francesco Passerini Glazel. Inoltre, dal 22 al 26 giugno prossimo l’installazione verrà riproposta presso il MACRO Testaccio presso ADD Festival. Un’altra connessione, nello spirito che ha animato questo evento, si è accesa.

 

Oriana Persico e Salvatore Iaconesi

 

APPROFONDIMENTI & LINK UTILI

 

Partecipa alla performance e scopri l’Uomo Elettronico

L’Uomo Elettronico è una performance globale ongoing. Partecipa disseminando un QRCode nella tua città o donandogli la tua emozione: facendolo diventerai autore di questa opera connettiva ed entrerai a far parte della prossima esposizione all’ADD Festival presso il MACRO, e di quelle che organizzeremo nel futuro. Trovi tutte le informazioni a questo link:

http://electronicman.artisopensource.net/

 

Guarda le foto dell’installazione alla Sapienza

http://www.flickr.com/photos/xdxd_vs_xdxd/sets/72157626876028200/

 

Guarda le foto della prima disseminazione di sticker urbani

http://www.flickr.com/photos/xdxd_vs_xdxd/sets/72157626811219056/

 

SPECIAL THANKS

 

L’Uomo Elettronico ringrazia per la sua nascita:

Maria Pia Rossignaud, Derrick de Kerckhove, Erminio Cipriano, l’Osservatorio TuttiMedia, Media Duemila, l’Associazione Amici di Media Duemila; Francesca Comunello; Mario Morcellini; Chiara Giannini Guazzabugli; Anna Vacarelli, Giorgio Cipolletta, Dario Carrera, Enrico Tomaselli, Marco Stancati e tutti coloro che da anonimi hanno contribuito alla performance.

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