“È vero che c’è la tecnologia, ma bisogna riportare l’uomo al centro perché è il cervello la sede dove nascono le idee”. Questo il messaggio lanciato da Maria Pia Rossignaud, direttore di Media Duemila e vicepresidente dell’Osservatorio TuttiMedia, durante il convegno sul massmediologo Marshall McLuhan, di cui ricorre il centenario dalla nascita, che negli anni Sessanta aveva già previsto la rivoluzione digitale dei nostri tempi. La Rossignaud, organizzatrice dell’evento, ha sottolineato che “questo appuntamento è stato un vero e proprio brain storming con cervelli attivi e impegnati a realizzare una rete umana per creare un futuro possibile e sostenibile in ogni campo, anche grazie agli atelier di intelligenza connettiva. Con gli Atelier, infatti, aperti alla riflessione di tutti, abbiamo ragionato sull’eredità culturale e scientifica di McLuhan per trovare soluzioni a problemi di attualità specificamente selezionati”.
Puntuale è stato poi l’intervento di Mario Frullone, direttore ricerche della Fondazione Ugo Bordoni che ha parlato dei dati in rete spiegando come “oggi abbiano un valore economico sempre più importante” e come sia “fondamentale tutelarsi attraverso l’uso consapevole della tecnologia per proteggerci dal rischio di perdere alcuni tra i nostri diritti fondamentali. Infatti la tracciabilità dei dati (data tracking) è sicuramente il prossimo problema da affrontare. Uno dei modi per difendersi è il registro delle opposizioni“.
S.E. James Fox, ambasciatore del Canada a Roma, ha precisato che “McLuhan poteva nascere solo in Canada perché è l’unico Paese al mondo che sa vivere senza una identità precisa. Infatti il massmediologo voleva sfuggire a qualsiasi definizione, ma la sua semplicità e la sua ironia sono state capaci di rendere le sue idee accessibili a tutti”.
Mario Morcellini,direttore del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della “Sapienza” Università di Roma ha affermato che “i punti essenziali del lascito culturale di McLuhan sono la definizione di relazioni comunicative a distanza e il rapporto di reciprocità tra tecnologie e società. Come Università vogliamo ottenere da incontri come l’evento di oggi e da quelli futuri qualcosa di più stimolante del solito convegno universitario”.
“Le tecnologie sono una protesi del corpo e del cervello umano” ha affermato Francesco Passerini Glazel,presidente dell’Osservatorio TuttiMedia, ricordandoil pensiero del massmediologo e indicando il ruolo dell‘Osservatorio che vuole essere “sentinella di ciò che accade nel mondo della tecnologia legata alla comunicazione”.
“Attualmente sono 250 gli incontri che si stanno organizzando nel mondo su McLuhan” ha ricordato Derrick de Kerckhove, direttore scientifico di Media Duemilache ha illustrato, nel dettaglio, i dieci comandamenti di McLuhan. Norman Doidge, ricercatore in psichiatria e psicanalisi per la Columbia University, ha esposto la sua teoria sul cervello che cambia se stesso e può rimediare alle carenze che si vengono a creare con i traumi o l’invecchiamento. Particolare, poi, l’intervento del professore Philippe Cahen, autore del libro “Segnali deboli”, il quale ha spiegato che è possibile individuare i segnali deboli per analizzare il mondo attraverso le notizie che leggiamo dai giornali: “partendo dall’attento approfondimento dei titoli, ad esempio, è possibile trovare l’80% dell’informazione riguardante un evento specifico che normalmente non può essere evidenziato con una prima lettura superficiale e capire così non solo la realtà che ci circonda, ma trovare delle importanti chiavi di lettura per il futuro”.
Dopo gli interventi della prima sessione del convegno una tavola rotonda ha animato la discussione attorno all’importanza della forma del medium rispetto al suo contenuto. Giampiero Gamaleri, autore della prima monografia su McLuhan ha moderato il dibattito. Vincenzo Vita, senatore PD, ha evidenziato che gli aforismi sono un vero ipertesto permanente e ha sottolineato come sia importante guardare alla rete, in questa epoca, come a una dimensione cognitiva delle società.
Gianpaolo Balbonidi Telecom Italia,esperto in innovazione e tecnologie, ha parlato del tempo come risorsa essenziale per partecipare alla vita delle community: “per individuare e selezionare la qualità delle informazioni nelle reti sociali che formano il villaggio globale alle quali partecipiamo è necessario viverle assiduamente”. Anche Abdullah Alrefaeeprofessore di New Media presso Al-Imam Mohammed Bin Saud Islamic University (Arabia Saudita) ha sottolineato l’importanza di capire i nuovi media in un mondo che viaggia verso la cultura globale.
Tra i partecipanti agli Atelier di intelligenza connettiva Giulio Anselmi, presidente Ansa; Giancarlo Tartaglia, direttore Fnsie Franco Siddi, segretario Fnsi.
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