di ALBERTO VALERIÂ Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â
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I gruppi editoriali italiani, dai colossi a quelli di provincia, hanno da tempo imboccato la strada inevitabile: essere multimediali, differenziare l’offerta di informazione, portandola su più piattaforme, dal web ai cellulari, da radio e tv, spesso veicolate anche via internet, all’ultimo nato, il tablet. C’è un problema: il più delle volte gli editori hanno trattato questi diversi veicoli di informazione come se fossero uno solo, senza tenere per nulla conto di caratteristiche e peculiarità di ciascuno.
È pur vero che, per diversificare in modo ideale l’offerta, occorre qualche investimento. Ma si può fare, specie nella convinzione che siano investimenti e non spese, in grado di garantire, sul breve periodo, un vantaggio tecnologico nei confronti dei concorrenti, in modo da trasformarsi nei leader incontrastati del mercato su cui si è presenti. E sul medio periodo i vari canali di somministrazione delle notizie potranno diventare altre fonti di ricavi, perché è possibile “vendere” le news anche attraverso i canali diversi dal giornale di carta. E perché, migliorando l’appeal e l’efficacia dell’offerta informativa, aumentano anche i contatti, cioè i lettori. E più sono i lettori più è facile portare altri ricavi attraverso la pubblicità .
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Un’idea per diversificare
Ecco di che cosa dobbiamo tener conto: le caratteristiche diverse dei canali di informazione, i modi (e i tempi) in cui vengono utilizzati, il principio che ogni canale deve poter fornire all’editore il massimo possibile dei ricavi, grazie anche al principio che avere le news in tempo quasi reale, costante e completo è un valore. E per un valore si è disposti a pagare. Ed ecco un canovaccio per arrivare al duplice obiettivo: un’informazione completa, puntuale e “portatile” per il lettore, una fonte di ricavi per l’editore.
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Sullo smartphone. Le app, rese famose per l’iPhone, sono una caratteristica comune a tutti i cellulari della stessa generazione: cambia soltanto il sistema operativo che li gestisce. Proprio una app è l’ideale per aprire un canale di breaking news e informazioni utili. Le prime sono le notizie del giorno, ma con particolare attenzione a quelle che chi non è a casa non potrebbe avere in nessun altro modo, date nel più breve tempo possibile, dal risultato della partita della squadra cittadina all’incidente stradale che blocca il traffico sulla tangenziale, fino alla rissa del sabato sera al pub (quella che sul giornale di domenica non fa in tempo a esserci) o all’esito del dibattito rovente in un consiglio comunale.
Cito quest’ultimo esempio pensando a una piccola provincia, con tre periodici “su carta” e con altrettanti siti web, in cui la notizia della mezza crisi di giunta sulla sfiducia al presidente del consiglio comunale è stata data per prima dal blog di un consigliere comunale di opposizione. Questo è uno smacco inaccettabile per chi fa dell’informazione il suo mestiere. E una perdita di credibilità notevole per tutte e tre le testate del territorio.
Per questo la app deve accreditarsi come fonte garantita e sicura di aggiornamenti rapidi sulla vita del territorio. E indossare il brand, il marchio della testata conosciuta da generazioni di lettori in edicola, è un autorevole e ottimo punto di partenza. Non solo: questa app dovrà trasformarsi in strumento prezioso, come serbatoio di informazioni utili, dalla farmacia di turno al numero di telefono del medico di guardia, dagli orari di treni e bus agli appuntamenti di cinema e teatro della serata. Essere veloce, completa e “portatile” sarà la spinta per rendere appetibile l’offerta anche facendola pagare. Si può pensare a un tariffario di abbonamenti, dal giornaliero all’annuale, con un prezzo al giorno minore, più l’abbonamento sottoscritto è a lunga scadenza. E va valutata la possibilità di implementare i ricavi attraverso la pubblicità . Di certo, un inserzionista troverà appetibile la prospettiva di mettere il suo banner direttamente nella tasca dei suoi concittadini (e potenziali clienti) attraverso lo smartphone. Senza trascurare il fatto che, negli ultimi sei mesi, le offerte dei gestori di telefonia mobile si sono moltiplicate, rendendo un oggetto di culto hi-tech come l’iPhone alla portata di molte più tasche. E spingendo a una crescita esponenziale della sua presenza sul mercato.
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Sull’iPad. Il direttore di un periodico italiano ha detto: “Portare i giornali sull’iPad pubblicando i pdf delle pagine è come se i primi telegiornali della storia della tv fossero stati fatti sfogliando un quotidiano davanti alla telecamera”.Il pdf della pagina è statico, anche nelle forme leggermente più evolute, come le immagini sostituite da link che aprono video, file audio o gallerie di foto. Ma l’iPad (come gli altri tablets che stanno invadendo il nostro mercato) è dinamico, estremamente dinamico. E permette la massima multimedialità , mescolando audio, video e pura lettura, con un appeal visivo sorprendente.
In più la staticità del pdf lo rende obsoleto un minuto dopo averlo scaricato: un qualsiasi sito internet di news è in grado di essere più aggiornato sulle notizie, rispetto alla pagina fotocopia del quotidiano di carta.
Per fare meglio della pagina in pdf, il “quotidiano su iPad” deve essere in continua evoluzione, anche “custom”. Questo vuol dire aggiornare costantemente le notizie, arricchendole con contenuti multimediali (immagini, video, audio, ma mai da soli: un’intervista in video deve avere la sua versione scritta, perché sia letta da chi usa l’iPad in un luogo affollato e non ha gli auricolari). E vuol dire anche consentire all’utente di gestire da solo i contenuti, “costruendo” la prima pagina in base ai suoi interessi. Un esempio simile esiste già , ovviamente negli Stati Uniti: The Daily, il primo quotidiano solo su iPad edito da Rupert Murdoch, ha nella sua sezione sportiva una pagina completamente personalizzabile. Basta scegliere la propria squadra sportiva del cuore e, ad ogni nuova apertura della app di quel giornale multimediale, la pagina presenterà solo notizie su quella squadra.
Anche per questo servizio si può pensare ad abbonamenti a prezzo al giorno tanto minore quanto più lunga è la durata dell’abbonamento stesso. Quanto alla pubblicità , è necessario imparare a sfruttare la multimedialità del mezzo anche a vantaggio degli inserzionisti: niente banner statici, ma video, animazioni costruite per iPad.
Esiste però una marcia di avvicinamento per gradi a questa soluzione che, ovviamente, è quella ideale. Come ha fatto La Stampa con Tuttolibri, è possibile portare su iPad, con veste grafica adatta al mezzo e con grande apertura alla multimedialità , contenuti extra che già compaiono come inserti del quotidiano di carta o che, per contrasto, faticherebbero ad essere valorizzati nel formato cartaceo tradizionale. Un esempio? In autunno il Giornale di Brescia pubblicherà una app dedicata ai 100 anni della squadra di calcio della città . Avrebbe potuto essere un inserto su carta, magari impreziosito dal patinato. Ma quante pagine sarebbero servite, per le statistiche anno per anno? E come mostrare i gol, per esempio, di Roberto Baggio? Invece stiamo disegnando una app che abbia spazio per immagini, video, contributi audio, cifre, numeri e, ovviamente, articoli che rievochino storia e personaggi. Il tutto a portata di clic. Per il quotidiano lombardo è anche un esperimento sul campo: lo staff sta mettendosi alla prova, in questi mesi, per trasformarsi in una redazione multimediale. Il che vuol dire, per esempio, non dedicarsi al sito web nei dieci minuti avanzati dopo aver chiuso la pagina del giornale dell’indomani. Riorganizzare metodo e flussi di lavoro è un passo indispensabile per essere in grado al più presto di affrontare anche l’impegno di pubblicare il quotidiano su iPad, superando l’ingessata struttura dei pdf.
Ma l’iPad consente, in questa fase di sperimentazione e transizione, anche di valorizzare meglio notizie e servizi che una testata già pubblica su carta. Un altro esempio lo fornisce un progetto a cui stiamo lavorando per il mensile Quattroruote. Esce su carta, una volta al mese, appunto, ed ha un sito web già ricco di contenuti multimediali, dai video delle prove su strada fatte dai collaudatori della redazione, fino alla mappa degli autovelox regione per regione. L’idea è di “esplodere” in una app alcuni contenuti selezionati del giornale su carta, infiocchettandoli con il fascino della multimedialità . L’uscita di una nuova auto, per esempio, può occupare al massimo sei pagine a due dimensioni sulla rivista. Ma sull’iPad lo spazio è illimitato e può comprendere gallerie fotografiche in cui mostrarne ogni dettaglio, video con le prove su strada, magari con riprese in soggettiva dell’abitacolo per dare davvero la sensazione di essere a bordo, schede e confronti con le altre auto della stessa fascia a cui farà concorrenza. L’unico limite è la fantasia.
Ma occorre fare in fretta: come è accaduto negli ultimi mesi per gli smartphones, resi popolari dalle offerte pensate dalle compagnie telefoniche, è arrivata da pochi giorni la prima offerta simile per un tablet, pensata dalla Tim per il nuovo gioiello della Motorola, lo Xoom. In breve, sottoscrivendo un abbonamento, la tavoletta è gratis. E, se immaginiamo che offerte simili andranno a moltiplicarsi, presto anche il mondo di iPad e dintorni è destinato a vivere il suo piccolo boom. E per quel giorno bisognerà essere pronti.
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Su Internet. Finora però smartphones e, soprattutto, iPad sono prodotti di nicchia, specie se li si pensa come mezzi per avere accesso a notizie. Per questo Internet non può mancare in un’offerta completa. A differenza degli altri due prodotti, non si può pensare a un sito a pagamento: sarebbe scartato a priori. Ma non si può nemmeno pensare a un sito all news che riproduca quello che è già apparso sugli altri canali di informazione. Si può pensare a Internet come a una vetrina per i prodotti a pagamento e come contenitore per approfondimenti e commenti. Un esempio pratico? Sullo smartphone la notizia del giorno arriva in formato sms in tempo reale, poco dopo sull’iPad si può leggere la notizia approfondita e completa, diciamo le classiche 40 righe, complete di immagini (che siano foto o video). E su Internet si troverà un servizio di approfondimento, che prende spunto da un fatto di cronaca. Il tutto, come si conviene a Internet, con servizi (ma anche montaggi sfiziosi) in video, aprendo un canale YouTube. Altre idee cattura-clic: un parco di blog con le “firme” che danno la loro opinione sui fatti del territorio, un’agenda più completa possibile con gli appuntamenti e i divertimenti e gli album fotografici delle feste del weekend nei locali notturni della città . Il sito sarà free, ma si potrà pensare di incassare qualcosa attraverso i classici banner.
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Su carta. La carta non è morta, soprattutto pensando alle categorie di lettori che non usano Internet, faticano a mandare un sms sul più semplice dei cellulari e non vede nessun appeal in un iPad. In questo contesto, la funzione del giornale è di essere un contenitore generalista. Nel caso di un quotidiano locale, per esempio, con il maggior numero possibile di notizie del territorio, comprese le minuzie (dalla sagra di quartiere al concerto della banda) che segnano la vita soprattutto dei piccoli centri e che non avrebbero mai spazio né sulle breaking news via smartphone né sullo scintillante schermo multimediale dell’iPad. E, soprattutto, la scrittura delle notizie deve essere differente rispetto alla versione comparsa sugli altri canali, per motivi di opportunità ma anche per motivi di spazio: una lunga inchiesta da settimanale mal si addice allo spazio limitato di un tabloid, mentre è perfetta su Internet.
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Alberto Valeri