I grandi del giornalismo riuniti a Ischia per la 32° edizione del “Premio Ischia Internazionale di Giornalismo” che da oltre un trentennio conferisce sotto l’alto patronato della Presidenza della Repubblica italiana un premio ai migliori giornalisti italiani e internazionali. Un premio che non è solo un mero riconoscimento alla carriera, ma un’occasione di riflessione sulle sfide che il giornalismo si trova ad affrontare nel nuovo mondo della comunicazione globale.

 

Quest’anno la giuria ha premiato Giovanni Maria Vian, direttore de L’Osservatore Romano, con il riconoscimento “Giornalista italiano dell’anno 2011”; Rym Ali Brajimi, fondatrice dell’Istituto Media in Giordania, è invece la vincitrice della “sezione internazionale”; a Toni Capuozzo vicedirettore del Tg5, è stato conferito il “premio inviato speciale”; un riconoscimento speciale è andato a Virman Cusenza, direttore de Il Mattino di Napoli, per i servizi pubblicati in occasione dei 150 anni dell’Unita’ d’Italia.

 

Il “premio alla carriera” è stato assegnato a Giulio Anselmi, presidente dell’Ansa, che ha diretto e lavorato per le maggiori testate nazionali.

Laureato in giurisprudenza all’Università di Genova, ha incominciato ad interessarsi al giornalismo, da studente, collaborando al Corriere Mercantile. Dopo due anni dalla laurea ha iniziato a collaborare con lo stesso giornale, poi, nel 1969 è passato a Stampa Sera e successivamente a La Stampa. La sua carriera di inviato speciale è iniziata nel settimanale Panorama. Dal 1977 al 1984 ha lavorato al Secolo XIX; in seguito è stato direttore del settimanale Il Mondo. Nel 1987 è passato al Corriere della Sera, dove è rimasto fino al 1993. Dal 1993 al 1996 ha diretto il Messaggero, e dal 1997 al 1999 l’Ansa, la più grande agenzia giornalistica italiana. Successivamente è stato direttore del l’Espresso, fino al 2002, quando si è dimesso. È rimasto comunque editorialista del quotidiano del gruppo, la Repubblica. È stato consulente della trasmissione televisiva Ballarò. Dal 2005 al 2009 è stato direttore de La Stampa di Torino. Il 2 dicembre 2008 fu oggetto di una dichiarazione del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che durante una visita in Albania, a Tirana se la prese con il Corriere della Sera e con La Stampa, aggiungendo: “certi direttori cambino mestiere”. Il 22 aprile 2009 lascia la direzione del quotidiano torinese per assumere la presidenza dell’Ansa.

 

Lo stesso Giulio Anselmi il 31 maggio alla Sapienza, in occasione del convegno “McLuhan: Tracce del futuro” organizzato da Media Duemila e Osservatorio TuttiMedia, nell’ambito dell’atelier di intelligenza connettiva sull’Editoria da lui coordinato ha usato parole importanti che riassumono il senso di una carriera e la lunga esperienza maturata nel mondo del giornalismo. “L’editoria oggi è sinonimo di crisi, ma in realtà – ha detto il presidente dell’Ansa – alla caduta delle copie cartacee dei giornali, -25% in 10 anni, corrisponde una tenuta su Internet. Molti pensano che la multimedialità possa risolvere tutti i problemi e non c’è grande gruppo editoriale che non si stia impegnando su questo fronte. Il problema centrale, però, oggi è innanzitutto la qualità”. All’impasse tra editori “capaci solo di tagliare” e giornalisti “abbarbicati sulle loro posizioni” per capire se fosse il caso di “accettare o meno la multimedialità”, per Anselmi la conoscenza delle nuove tecnologie è ormai la dotazione indispensabile di un giornalista. “Ma – ha proseguito – la macchina è la macchina. A fare la differenza è l’intelligenza della persona. Il cervello, per cominciare”. Fino a quando “l’informazione sarà poco attraente, autoreferenziale e si limiterà a uno scambio tra poteri, sarà destinata alla crisi. Non è vero che la carta stampata è stata uccisa da Internet, è stata vittima di un suicidio” con atteggiamenti “cerchiobottisti” in cui “si è utilizzato strumentalmente persino l’infotainment per non dare l’informazione. C’è un problema alla base – ha concluso Anselmi – che è di gran lunga più importante del dibattito carta o Internet”.

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