La maggior parte dei ragazzi che usa Internet fa esperienza attiva delle culture partecipative: scrive e condivide post sui blog, elabora prodotti mediali in modalità nuove e creative (fan video, fan fiction), prende parte a community online e social network (Facebook, Twitter), lavora in gruppo per produrre nuova conoscenza (Wikipedia). Un numero crescente di studiosi ritiene che queste attività possano favorire l’apprendimento tra pari, lo sviluppo di abilità utili per il lavoro e il pieno esercizio dei diritti di cittadinanza. Ma è possibile che queste competenze possano essere acquisite dai ragazzi in autonomia, al di fuori di qualsiasi progetto educativo? Jenkins sostiene la necessità di un indirizzo pedagogico e politico che metta in sinergia la didattica in aula, le attività extrascolastiche e il coinvolgimento delle famiglie affinché a tutti i giovani sia assicurata la possibilità di sviluppare le competenze culturali e le abilità sociali di cui hanno bisogno per affrontare al meglio le sfide del XXI secolo. Nel testo sono, inoltre, raccolti utili spunti ed esempi cui i docenti possono ispirarsi per progettare il lavoro in classe.
Un esempio, secondo il punto di vista di Jenkins, è stato riportato anche sull’articolo dell’ Espresso dedicato ai bambini digitali, dal titolo “generazione I-KIDS”, che,  tra le altre suggestioni, invitava ad osservare come bambini piccolissimi – dai 2 anni in su – siano in grado di gestire applicazioni su iPhone, giocare con iPad, imparare le lingue con il solo scorrere dei polpastrelli su schermi interattivi e sensibili.
In cosa differiscono o come stanno mutando le competenze necessarie per abitare una società basata sulle logiche della convergenza mediale, della cultura partecipativa? Qual è il ruolo delle istituzioni formali preposte all’educazione? Quale ruolo esercitano i genitori? Quale i media e le nuove tecnologie? Sono in gran parte queste le domande che solleva e a cui prova a rispondere Henry Jenkins. Un testo che invita a ragionare sui cambiamenti sociali che si manifestano a partire dall’impegno nell’uso di nuove tecnologie e dal coinvolgimento attivo nelle dinamiche della cultura partecipativa, che le nuove generazioni di ragazzi – altrove definiti nativi digitali – producono nelle pratiche quotidiane.

Questo video ne è un esempio.

Henry Jenkins III (nato il 4 giugno 1958 ad Atlanta, Georgia) è uno studioso dei media e attualmente professore di Arti della Comunicazione, giornalismo cinematografico alla Annenberg School for Communication & Journalism e alla School of Communication and Journalisn all’università del sud della California.

Jenkins è laureato in Scienze Politiche e Giornalismo. Ha conseguito il Master in Scienze della Comunicazione e il dottorato in Communication Arts presso l’università del Wisconsin-Madison. Jenkins è anche direttore del Comparative Media Studies Program del MIT. Autore e curatore di molti libri su vari aspetti dei media e della cultura popolare tra cui: Cultura Convergente e Fans, Blogger, and Gamers.

Articolo precedente“Cultura come terapia”: 10 ottobre Istituto Vaccari
Articolo successivoIdee che vale la pena diffondere