di LUCIANO CLERICO –
Caro direttore, prendo atto dell’invito a “continuare a studiare il presente per immaginare insieme un futuro sostenibile a tutto tondo” tema del prossimo incontro dedicato al premio “Nostalgia di Futuro” in ricordo di Giovanni Giovannini. Mi permetto, in nome di questo invito, di proporre un contributo dalle alluvioni in Liguria.
Non erano temporali. Erano di più, una sorta di cascata che scende da un’ imprecisata area atmosferica che sta lassù e che è grande come il cielo. Cascate d’acqua calda. Sono state queste le gran piogge cadute su Borghetto Vara, Brugnato, Monterosso, Vernazza, Genova. Hanno fatto esplodere tombini e torrenti, e hanno portato in città un disastro che in teoria avrebbe dovuto essere annunciato. Inutile fare la cronaca di quei pomeriggi, tutti ne abbiamo avuto l’esatta percezione guardando le tv e i siti internet. Quello però che in tv e in internet non si é visto, nè si vedrà mai, è il senso di umanità che – dopo – accompagna queste tragedie. Alla rabbia, e al dolore, subentra istintivamente nella gente la voglia di dare una mano, lo spontaneo bisogno di aiutare.
Per senso di testimonianza a mio avviso preziosissima, riporto quella di una signora di Brugnato, in provincia di La Spezia. Vi sono stato dopo l’alluvione di Genova, e solo perché di Brugnato, che pure ha subito danni incalcolabili, dopo tre giorni nessuno parlava più. La signora Evelina mi ha incontrato sulla porta di casa sua. A mezzogiorno del 25 ottobre le pareti erano bianche, ”e lì c’era il frigo, lì la credenza” dice portandomi in cucina. Due ore più tardi la cucina non c’era più’. La signora, 63 anni, ha un grembiule a fiori, la scopa in mano, e gli occhi gonfi. Eppure, quando le dico che sono di Biella, sorride, quasi mi abbraccia: ”E’ venuta giù gente da Biella la settimana scorsa, e da Milano. Mi hanno aiutato tanto, ma tanto….Mi è dispiaciuto tantissimo che andassero via, ma dovevano tornare a lavorare. Lo capisco, però…Che brava gente…”. Vorrebbe continuare a parlare ma non ce la fa. Fa un gesto con la mano, portandosela alla bocca, agli occhi. Vorrebbe nascondere la commozione. E’ quel gesto antico così pieno di pudore che solo le nostre donne, le donne italiane, sanno fare quando vogliono esprimere una gratitudine che non ha parole. Quel gesto mi è valso l’intero viaggio. Se è possibile dare un senso ad un’alluvione, ecco, quello è l’unico. Ma vale un tesoro. E’ questo il presente che vorrei studiare per immaginare, insieme, un futuro sostenibile.
Luciano Clerico
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