Novemila treni sono ogni giorno in movimento sulla rete ferroviaria nazionale. A gestirne i flussi il Gruppo FS, la più grande azienda italiana, che deve tenere in perfetta efficienza una rete di quasi 16.500 chilometri, impiegando al meglio i suoi 87.000 ferrovieri. L’obiettivo finale è la soddisfazione dei 500 milioni di viaggiatori trasportati e il corretto smistamento di circa 80 milioni di tonnellate di merci. Ecco, basta l’entità di questi numeri per evidenziare la complessità del sistema FS. Intuitivo che alla base di tutto c’è l’efficienza e la funzionalità dei sistemi informativi che ne permettono il controllo e la crescita. Media Duemila ha chiesto ad Alessandro Musumeci, da pochi mesi direttore centrale sistemi informativi di Ferrovie dello Stato SpA, di guidare i nostri lettori nella conoscenza dei meccanismi che governano il sistema, anche alla luce degli sviluppi attesi per la massima soddisfazione delle aspettative degli utenti. Il simbolo di queste aspettative è oggi il collegamento Milano-Roma in tre ore e mezzo di viaggio. E dal prossimo dicembre appena in tre ore. Come si è arrivati al quasi-sorpasso del treno rispetto all’aereo? Quali le tappe fondamentali?

L’Alta Velocità ferroviaria italiana, che con il simbolo del Frecciarossa sta conquistando fette sempre più ampie di mercato, ha un grande passato alle spalle. La grande tradizione innovativa delle Ferrovie dello Stato italiane si è sempre affermata attraverso la coniugazione degli aspetti migliori del carattere italico con l’abilità tecnica e realizzativa dell’industria e della scuola ingegneristica. Gli stessi ingredienti che, uniti ad un marcato orientamento all’innovazione, caratterizzano oggi il successo del Frecciarossa, un successo dovuto alla riduzione dei tempi di percorrenza, ai  50 collegamenti al giorno tra Roma e Milano, all’accessibilità, alla qualità e alla convenienza del servizio. A pochi mesi dal debutto, tra le due città 50 passeggeri su 100 hanno scelto il treno, percentuale che sale al 60% tra Bologna e Milano e al 70% tra Bologna e Roma”.

Treni che viaggiano a 300 all’ora su nuovi binari dedicati: un progetto che parte da lontano, dunque…

I primi passi per arrivare a creare una rete ferroviaria ad alta velocità risalgono al Piano Generale dei Trasporti del 1986. Il Contratto di Programma Ministero dei Trasporti – Ente FS del 1991 stabilisce le modalità di finanziamento del progetto, da ripartire tra Stato e privati, e nello stesso anno nasce TAV SpA, il cui capitale per il 60% è costituito da investimenti privati. Da questo momento parte un iter molto complesso che, non senza contrasti, permette di iniziare progressivamente i lavori di un sistema che sarà definito anche ad Alta Capacità, in grado cioè di far viaggiare anche le merci e di aumentare i volumi di traffico della rete complessiva. La prima linea che si apre è la Roma-Napoli, nel dicembre 2005, a cui segue la Torino-Novara, nel febbraio 2006. Lo scorso dicembre, quindi, si avvia la Milano-Bologna, su cui oggi si viaggia in un’ora e cinque minuti, il tempo che a volte occorre per spostarsi da un capo all’altro di una grande città.

È per questo che si parla di “metropolitana d’Italia”?

Sì, e non solo. La rete AV unisce già oggi, in tempi brevi, alcune delle più importanti città italiane, facendole diventare quartieri di un’unica grande metropoli.Entro l’anno l’estensione della rete salirà ulteriormente con l’apertura dell’intero sistema Alta Velocità/Alta Capacità Torino-Salerno, che permetterà di viaggiare da Roma a Milano in meno di tre ore. Ma la nuova “metropolitana d’Italia”, che fa correre i passeggeri a 300 chilometri orari, libererà spazi sulle linee storiche e porrà le condizioni per rendere più efficienti anche i servizi locali.

In tutto questo, è evidente che la sua direzione svolge un ruolo molto importante e delicato. Quali sono i suoi obiettivi 2009? In quali settori intende ottenere miglioramenti significativi?

Sono sostanzialmente due gli ambiti nei quali ci muoveremo. Da un lato vogliamo arrivare a una riduzione complessiva dei costi dell’ICT del gruppo; dall’altro vogliamo contribuire all’incremento dei ricavi e alla sicurezza complessiva del sistema. Per ottenere il primo obiettivo ci muoveremo in varie direzioni, ottimizzando, per esempio, l’infrastruttura ICT e migliorando la struttura dei service desk con un corretto bilanciamento delle risorse esterne con quelle interne. Intendiamo poi ottimizzare la rete di comunicazione FS (fonia, dati, Gsm/R) e stipulare contratti quadro con i principali fornitori di prodotti Ict (Ubm, Oracle, Microsoft, SAP).

Più interessante per i lettori, probabilmente, qualche notizia sui nostri progetti che, insieme all’incremento dei ricavi, tendono a migliorare la soddisfazione degli utenti e la sicurezza complessiva dei sistemi. Parlo dell’accesso ad Internet con Wi-Fi sui treni, di un nuovo sistema di prenotazione passeggeri, di un efficace sistema di videosorveglianza delle stazioni in collaborazione con il ministero dell’Interno, di avvisi ai passeggeri più chiari. Abbiamo poi impostato un nuovo sistema di gestione della logistica. Ecco come i sistemi informativi possono contribuire al miglioramento dell’efficienza aziendale e contemporaneamente alla soddisfazione di passeggeri e dell’utenza merci.



Nella sua posizione di direttore centrale, lei fa parte del ristretto gruppo di top manager che riportano direttamente all’amministratore delegato della società, ma l’impostazione e la gestione dei sistemi informativi richiedono un continuo rapporto con i responsabili dei vari settori. Come funziona la collegialità nel gruppo?

La collegialità viene attuata sia negli incontri di comitato, che in Ferrovie dello Stato sono previsti ogni quindici giorni, sia negli incontri face-to-face richiesti da ambo le parti per trattare problematiche specifiche. La stessa prassi vale anche per la funzione Ict. All’interno della mia struttura ho incontri di comitato ai quali partecipano i responsabili It di Trenitalia, Rfi, Italferr, Ferservizi e tutte le aziende che compongono la galassia di Ferrovie dello Stato. Al tempo stesso convoco incontri con i diversi riporti e dirigenti su aspetti specifici, come l’integrazione di sistemi, la piattaforma Sap, l’office automation, il service desk e così via. In sostanza viene replicata, a livello Ict, l’organizzazione attuata ad alto livello. Sul piano esecutivo c’è totale autonomia dell’It nella scelta delle piattaforme e dei sistemi, ovviamente nel rispetto sia delle esigenze di business recepite dai relativi responsabili e con questi discusse, sia dei limiti di budget.

Cesare Protettì

cesare.protetti@mediaduemila.it

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