Siamo arrivati ad una delle tappe più significative del processo di digitalizzazione del Paese. Dopo i positivi risultati raggiunti in Sardegna, la più grande all digital d’Europa, e l’emanazione della delibera dell’Autorità riguardante i “Criteri per la completa digitalizzazione delle reti televisive terrestri”, passo formale di un percorso intrapreso in piena sintonia con la Commissione europea, in queste settimane è coinvolta nel processo tecnologico la prima città metropolitana: Torino.
Siamo di fronte ad una vera e propria rivoluzione che cambierà profondamente la nostra offerta televisiva con un sistema tra i più avanzati in Europa, e che è realizzata grazie alla collaborazione di tutti i soggetti coinvolti nel processo. Importante è la collaborazione, in questo caso, con la Regione Piemonte che, così come altre istituzioni locali, fin da subito ha colto l’importanza dell’evento attivandosi anche per anticipare le date del completo passaggio dalla Tv analogica al sistema digitale del suo territorio.
Fin dal suo insediamento il Governo ha fatto una precisa scelta: anticipare la data del passaggio al digitale. Il precedente esecutivo aveva deciso una scadenza unica fissata al 12 dicembre del 2012 per tutta l’Italia. Noi abbiamo preferito rendere più graduale questa rivoluzione tecnologica nell’interesse, innanzitutto, dei cittadini-utenti. Quindi tappe scadenzate regione per regione secondo un calendario preciso che, dopo la Sardegna, vedrà nel 2009 il passaggio al digitale di Piemonte occidentale, Valle D’Aosta, Trento e Bolzano, ed anche di altre rilevanti aree del Paese come Lazio e Campania, quindi altre metropoli come Roma e Napoli. Una tabella di marcia che permetterà al 30 per cento degli italiani di usufruire della tecnologia digitale entro la fine di quest’anno. Soglia che è previsto salga al 70 per cento nel 2010. Con il completamento della trasformazione fissato, come stabilito dall’Europa, entro il 2012.
Il percorso così delineato, le cui regole sono definite in piena coerenza con il diritto comunitario, è teso ad una rapida e progressiva digitalizzazione del comparto radiotelevisivo e rappresenta un ulteriore stimolo all’azione lineare, coerente e costruttiva intrapresa da questo Governo per lo sviluppo della comunicazione nel nostro Paese, in cui sono inserite inoltre le misure favorevoli allo sviluppo della banda larga.
La televisione italiana, intraprende una nuova strada che metterà, sul piano del numero delle offerte e della qualità e delle modalità di fruizione, la propria cifra distintiva. Una risposta reale e fattiva a tutti coloro che, in buona fede o non, hanno ritenuto o ritengono il digitale terrestre un mero pretesto per la prosecuzione dell’esistente. Basta ricordare che solo attraverso tale innovazione è stato possibile che tre nuovi operatori nazionali siano già potuti diventare nuovi protagonisti di tale offerta, a dimostrazione che siamo di fronte ad un sistema aperto per tutti coloro che sono disponibili ad investire, ad entrare a pieno titolo nel mondo televisivo. Ed a questi se ne aggiungeranno molto presto altri, anche come fornitori di contenuti in base alla norma che prevede la cessione del 40 per cento della capacità trasmissiva da parte degli operatori nazionali a soggetti terzi, per rendere più ricca e competitiva l’offerta di una televisione completamente nuova. Un sistema aperto che entro l’anno sarà arricchito dalla gara per l’assegnazione delle frequenze che si libereranno con il passaggio alla nuova tecnologia.
Paolo Romani
Vice Ministro allo Sviluppo Economico
con delega alle Comunicazioni