Una delle migliori generazioni della magistratura è stata spazzata via dal terrorismo di sinistra e di destra. Il libro di Eugenio Occorsio, giornalista di Repubblica, “Non dimenticare, non odiare Storia di mio padre e di tuo nonno”, è un accorato appello a sopire ogni desiderio di rivalsa contro i nemici dello Stato. E l’autore lo fa da un punto di vista molto particolare: quello del figlio che parla della vita del padre. Si tratta infatti di una testimonianza di carattere personale, perché l’autore ricostruisce la vicenda di suo padre Vittorio, giudice ucciso da Pier Luigi Concutelli, un fascista militante di Ordine nuovo.  Era il 10 luglio 1976, quando proprio Eugenio, sopraggiunto inutilmente sul luogo dell’agguato, vide gli ultimi attimi di vita di suo padre, ucciso a pochi passi da casa. Numerose e oscure trame ha indagato il giudice di origini napoletane: dal tentato golpe del Sifar nel 1964, smascherato dai giornalisti Scalfari e Jannuzzi de «l’Espresso», fino alla strage di piazza Fontana del 1969. Non è solo rievocazione della vita di un padre illustre da parte del figlio, ma anche testimonianza oggettiva di un periodo buio della nostra nazione, raccontato a suo figlio, che si chiama come suo nonno. E l’augurio dell’autore è che si mantenga viva una memoria, personale e collettiva, spurgata dagli accenti della vendetta. Purtroppo la morte del magistrato non è servita a evitare altre vittime impegnate nel ripristino della legalità. Mario Amato, che ereditò le sue inchieste sui terroristi neri, fu a sua volta assassinato nel giugno 1980.

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