Eravamo un popolo di navigatori, oltre che, naturalmente, di eroi, di poeti, d’artisti e di scienziati. Ora, siamo un popolo di internauti. E non perché il naufragio della Concordia ci ha declassato da marinai reali a marinai virtuali: il fatto è che ci piace essere connessi, sempre o quasi sempre, soprattutto in mobilità. Lo avevamo già dimostrato con i telefonini, con cui abbiamo rapidamente scalato le classifiche mondiali di possesso e consumo. E lo ribadiamo con i social network secondo la ricerca Digital Media realizzata dall’osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano, siamo i primi in Europa e nel mondo: quasi il 90% del totale della popolazione di Internet ‘italica’ frequenta Facebook o Twitter o loro fac-simili. Dopo di noi, i più “sociali” sono gli statunitensi, i brasiliani, gli spagnoli. Limitandoci a Facebook, la penetrazione è dell’80% sul totale degli utenti Internet, a fronte del 50%-60% riscontrato negli altri principali paesi europei.
Quanto agli smartphone, i dati italiani sono in linea con la media europea (circa il 45% della popolazione oltre i 13 anni): l’Italia è davanti alla Francia (41%) e alla Germania (38%); e resta in vantaggio sugli Stati Uniti, dove, però, la diffusione degli smartphone è salita, in un anno, dal 28 al 43% della popolazione, minore il nostro incremento, dal 36 al 45%.
L’analisi dei risultati di Digital Media è stata fatta, su EurActiv.it, da Alessandra Flora, notando che il ‘boom’ dei social network è contestuale a una fase di contrazione del settore dei media nel suo complesso, nonostante la crescita dei nuovi media sia più veloce della contrazione di quelli tradizionali (7% contro 5%), che però rappresentano i due terzi del mercato complessivo.
L’internet 2.0 si sta rivelando più adatto al contesto italiano rispetto all’Internet tradizionale, forse perché si affranca, almeno parzialmente, dall’uso del Pc, che in Italia ha sempre avuto una penetrazione relativamente bassa (meno del 60% delle famiglie italiane possiede un personal computer) e si ‘apparenta’, invece, a nuovi strumenti più apprezzati dagli italiani: gli smartphone, i tablet (che piacciono perché sono visti come strumenti di divertimento, oltre che di lavoro) e le connected tv.
Il nuovo internet può contribuire a ridurre, se non a superare, il divario digitale che caratterizza l’Italia (meno del 55% delle famiglie ha accesso a Internet e meno del 50% può usufruire di una connessione a banda larga), facendo leva sulle applicazioni, che necessitano in media di una banda più limitata, e capitalizzando sull’attrazione degli italiani per i social network. Ma la leva di successo più efficace è la pervasiva diffusione dei video, che sono più graditi dagli italiani rispetto al formato testuale (continuiamo ad essere un popolo che legge poco).

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