“La favola è finita, anche se ce lo siamo nascosti per troppo tempo e in tempi difficili occorrono pensieri e voci forti” ha detto Sassoli de Bianchi, presidente Upa in apertura del Summit 2012.
Una plate ache rappresenta il 90% degli investimenti pubblicità (16 miliardi all’anno): “16 miliardi di neurini che innervano l’intero sistema italiano dei media. Ed è ormai dimostrato – ha proseguito Sassoli – che gli investimenti pubblicitari costituiscono il propulsore del 15% del nostro Pil. Troppo rigore può essere una terapia che, invece di guarire, intossica. Di questo passo il ceto medio rischia di polverizzarsi innescando un pericoloso domino sociale. Oggi possiamo calcolare audience relative a 15 piattaforme. Andiamo verso algoritmi sempre più complessi”.
Quindici le personalità presenti al summit per donare ai 400 intervenuti la propria visione del mondo che verrà, fra economia, etica, religione, filosofia e business. Unica certezza: la comunicazione al tempo della frammentazione è più ardua che mai. L’obiettivo è non disperdere audience. In fine Sassoli de Bianchi ha sottolineato che i mancati investimenti in banda larga provocano un rallentamento nelle imprese, 400mila in attesa di Adsl. Ed ha anche sottolineato che la Rai, quale industria culturale del Paese ha patrimonio e competenze, è ricca di talenti e di giacimenti che riflettono l’identità nazionale ma deve svincolarsi dalla patologica ingerenza politica e conferita ad una Fondazione espressione dell’articolata realtà sociale, culturale, economica ed istituzionale del Paese con l’obiettivo di favorirne la modernizzazione.
Redazione di Media Duemila