di CHRISTIAN D’ACUNTI –

Nel corso della giornata nazionale dell’innovazione del 12 giugno scorso, Interoute SpA, proprietario della più ampia piattaforma di servizi cloud in Europa, ha ricevuto il premio per l’innovazione ICMT (Information, Communication e Media Technology), categoria “Convergenza TLC driven”. Nella motivazione del premio conferito dal presidente del Senato, Renato Schifani, all’azienda proprietaria di migliaia e migliaia di chilometri di fibra ottica, preziosa infrastruttura attraverso la quale scorrono miliardi di dati, si legge:  “L’Interoute Virtual Data Centre consente alle imprese che operano in rete, a partire dalle piccole e medie, di controllare i propri dati sensibili nel cloud e di riposizionarli con pochi click del mouse mantenendo il controllo dei costi, a tutto vantaggio dell’efficienza e della competitività”.
Pensato da Confindustria per far emergere quelle aziende italiane che si distinguono nelle tecnologie digitali, il Premio per l’Innovazione ICMT riveste un ruolo di primo piano all’interno del Premio Imprese per l’Innovazione. L’azienda, guidata dall’AD Simone Bonannini, gestisce 60.000 km di fibra, 21 MAN (Metropolitan Area Network), 8 hosting data centre, 32 collocation centre e sedi operative in 26 fra le maggiori città d’Europa, con 98 città unite da cavi targati Interoute e clienti in 29 nazioni dell’Unione europea, per un investimento complessivo di oltre 2,7 miliardi di euro. Nel dettaglio, l’AD Bonannini, ha spiegato a Media Duemila il servizio offerto ai clienti: «Il VDC (Virtual Data Center)  è il risultato tangibile della nostra politica aziendale: colloquiare con le aziende, ascoltare e analizzare le loro esigenze, sviluppare soluzioni, condividerle con loro e infine realizzare nuovi servizi utili e innovativi. Interoute è presente in quasi 30 paesi in Europa e serve mercati trasversali. Il nostro è quindi un osservatorio privilegiato e marcatamente europeo (con problematiche specifiche e diverse dai player americani che dominano il mercato). Grazie a questo contatto diretto con le aziende nostre clienti abbiamo compreso che molte aziende hanno evitato il cloud computing perché preoccupate per la mancanza di sicurezza dei dati conservati nella ‘nuvola’. Il nostro Virtual Data Center consente alle aziende di guardare dentro la nostra nuvola pan-europea (che è la nuvola privata più grande in Europa grazie alla rete di Interoute su cui si appoggia) e decidere dove e come vogliono memorizzare i propri dati. I clienti che scelgono il VDC sono in grado di configurare e implementare un server virtuale all’interno della propria rete aziendale in appena 15 minuti tramite il nostro sito web preposto. Come ulteriore vantaggio, Interoute non addebita il costo per trasferire i dati tra questi siti o per la connettività al VDC. Grazie all’infrastruttura posseduta da Interoute – che include sia la rete in fibra che 8 Data Center, le aziende hanno una doppia scelta: collocare le proprie infrastrutture informatiche o quelle di loro clienti all’interno dei Data Center in modalità “Co-location”, ovvero attraverso una locazione fisica, oppure optare per un hosting virtuale, la cui gestione può avvenire “da remoto” attraverso semplici applicazioni web. Il VDC di Interoute è integrato nel cuore della sua rete pan-europea MPLS/IP, e questo garantisce alle aziende un instradamento ottimizzato del traffico dati, sistemi di sicurezza all’avanguardia e prestazioni garantite da SLA stringenti. Per queste caratteristiche Interoute può garantire la sicurezza già a livello dell’infrastruttura o salire di livello per circondare tutta la nuvola. Tutto questo si traduce  in meno costi  in hardware o risorse specializzate da destinare a questi applicativi. A questo si aggiunge l’aspetto “green”. Il VDC consente ad Interoute di utilizzare una quantità di energia costante per alimentare le macchine virtuali di tutti i clienti solo quando queste diventano necessarie. Tradotto significa che possiamo essere 6 volte più efficienti energeticamente rispetto a qualsiasi soluzione dedicata in cui l’energia si paga a prescindere che le macchine vergano utilizzate o meno. Il Virtual Data Centre apre un cloud veramente europeo a tutti gli utenti che lo utilizzano, mettendoli in condizione di crearsi siti di Disaster Recovery in giro per l’Europa in modo facile e veloce secondo le loro esigenze e possibilità di spesa, riducendo drasticamente sia   la spesa in hardware ed energia e liberando risorse per altri investimenti».

Come può il cloud migliorare il business delle PMI?
«Se dovessi rispondere per punti direi perché non impone significativi investimenti e contratti vincolanti nel tempo, e perché riduce di molto le complessità tecniche e gestionali che spesso rappresentano un vincolo per le PMI.
Se vogliamo espandere questi concetti possiamo dire che il Virtual Data Centre (VDC) associa la semplicità del cloud pubblico con la sicurezza di quello privato. Invece di dover scegliere tra la convenienza di un cloud pubblico o la sicurezza di un cloud privato, le aziende possono avere entrambe le cose e  personalizzarle secondo le loro esigenze e possibilità di spesa. Con il sistema “pay for what you use”, si può utilizzare da un solo server per un’ora fino a 100.000 macchine in diversi paesi a tempo indeterminato. Come ulteriore vantaggio, Interoute non addebita il costo per trasferire i dati tra questi siti o per la connettività al VDC. Alle imprese viene sia data la possibilità di importare le proprie applicazioni per mantenere i propri standard aziendali che di utilizzare le applicazioni certificate da Interoute. La maggioranza dei portali di cloud computing si presentano agli utenti con interfacce che spesso li confondono. Interoute è convinta che  semplificando e rimuovendo complessità inutili si possano rendere disponibili i vantaggi del cloud computing ad un numero molto maggiore di utenti, anche e soprattutto tra le PMI. La gestione della complessità resta nelle mani di Interoute ed il cliente non deve nemmeno impegnarsi in contratti pluriennali vincolanti per esigenze di business che possono mutare molto velocemente.  La maggioranza dei portali di cloud computing si presentano agli utenti con interfacce che spesso li confondono. Interoute è convinta che semplificando e rimuovendo complessità inutili si possano rendere disponibili i vantaggi del cloud computing ad un numero molto maggiore di utenti».
Per cercare di superare la diffidenza delle aziende ad adottare il cloud, Interuoute ha pensato di aderire al Cloud Security Alliance, organizzazione no-profit costituita da utenti finali, vendor e altri stakeholder, il cui obiettivo  è quello di individuare le migliori procedure possibili per garantire la sicurezza del cloud computing. IBM, Microsoft, Intel, HP, Google, Ebay e tante altre aziende leader in campo informatico, fanno parte dell’organizzazione.
Ma in che misura Interoute è responsabile in caso di violazione, da parte di hacker, dei dati sensibili che un’azienda vi incarica di custodire nella nuvola?
«La novità principale risiede nelle caratteristiche con cui il servizio è stato realizzato, studiate per compensare le mancanze di servizi affini offerti da altre aziende sul mercato. In primo luogo la sicurezza (il VDC si trova all’interno di una nuvola privata), poi la compliance con la regolamentazione europea di “mantenere i dati in Europa”, la possibilità di mantenere sempre il controllo dei propri dati anche all’interno del cloud, scegliendo su quali macchine fisiche tra gli 8 DC a disposizione si vogliono collocare i propri dati. Quello che mettiamo a disposizione del cliente è la nostra rete e l’hardware preposto allo storage dei dati. Sia la rete che i DC di Interoute hanno certificazioni internazionali di sicurezza  (sono tutte infrastrutture “PCI compliant”, una certificazione per la sicurezza massima dei dati e delle transazioni finanziarie online)  e il VDC si basa su queste infrastrutture il cui livello intrinseco di sicurezza è elevato. Solo se la falla nella sicurezza avviene a livello fisico (rete o DC) allora Interoute può essere ritenuto responsabile del danno. Cercando di semplificare, potremmo dire  che noi mettiamo a disposizione un’infrastruttura che poi deve essere gestita dal cliente con tutte le sue policy di sicurezza. Ad esempio i firewall se vuole può continuare  a configurarli lui come oggi fa con i sistemi che ha all’interno della sua azienda. Il cloud è privato perché il cliente non deve attraversare la public internet per raggiungere il cloud essendo un cliente Interoute. Se il HQ (Head Quarter, sede principale dell’azienda) è on net, il fatto di avere i server nel nostro DC ad Amsterdam diventa per lui trasparente. Come se fossero nella stanza accanto. E la sicurezza è garantita perché sul cavo in fibra, tutto nostro, un hackeraggio è pressoché impossibile».

Articolo precedenteVideointervista a Ruggero Parrotto, Poste Italiane
Articolo successivoL’Università di Torino è l’ateneo più seguito su FB