Cosimo Accoto, (ricercatore MIT di Boston ed anche un professionista legato al mondo di TuttiMedia/Media Duemila) lancia la sfida alla società dell’algoritmo in occasione della presentazione del libro di Michele Mezza: “Algoritmi di libertà – La potenza del calcolo tra dominio e conflitto” (DONZELLI EDITORE, PP. 277, 18 EURO) ieri presso la FIEG.

Il tema è d’attualità da Washington arriva la notizia che i dipendenti di Big G  hanno scritto a Sundar Pichai, ad di Google, che non è corretto partecipare al Progetto Maven del Pentagono, piano di intelligenza artificiale lanciato nel 2017. La piattaforma deve elaborare i dati intercettati dai droni della difesa. Secondo i Google Workers la tecnologia non deve essere usata  per lanciare armi, si legge sul New York Times e questa alleanza danneggerà il marchio Google.

Per Fabrizio Carotti, direttore FIEG,  la citazione, riportata nel testo di Mezza,  sulla massa di dati che si muove fra dominio e conflitto è metafora dell’oggi, anche se il concetto chiave è l’influenza che da questi dati scaturisce ed incide sugli acquisti, sulla politica e su tanti altri aspetti della vita dell’uomo.
La necessità di una governance dell’algoritmo è invocato dai tutti i presenti riuniti alla tavola rotonda condotta da Barbara Carfagna, giornalista Rai e attenta analista del fenomeno dati (vedi la puntata ONLIFE come il digitale cambia l’uomo) riporta al testo che  Derrick De Kerckhove,  all’indomani dello scandalo di Cambridge Analytica,  ha scritto nel suo blog AGI. “L’Europa apra un tavolo per la gestione dell’Algoritmo”
“Il caos Cambridge Analytica Facebook è traumatico per tutti perché ci ha messo di fronte ad una realtà che tutti immaginavamo ma che speravamo non proprio concretamente realizzata – spiega  de Kerckhove  – è un campanello che suona la sveglia all’Europa.  Il tempo è maturo per un’ Europa capofila di un tavolo globale sul governo dell’algoritmo”.
Tema che riporta ad Accoto e alla sua idea di Big Data for good.

La mia domanda è: “Il progresso tecnologico potrà mai essere al passo con lo Stato di Diritto?” A questa domanda la risposta non c’è, forse bisogna aspettare l’istituzioni di nuove cattedre universitarie utili al filosofo moderno per dare risposte.

Di regole e regolatori parla Antonio Nicita, commissario AGCOM: “L’algoritmo è semplice nella sua complessità – dice – il punto è che  incide sulle nostre scelte.  Il tema da affrontare  è legato   a quanta  importanza vogliamo assegnare  a quel  flusso di informazioni organizzate  e veicolate senza forma di intermediazione e trasparenza ed anche a quanto siamo disposti a  rinunciare perché la regolamentazione  in qualche modo riduce l’efficienza dell’algoritmo”. Maurizio Costa, presidente FIEG è per la regolamentazione: “è necessario metter ordine perché l’autoregolamentazione non può risolvere la partita,  servono regole che non vuol dire censura”.

Nel libro Mezza parla di nuove conquiste di libertà  ricordando  Adriano Olivetti  e di come erano lontani, in quel momento, i tempi in cui quelle tecnologie sarebbero diventate un incubo per le democrazie del pianeta.

Ed è la parola tecnologia che ci riporta all’oggi di Accoto dove emerge un orientamento all’automazione della società.  Suggerisce di  ricostruire il nostro pensiero e guardare alla tecnologia come un processo perché diventa infrastruttura e poi struttura: “La fiducia che abbiamo riposto nei nostri pari o in organismi terzi (garanzia che le nostre interazioni socio economiche avessero un senso) oggi viene  posta nella tecnologia – spiega –  ciò porta alla considerazione che possiamo fare a meno del vecchio contratto sociale perché al suo posto mettiamo i dati, l’algoritmo. Siamo all’After dell’Human”.

Nel libro si legge che in una lettera scritta nel 1910, i fratelli Wright, i padri del volo umano, affermano che «sempre l’abilità del pilota prevarrà sulle soluzioni della macchina». A me piace pensare così. E credo sia il momento dei filosofi perché sono d’accordo con Luciano Floridi che pone l’accento sull’urgenza di un’etica del calcolo che deve rimettere il motore del sapere sulla giusta carreggiata.

Big Data for good

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Maria Pia Rossignaud
Giornalista curiosa, la divulgazione scientifica è nel suo DNA. Le tecnologie applicate al mondo dei media, e non solo, sono la sua passione. L'innovazione sociale, di pensiero, di metodo e di business il suo campo di ricerca. II presidente Sergio Mattarella la ha insignita dell'onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. Vice Presidente dell’Osservatorio TuttiMedia, associazione culturale creata nel 1996, unica in Europa perché aziende anche in concorrenza siedono allo stesso tavolo per costruire il futuro con equilibrio e senza prevaricazioni. Direttrice della prima rivista di cultura digitale Media Duemila (fondata nel 1983 da Giovanni Giovannini storico presidente FIEG) anticipa i cambiamenti per aiutare ad evitare i fallimenti, sempre in agguato laddove regna l'ignoranza. Insignita dal presidente Mattarella dell'onorificenza di "Cavaliere al Merito della repubblica Italiana. Fa parte del gruppo di esperti CNU Agcom. E' fra i 25 esperti di digitale scelti dalla Rappresentanza Italiana della Commissione Europea. La sua ultima pubblicazione: Oltre Orwell il gemello digitale anima la discussione culturale sul doppio digitale che dalla macchina passa all'uomo. Già responsabile corsi di formazione del Digital Lab @fieg, partecipa al GTWN (Global Telecom Women's Network) con articoli sulla rivista Mobile Century e sui libri dell'associazione. Per Ars Electronica (uno dei premi più prestigiosi nel campo dell'arte digitale) ha scritto nel catalogo "POSTCITY". Già docente universitaria alla Sapienza e alla LUISS.