di LIVIA SERLUPI CRESCENZI –

Viaggio nella Luna” di Gerges Méliès, secondo padre del cinema dopo i fratelli Lumières, inventore della tecnica del montaggio e di molte altre tecniche narrative di questa particolare forma d’arte, viene citato da Wikipedia, nella versione italiana, con queste parole: “Questo fu il primo successo cinematografico mondiale e anche uno dei primissimi casi di pirateria: alcuni agenti di Thomas Edison, imprenditore e inventore, corruppero il proprietario di un teatro a Londra per ottenere una copia di Viaggio nella Luna, dalla quale Edison stampò centinaia di copie per proiettarle a New York senza pagare nulla a Méliès”.
La storia di ACTA Anti-Counterfeiting Trade Agreement- Accordo commerciale anticontraffazione tra l’Unione europea e i suoi Stati membri, l’Australia, il Canada, il Giappone, la Repubblica di Corea, gli Stati Uniti messicani, il Regno del Marocco, la Nuova Zelanda, la Repubblica di Singapore, la Confederazione svizzera e gli Stati Uniti d’America, ha un sapore di mistero. Un trattato che ha suscitato molte reazioni, alcune ambigue, ma che di certo sta allargando il dibattito sui temi della rete, dei diritti e della privacy.
Ad una prima lettura si tratta di un provvedimento utile per combattere la contraffazione da sempre esistita sulle merci ma come sempre, ed anche in questo caso, siamo chiamati a leggere tra le righe per essere pienamente consapevoli e partecipi delle nuove regole, imposte dall’alto, per la nostra società.
La sezione Commercio del sito della Commissione europea specifica, infatti, che si tratta di un accordo multilaterale che mira a istituire un quadro internazionale completo per assistere l’UE nel contrastare efficacemente le violazioni dei diritti di proprietà intellettuale. L’ACTA, cita il documento della Commissione europea, introdurrà un nuovo standard internazionale basato sull’accordo Trips dell’organizzazione mondiale del commercio del 1994.
La Commissione europea, si legge quindi nei documenti pubblicati nel sito ufficiale, ha organizzato quattro conferenze delle parti interessate su ACTA, il 23 giugno 2008, il 21 aprile 2009, il 22 marzo 2010 e il 25 gennaio 2011 a Bruxelles e che tali incontri erano aperti a tutti cittadini, imprese, organizzazioni non governative e stampa. Il documento sottolinea, tuttavia, che questi trattati sono sempre di natura confidenziale. L’accordo è stato firmato da 22 dei 27 paesi membri dell’Unione Europea lo scorso 26 gennaio a Tokio e dovrà essere recepito dagli stati membri entro marzo. In estate, poi, ACTA, sarà discusso dal Parlamento europeo che potrà soltanto recepirlo o rigettarlo.
Il problema sostanziale che può suscitare un dibattito ampio e articolato su questo tema è, probabilmente, la volontà di equiparare lo scaricamento, non a scopo di lucro, di file da condividere in rete alla contraffazione delle merci e alla loro vendita illecita nel mercato mondiale. Siamo qui di nuovo sul problema dei termini. E’ un truffatore, disonesto e falsario chi scarica, non a scopo di lucro e non afferma che quell’opera sia originale, file disponibili in rete coperti da copyright senza chiedere il consenso di chi gestisce il giro delle royalty oppure, semplicemente, sta cambiando il mercato e internet provvede a mutare le regole del gioco rendendo utile la ricerca di moderne opportunità di business su questo nuovo mezzo di comunicazione con tutte le conseguenze del caso sulla filiera?
Le polemiche attorno a questo provvedimento sono state moltissime a cominciare dalle dimissioni del relatore del Parlamento europeo Kader Aria fino ad arrivare alle proteste di piazza in Svezia e Polonia.
L’unica via è informarsi consapevolmente sui fatti. Per tutti.
Continuiamo a parlarne?

Livia Serlupi Crescenzi

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