di GABRIELE ALUIGI –
Il rapporto tra uomo e medium non è solo una necessità dei nostri tempi, né tanto meno un contatto estemporaneo di opportunismo informativo. È una vera e propria relazione che esclude l’indifferenza e che crea un legame importante tra la persona ed il momento dell’informazione all’interno della giornata. Il medium influenza il lettore, o il più generico fruitore, attraverso le sue proprietà fisiche, determinando reazioni nel nostro agire e nel nostro pensare. Per quanto avvenga ad un livello di incoscienza, per poi emergere solo come esternazione di sensazioni ed affezione verso il medium, l’interagire con la carta di un giornale comprato in edicola o con lo schermo di un terminale informatico, dal personal computer all’iPad, definisce per la nostra mente un insieme di reazioni che influenzeranno successivamente la nostra quotidianità.
Il presidente della Fieg, Carlo Malinconico Castriota Scanderbeg, sottolinea quanto la carta aiuta il pensiero a tornare indietro, dunque all’approfondimento, al contrario lo schermo induce alla ricerca di un ulteriore collegamento. Tutti d’accordo dunque, un po’ per esperienza, un po’ perché risultati di ricerche scientifiche spingono nella stessa direzione. Un pomeriggio dedicato ad accendere i riflettori sul mezzo vecchio di centinaia di anni ed al quale siamo abituati e deve reggere la sfida di una nuova emozione, quella dello sfiorare lo schermo che risponde ai comandi tattili.
“La carta possiede peculiarità che gli altri mezzi non hanno, per questo il nostro incontro non è stato organizzato per nostalgia ma per la facilità con la quale ci permette di assimilare mantenendo il processo cognitivo dentro di noi. Il giornale cartaceo – ha sostenuto il Presidente della Fieg – crea un valore che è difficile da quantificare. L’invito a riflettere su uno strumento che ancora oggi crea un valore immateriale non trascurabile inizia con il seminario odierno, per accendere i riflettori su un oggetto che ha costituito, costituisce e continuerà a costituire un utile strumento di crescita per ogni settore della comunità.”
“In questo sforzo di riflessione – ha proseguito Malinconico – cercheremo i segnali deboli per anticipare le rotture ed evitare i fallimenti ed inviteremo ogni voce. Il seminario ha avviato un percorso di analisi, partendo dalle caratteristiche di un mezzo, la carta, che per secoli ci ha aiutato a crescere. Le peculiarità della carta non sembrano essere diventate obsolete con l’affermazione dei nuovi strumenti del comunicare. Frenare l’entusiasmo eccessivo senza per questo voler mettere in discussione le meraviglie della Rete è pratica insolita per i nostri tempi, ma non meno importante.”
Gabriele Aluigi
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