L’European Democracy Action Plan indica gli obiettivi irrinunciabili per una democrazia nel nuovo contesto digitale, alcune azioni fondamentali sono la promozione di elezioni libere e regolari, il sostegno a mezzi di informazione liberi e indipendenti, il contrasto alla disinformazione. L’obiettivo è assicurare ai cittadini europei la partecipazione al sistema democratico attraverso scelte consapevoli e il pieno esercizio dei diritti della cittadinanza digitale. Questi concetti li riporta anche il presidente Agcom, Giacomo Lasorella, nella Relazione annuale 2021 (versione integrale sul sito dell’Authority), presentata proprio in questi giorni. Nella relazione Giacomo Lasorella parla, più volte, della costruzione di un ecosistema digitale al passo con i tempi. Forse per questo l’articolo “Algoritmi e nuovi strumenti di partecipazione politica” di Paolo Benanti (grande analista dell’oggi, ha appena pubblicato “La Grande invenzione” un libro che va letto) e Sebastiano Maffettone (Corriere della Sera) , mi ha incuriosito. La piattaforma è lo strumento che caratterizzerà la nuova era?
Nell’articolo si parla della catalana Decidim, anche perché scelta in Italia dal Dipartimento della Funzione Pubblica e il Dipartimento per le Riforme istituzionali al fine di sviluppare PArteciPA, che gestisce i processi di consultazione dei cittadini a Milano, per esempio. L’argomento è di attualità, ne discuto con Derrick de Kerckhove: “La mancanza di Rousseau (piattaforma che il M5S usava per prendere decisione) farà sentire un vuoto che però si colmerà con nuovi strumenti. Non è più possibile farne a meno. Ho incontrato Francesca Bria, assessora al comune di Barcellona (oggi CDA Rai) proprio quando Decidim faceva i suoi primi passi. Allora si sperava che la democrazia partecipativa arrivasse in tempo per sostenere la democrazia rappresentativa in rapido calo nella nuova cultura digitale. Infine, la rappresentazione per forza ha creato muri fra elettori e eletti, distanza che finora ne ha sancito la crisi. I governi non sono più affidabili perché la penetrazione digitale permette di portare alla luce segreti. L’ordine sociale finora è riuscito a resistere per inerzia, ma la situazione va peggiorando. Le piattaforme sembrano essere il nuovo modello utile alla democrazia”.
Ma emerge il problema etico della decisione attraverso la tecnologia che da un lato si propone come media informativo e dall’altro come media che raccoglie informazione del e dal cittadino nudo. il timore espresso da Benanti e Maffettone è che …. “lo stesso afrore dei corpi possa essere sostituito dal lavoro oscuro di macchine pensanti”. Ed ecco che le parole del presidente Lasorella sulla necessità di costruire un nuovo ecosistema per il mondo digitale impone di ripensare al mondo dei media , all’educazione e anche all’essere uomo oggi, mentre imperversa un’evidente crisi epistemologica:” Il nuovo ecosistema digitale per funzionare deve essere totalmente verificabile e aperto – puntualizza de Kerckhove – noi veniamo dall’era analogica dove l’architettura di controllo si basava sui mattoni e quindi sugli atomi e siamo passati al controllo dei bit e cioè all’automatizzazione della verifica. La cultura del passato se ne va con la sua opacità ma abbiamo ancora bisogno di opinioni basate sui fatti verificabili e i media in questo hanno un ruolo molto importante”.
In conclusione è impossibile continuare a vivere con le regole della società di ieri.