Internet utilizzato dal 42% delle persone che si interessano attivamente ai fatti di attualità, con una distanza di appena 3 punti percentuali dai quotidiani. Ma nella società che va verso il mobile il rischio concentrazione è alto se si pensa che un nuovo motore di ricerca per raggiungere il break even ha bisogno di 10 miliardi di dollari. In più la tracciabilità diviene strumento indispensabile per un ambiente che si basa sullo scambio di informazioni gratuite.
Nell’indagine conoscitiva sul settore dei servizi Internet e sulla pubblicità online di Agcom si legge: “Internet diventa fonte di primaria importanza soprattutto per la ricerca di notizie inerenti l’attualità internazionale e nazionale (è secondo mezzo di informazione dopo la televisione)”.
In una filiera produttiva composta da infrastrutture, strumenti, software e applicazioni, ciascun livello ha contribuito allo sviluppo mediante processi di innovazione radicale e fino ad ora, non ne è stata, mai, compromessa la natura e le caratteristiche della Rete Internet – sistema aperto, flessibile, adattabile, non proprietario – alle quali si deve il successo a livello globale. Oggi ci troviamo di fronte ad una evoluzione verticale che soddisfa specifiche esigenze, quali informazione o intrattenimento audiovisivo, e orizzontale che si riferisce a scopi differenti ad esempio portali, motori di ricerca e social network che sono offerti sempre più in mobilità e finanziati dalla pubblicità online. Nello studio si precisa che: “Le network platform però tendono a determinare una concentrazione che può riportare alla situazione winner takes all”.
Oggi la differenziazione nell’accesso tra Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo rimane elevata e dipende dal reddito e dall’istruzione l’Agcom precisa: “È cambiato, inoltre, il legame instaurato con gli utenti, che considerano il web un indispensabile mezzo di lavoro, scambio di informazioni, comunicazione ed intrattenimento… Sebbene gli utenti della Rete rappresentino una parte cospicua della popolazione con caratteristiche socio-economiche peculiari e distintive rispetto ai fruitori degli altri mezzi di comunicazione, esiste un elevato rischio di esclusione digitale dovuto a motivi geografici, di natura generazionale, al genere, all’istruzione, al reddito e alla professione”.
Ritornando al futuro ed al secolo che ci porta verso la navigazione mobile generalizzata, la ricerca evidenzia profonde trasformazioni nelle forme di fruizione degli utenti e, quindi, anche nella struttura dell’offerta dei servizi (e della loro valorizzazione economica). La natura gratuita nella maggior parte dei casi, dei contenuti e servizi web erogati, implica transazioni di natura non economica: cessione di informazioni relative al proprio profilo del consumatore. La quantità di dati raccolti, conservati ed elaborati ogni anno sta aumentando in maniera esponenziale e l’evoluzione della tecnologia, peraltro, sta modificando le modalità di tracciamento, che è sempre più accurato. Gli utenti non sempre sono consapevoli degli effetti soltanto su aspetti sulla privacy e sugli assetti concorrenziali dell’intero ecosistema di Internet.
I motori di ricerca, i social network, i portali quali ingresso al web, possono indirizzare e orientare ed in alcuni casi si arriva addirittura alla monopolizzazione dell’utente.
Equilibri difficili fra le varie forme di informazione: “L’indagine di mercato svolta da SWG per conto dell’Autorità ha evidenziato che: l’informazione tradizionale (quotidiani online soprattutto) riveste un ruolo prioritario, con una penetrazione del 28% della popolazione; la penetrazione degli aggregatori è ben al di sopra del 10% (maggiore per i blog e più marginale per le nuove testate online); una rilevante percentuale di utenti utilizza il search anche per informarsi sull’attualità nazionale e/o locale (in Italia pari al 12,4% della popolazione e al 21,6% degli utenti che navigano). Google rappresenta in Italia il sito più utilizzato per informarsi (21,5% degli utenti web), mentre Facebook si colloca al quinto posto. L’offerta di informazione online è, come detto, spesso gratuita, per cui la valorizzazione dei contenuti informativi digitali si basa principalmente sulla generazione di audience al fine della vendita di contatti agli inserzionisti di pubblicità. Di conseguenza, le piattaforme informative competono con i fornitori di servizi generalisti (principalmente portali, motori di ricerca, e social network) sia nell’audience, sia soprattutto nel versante pubblicitario. L’affermazione di internet, il calo delle vendite e di audience dei prodotti informativi tradizionali e, al contempo, la concorrenza di molteplici operatori nell’alveo dell’offerta informativa digitale ha creato, a livello mondiale, problemi di finanziamento all’intero sistema dell’informazione. Pertanto, se, da un lato, l’affermazione dell’informazione online sta determinando ricadute positive sul benessere sociale, in quanto genera un surplus informativo spesso a costo quasi nullo per i cittadini; dall’altro lato, la riduzione delle fonti di reddito rischia di danneggiare durevolmente la qualità e la veridicità dell’informazione”.
Dibattito in corso che Media Duemila segue da 30 anni e che oggi vive la sua fase più drammatica.
Maria Pia Rossignaud
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