Sembra una questione di tecnologia, più che di stato presente della condizione sociale dell’Italia. Il problema evidente sul piano tecnico è l’assenza di cavo-fibra nelle case italiane, come evidenziato anche da Caio nel suo rapporto. Questa è un’eredità atavica e forse legata all’adozione massiccia del digitale terrestre. È già difficile ridurre questo ritardo accumulato rispetto agli altri Paesi, in generale. Ancor più difficile, in Italia, è recuperare il ritardo legato alla cultura digitale. Non c’è nessuna proposta rispetto a questo elemento vitale per la crescita del Paese, in questo per altro eccellente rapporto che riduce l’agenda digitale a una problematica di ingegneri. La cosiddetta agenda deve toccare tutti i ministeri, come suggerito implicitamente dal ministro Carrozza che dice: “Non si tratta di educare solo la scuola ed i giovani alla Rete, ma di includere tutta la nazione in un progetto dedicato allo diffusione della cultura digitale”.