Hai voglia a invocare DigItalia! Il check-up dello stato di salute dell’Europa a 27 nell’era dell’online è allarmante per l’Italia, che precede solo la Romania nella classifica dei servizi della PA messi in rete – appena il 22% dei cittadini ne fa uso, mentre in Danimarca vi ricorre l’80%. E gli italiani non sanno neppure fare acquisti o vendere sul web, precedendo, in questo caso, solo i bulgari e i soliti romeni: appena il 15% della popolazione fa shopping online, in una classifica dominata dalla Gran Bretagna e dalla Svezia. La situazione migliora se sono le imprese a vendere o acquistare in rete: qui, l’Italia recupera qualche posizione, collocandosi davanti a Bulgaria, Cipro, Grecia e Romania.
La performance tricolore migliora ulteriormente per la penetrazione della banda larga., dove l’Italia si colloca al 20o posto nell’Unione. Sul gradino più alto i Paesi Bassi –certo che hanno il territorio ideale-, mentre in coda – anche stavolta – c’è la Romania. A gennaio di quest’anno il tasso di penetrazione della banda larga (da rete fissa) in Italia era del 22,2%, al di sotto della media europea del 27,7%. La nostra, però, è una banda larga “di base”, non ultra veloce: solo l’8% dei collegamenti da rete fissa, infatti, ha una velocità superiore ai 10 Mbps.
Va meglio sul fronte “mobile”, cui siamo tradizionalmente affezionati: i collegamenti veloci sono il 31,2%, ma anche in questo caso restiamo al di sotto della media Ue, da cui ci separano ben 11 punti percentuali. La banda larga è presente quasi ovunque in Europa: ne dispone il 95% dei cittadini dell’Ue. Gli utenti e le imprese stanno rapidamente passando all’internet mobile, la cui adozione è cresciuta del 62% nel 2011: si calcolano in tutta l’Unione 217 milioni di abbonamenti.
L’indagine comunitaria indica che nel 2011 ben 15 milioni di europei si sono collegati per la prima volta ad Internet –anziani, ma soprattutto bambini. Attualmente, il 68% dei cittadini dei 27 frequenta la rete regolarmente, contro una media italiana del 51%, comunque in crescita di tre punti rispetto al 2010.
Infine, la più grande débâcle a livello europeo riguarda la distanza che separa le tariffe mobili nazionali da quelle in roaming, chiamare e collegarsi alla rete dall’estero con un cellulare o un palmare costa ancora troppo, ovunque. Ma su questo fronte la Commissione di Bruxelles, con il Consiglio dei Ministri dell’Ue e il Parlamento di Strasburgo, stanno correndo ai ripari, lo abbiamo già vista un’altra volta in questi appunti. E le compagnie, magari obtorto collo, s’adeguano.